Sex 21

FRUSTA AMORE E FANTASIA
Desideri estremi: l'immaginario erotico femminile si scatena.

Una cosa è l'amore, tutt'altra cosa è il desiderio. E se deve essere desiderio, ovvero l'esplorazione di qualcosa che ti brucia dentro e di cui ancora non sai, tanto vale che sia un desiderio estremo. E' questa la filosofia portante di un ardito film in uscita sugli schermi italiani, e tanto più audace se si pensa che a firmarlo è stata una donna, l'"Amorestremo" di Maria Martinelli. In scena compare anche il celebre pornodivo Rocco Siffredi. E' la prima volta che nel cinema italiano viene rappresentato l'universo sadomaso, quel reame del desiderio in cui uno dei due partner tormenta e domina l'altro, e in questo caso è la donna a fare da padrona e l'uomo a fare da schiavo: com'era nel titolo del libro di Claudia Salvatori da cui il film trae origine e spunto.
La protagonista del film, il suo nome di battaglia è Xenia, cerca il desiderio e non l'amore. E perciò risponde via Internet a un aspirante schiavo, a uno che vuole essere umiliato e offeso. "Inventami" gli risponde Xenia via email. Si danno un appuntamento, vanno a casa dell'uomo. Lui si fa legare e minacciare; lei sta al gioco, eccome se sta a un gioco in cui sta scoprendo se stessa e le sue più segrete pulsioni. Fanno l'amore, lui serrato e incatenato. Lei crolla e sviene, tanto l'amplesso è stato intenso. "Non avevo mai provato un tale piacere". Stiamo parlando di desiderio, non di amore. Ma come, non eravamo abituati a pensare che a ragionare così fossero gli uomini? Che fossero loro a poter disgiungere il piacere dall'amore? Ma come, non eravamo abituati a sentirci dire che la sessualità delle donne fosse altra da quella degli uomini, diversa e più soffice?
Una bugia grande così, a giudicare da come raccontano, da come immaginano, da come disegnano le tante donne che esplorano l'universo del desiderio e dell'erotismo. Dai loro libri, dai loro film, dalle loro fotografie, dalle loro illustrazioni emerge un erotismo che non è affatto altro da quello maschile, e che invece perfettamente vi si incastra. Così è della scrittrice Catherine Millet, l'autrice della "Vita sessuale di Catherine M." (Mondadori), un romanzo in cui l'esuberante protagonista femminile racconta che le sue prime immaginazioni erotiche la vedevano preda di un assalto da parte di un gruppo di ragazzi che la raggiungevano e la assediavano in un riparo di legno e mattoni situato ai bordi di una piazza. Lei oggetto delle carezze e del desiderio di un gruppo di teenager qualsiasi, né più né meno di quelle che potrebbero essere le fantasie di un ragazzo.
Così come è assolutamente "maschile" l'autobiografia erotica raccontata per immagini della bella scrittrice e show woman Melanie Moore (http://www.melanie-moore.com) in una sua recente mostra di disegni alla galleria Cortina di Milano. La protagonista, bionda e formosa esattamente quanto l'autrice, si contrae di desiderio mentre sono in più d'uno a serrarla, a prenderla, a cercare il suo corpo. Tanto più roventi, tanto migliori sono i disegni esposti nella galleria milanese. Com'era stato del resto delle illustrazioni esposte in quella stessa galleria e firmate da Giovanna Casotto (http://casotto.redsectorart.com/), la "fumettara" lombarda che ha attinto da Franco Saudelli (http://www.giramondo.com/fia/artisti/Saudelli/; http://www.lambiek.net/saudelli.htm; http://www.dushi.com/bdsm_art/work/saudelli/index.html) e gli stilemi del raccontare per immagini e le situazioni che fanno da baricentro all'universo erotico: fanciulle serrate nei lacci del bondage, una lei formosissima che aspetta e si contrae nell'attesa dell'assalto maschile. Al punto che la stessa Catherine Millet (una che nella vita professionale è un'autorevole esperta e conoscitrice d'arte contemporanea) arriva a scrivere che non c'è atmosfera più disinvolta e tranquilla dei sex shop, lì dov'è chiaro ed evidente quello che ciascuno cerca e vuole.
