"è una vita che ti aspetto"

 

 

 

Mi chiamo Francesco. Sono laureato, ho un bel lavoro, le donne non mi mancano, ho una casa nuova e un frigorifero. Blu. ma è questa la felicità? Insomma.. sono felice? A chi me lo chiede rispondo che.. certo non mi lamento.. sono laureato, ho un bel lavoro, le donne non mi mancano, ho una casa nuova e un frigorifero. Blu.  Ma di notte ho paura. Ne ho parlato a Giovanni. Un amico, più che il mio medico. Fatti un po’ di esami.. la sua diagnosi era semplice.. sei malato di non vita. Ma come può essere? Io vivo, sono qui.. sono laureato, ho un bel lavoro, le donne non mi mancano, ho una casa nuova e un frigorifero. Blu.  Ma forse non è questo. Esserci vuol dire esistere. Vivere è un’altra cosa. Vivere è ridere. È piangere.

 “Le lacrime non conoscevano da troppo tempo la forma delle mie guance, la linea del mio viso, la luce del difuori. Silenziose per natura, arrivate agli occhi cadevano all’indietro giù fino in fondo al cuore che sempre più faticava a galleggiare.”

E così Francesco ricomincia piano piano a volersi bene. A piccoli passi riscopre chi è e che cosa vuole, cosa gli piace e cosa no, davvero. Si dedica del tempo, si mette al centro della propria esistenza, trova un lavoro part-time e smette anche di fumare, perché ha imparato a volersi bene. Guarda alla vita in modo positivo, forse con qualche soldo in meno nel portafogli, ma con il cuore libero di battere. E libero finalmente di aprirsi ad un amore importante, quell’amore per cui aveva mantenuto una sorta di verginità spirituale. Aveva custodito un campo di neve immacolato senza lasciare che nessuno lo rovinasse con la propria impronta, in attesa che arrivasse lei, quella giusta. E l’avrebbe riconosciuta al primo sguardo. O almeno sarebbe stata lei a riconoscerlo, chissà. 

Fabio Volo analizza splendidamente i dubbi e i timori di un trentenne come tanti, forse molto simile a lui. Racconta con ironia e leggerezza, senza pudori di sorta, ma sa anche essere profondo e pungente. Riesce ad adattare una sorta di saggezza popolare e contadina ai ritmi della vita moderna.. è difficile da spiegare. Pensa, ragiona, riflette, sulle piccole cose. Sviscera con parole semplici argomenti quasi filosofici. Riflessioni sulla vita, sulla morte, sulla famiglia e sull’amore. Sull’amicizia, sulla religione, sugli anziani, sulle persone sedute davanti a te in metropolitana. Tutto gli si potrà contestare, eccetto l’essere banale. Un romanzo che vuole essere leggero, ma solo all’apparenza, perché è pieno di spunti di riflessione celati abilmente tra battute e sorrisi.  

A chi si ricorda di Fabio Volo come iena, presentarsi nudo a casa di Alessia Marcuzzi.. questo aspetto da intellettuale potrà sembrare assurdo. Ma Fabio non vuole essere un intellettuale, è solo un ragazzo intelligente e ironico che scrive a proposito di ciò che conosce. E lo fa splendidamente.

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Autore: Fabio Volo

Casa editrice: Mondadori

Anno: 2003

Pagine:

Prezzo: 13 euro

da regalare a chi..

non è felice, e non si accorge per esserlo

spesso basta solo volersi un po’ più bene

 

 

"Quando guardo un tramonto e mi emoziono, non mi domando a che velocità giri la Terra o a che distanza è il Sole o quanto sono grandi.. amo quel momento. Punto. Non c’è da capire, c’è da amare."

 

 

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