E' ancora Millet a scrivere che a lei piace molto l'eroina di "Histoire d'O", il romanzo del 1954 che la raffinatissima Dominique Audry, una studiosa di letteratura inglese e di poesia barocca, aveva scritto a modo di omaggio a un lui irraggiungibile, quel Jean Paulhan di cui era pazzamente innamorata. A modo di regalo a quel che l'uomo si aspetterebbe da una donna, lei si era inventata la storia di una fanciulla che pur di compiacere il suo partner maschile accetta ogni vessazione e stupro da parte di uomini che non conosce e di cui le importa meno che nulla. Millet scrive di identificarsi appieno nella saga di O; e perché le piace essere sodomizzata, e perché le piace l'idea di vivere da reclusa in una sorta di territorio dove il piacere la faccia da assoluto. Regalo all'immaginazione maschile a parte, chissà che non la pensasse così la stessa Audry.
E del resto è quello che racconta Vanessa Duriès in quel suo racconto nitido e struggente del 1993, "Le lien", dove mette a verbale la sua speciale esperienza erotica e sentimentale. Studentessa ventenne, per amore di un uomo aveva accettato di fare diventare realtà i desideri maschili; per amore suo aveva accettato di farsi possedere da più uomini durante sedute sadomaso in cui non le era risparmiato nulla. Solo che nel vivere quell'esperienza s'era accorta di stare soddisfacendo pulsioni sue profondem desideri di cui non aveva avuto fino a quel momento nozione. Nel corso di quelle sedute aveva scoperto che i parametri del suo erotismo e del suo desiderio erano consimili a quelli del suo "Pierre". Pochi anni dopo Duriès perdette la vita in un incidente d'auto.
Senza dire che era stata una donna, Jeanne de Berg (moglie dello scrittore Alain Robbe-Grillet), a organizzare per vent'anni a Parigi le sedute sadomaso le più accurate e le più raffinate, l'impressione che l'universo erotico maschile e quello femminile siano perfettamente complementari e collimanti ce l'hai ogni volta che una donna si presenta sulla prima linea dell'erotismo. Si tratti di una giovane scrittrice francese come Florence Dugas (di cui è stato da poco tradotto "Il Vangelo di Eros", Edizioni Es), della strepitosa scrittrice Una Chi (pseudonimo di una valente e raffinata germanista italiana, Bruna Bianchi), o della fotografa tedesca Ellen von Unwerth (http://www.convergentus.se/books/photo13.htm), sempre hai l'impressione che loro immaginano e pensano le situazioni erotiche esattamente come le penserebbe un uomo.
Nelle loro opere sempre il desiderio va a pari passo con la violenza con cui viene portato a termine; sempre l'aura di Eros rasenta l'aura di Thanatos; sempre fare l'amore in tre è più stimolante che non farlo in due; sempre le fanciulle protagoniste si gloriano dell'immaginarsi oggetto di un assalto maschile focoso e irruente. Leggete il magnifico "L'ultimo desiderio" di Una Chi (pure pubblicato da Es) e non avrete bisogno di ulteriori commenti. Guardate le foto in cui Ellen von Unwerth esplora e mette in vetrina i corpi di attricette spudorate ed esibizioniste e non avrete bisogno di ulteriori commenti.
Per non dire delle volte in cui la donna va più a fondo che non l'uomo, come nelle foto in cui Irina Ionesco prese a modella la figlia adolescente, una figlia di cui non ebbe ritegno a esplorare le potenzialità erotiche, il femminile che stava sbocciando in lei, e ne nacque uno scandalo. Impacciati ed errabondi, gli uomini non arriverebbero mai a tanto. In uno dei romanzi più belli di Philip Roth (http://www.dazereader.com/philiproth.htm), il protagonista non la finisce di tormentarsi dal rimorso per avere una volta, quanto più innocentemente, risposto alla richiesta della figlia di baciarla così come lui baciava la madre.

ELLEN VON UNWERTH'S GALLERY
Eleganza ma anche ostentazione, voglia di mostrarsi a tutti i costi. Eccoli, gli scatti di Ellen von Unwerth.