Home Commenti Sommario Ricerca                  

 

Su
La nostra attività
P. Maurizio e dintorni
I Palazzi del Parasio
La Valle Roya
Le Fasce e il territorio
Il Parco Nazionale?
Links

 

La sezione di Imperia di Italia Nostra onlus, in conformità con l'art. 13 della Legge 196/2003 e successive modifiche, dichiara che gli eventuali dati personali raccolti hanno la sola finalità di registrazione dell'utente, di attivazione nei suoi confronti il servizio richiesto e fornitura delle informazioni richieste, nonché sulle iniziative e le attività promosse dalla stessa. Tali dati verranno trattati elettronicamente in conformità con le leggi vigenti; si garantisce la riservatezza degli stessi e che non saranno oggetto di comunicazione o diffusione a terzi. L'interessato può esercitare in qualsiasi momento i diritti di cui all'art. 7 della suddetta legge (accesso, correzione e cancellazione dei dati), alla sezione medesima via posta o email.

NUOVE FILOSOFIE DELL'

INTERVENTO PUBBLICO

horizontal rule

Mi occuperò di quelle che pur non essendo più" nuove filosofie" dell'intervento pubblico, visto il cambiamento nella maggioranza di Governo, costituiscono probabilmente un punto di partenza per ancor più nuove filosofie. Nel lontano passato precedente alla rivoluzione in politica economica della sig.ra Thatcher e di Reagan dei primi anni '80 del secolo scorso l'intervento pubblico in Europa si giustificava sia in relazione ai fallimenti del mercato sia in relazione ad obiettivi pubblici indipendenti da ogni valutazione di mercato. La programmazione degli investimenti non era discussa per la sua legittimità, ma per i suoi effetti. Se si dovesse piuttosto ricorrere al settore privato rispetto all'azione diretta dello Stato, era allora questione squisitamente di merito. Naturalmente, già all'epoca erano ben conosciute le distorsioni presenti nell'intervento pubblico diretto: corruzione e concussione, lievitazione dei prezzi, qualità inefficienti, servizi inaffidabili, irrilevanza del fattore tempo nell'esecuzione dei lavori e nell'esercizio delle funzioni, mancanza di rilievo della domanda individuale; comportamento burocratico tendente a massimizzare la spesa, ecc. Tuttavia, si trattava di difetti che, benché grandi e distruttivi, si consideravano inferiori a quelli di una devoluzione dell'insieme delle decisioni pubbliche al settore privato, che presentava i difetti dell'oligopolio, dei gruppi di pressione e delle circostanze esterne negative (sociali, ambientali): nel caso dell'intervento pubblico, infatti, si poteva intervenire direttamente per eliminare o ridurre le distorsioni e le esternalità, mentre nel caso del settore privato le regole del mercato potevano essere migliorate, ma non si sarebbe mai eliminato il pericolo della "legge del più forte". Da non sottovalutare il fatto che una grande serie di obiettivi erano pubblici perché erano considerati collettivi - Istruzione, sanità, ambiente, conservazione dei beni culturali e ambientali, cultura, ricerca scientifica, difesa, giustizia, gli stessi mercati - e dunque sarebbero stati snaturati se affidati al settore privato. Dopo la reazione thatcheriana e l'enfasi sul pareggio del bilancio pubblico, è prevalsa - gradualmente -la tesi dello Stato minimo.

A seconda del prevalere della sinistra o della destra politica nei diversi Paesi, lo stato minimo è stato interpretato, rispettivamente, come produzione privata di beni pubblici (e collettivo o come produzione privata di beni privati (negando l'esistenza di beni collettivo. Sto estrèmizzando, naturalmente, ma allo scopo di far capire come, in ogni caso, il filo logico della nuova "filosofia" sia quello della riduzione della responsabilità pubblica e della maggiore efficienza ed efficacia del settore privato. In molti Paesi, istruzione, sanità, giustizia, difesa continuano ad essere considerati beni collettivi e sono prodotti dai singoli Stati, ma ciò che importa è la sempre presente tendenza a trasformare, nella misura del possibile, ogni bene collettivo in bene di mercato. Il processo è incorso, e presenta alterne vicende. Nelle more della trasformazione si creano novità istituzionali che trascendono la direzione della trasformazione. Si è formata una nuova "meta-filosofia" intorno al terzo settore, o non-profit, considerato come esecutore privato di obiettivi pubblici, non distorto da logiche di mercato. Il terzo settore, d'altro canto, è una complessa costellazione di diverse forme di rapporti istituzionali, e di organizzazioni, che vanno dagli accordi volontari, alla concertazione, alla partecipazione, alla cooperazione, alle associazioni, alle fondazioni. Siamo di fronte a forme organizzative presenti, sempre in tutte le nostre società, ma che nello scontro tra Stato e mercato sono investite di nuova importanza e di nuovi, compiti.

In questo quadro vedo la discussione di Italia Nostra sull'otto per mille. Ciò che lo Stato desidera, con questo strumento, è che si ampli il raggio dei soggetti capaci di esprimere obiettivi di natura collettiva e ciò allo scopo di rafforzare e non di indebolirne la dignità stessa. Occorre ricordare, infatti, che mentre procede la riduzione del ruolo dello Stato, si indebolisce anche la capacità dello Stato di giustificare se stesso: quanti soprintendenti sono oggi in grado validamente di reagire alla inevitabile riduzione del proprio ruolo, legata alla riduzione dei finanziamenti pubblici? E la loro stessa cultura, non finisce per sterilizzarli nella fiera rivendicazione corporativa? A quali alleanze possono far ricorso, se il settore privato è il loro naturale avversario? Allo stesso tempo, il ricorso al "terzo settore" ha il pregio di ridurre la rigidità burocratica del settore pubblico che, per alcuni tipi di progetti, può essere molto negativa e proprio per la pressione di' interessi esterni. Bisogna sempre ricordare che il comportamento burocratico è vincolato dalla norma. Se questa non tiene conto delle circostanze esterne positive o negative, anche il funzionario pubblico non ne terrà conto.

E' vero che anche il terzo settore, può comportarsi in maniera opportunistica e non svolgere il compito che la propria missione e lo Stato gli assegnano - e che in sostanza è quello di evitare la pura privatizzazione dell'offerta - ma appropriarsi di vantaggi, pur se l'organizzazione è senza fini di lucro: si tratta di una situazione ben nota, che dà luogo a correttivi nella forma di statuti, deontalogie, regolazioni, monitoraggi, controlli e valutazioni. Infine, deve essere chiaro che, quando lo Stato assegna l'otto per mille, lo fa anche per far corrispondere, sia pure marginalmente, l'esazione fiscale ad una qualche preferenza per il contribuente. Che si tratti di una illusione, è ben noto, ma è la stessa illusione che riduce il senso di colpa dei giocatori del lotto, quando sanno che una parte della loro spesa va a finanziare nobili obiettivi. Se devo esprimere un'opinione, ritengo che Italia Nostra debba concorrere all'otto per mille, ma che debba dotarsi di un organismo che controlli in modo specifico la funzione collettiva della spesa che quei fondi consentono.

Paolo Leon

Fonte: Bollettino dell'Associazione n. 378 dell'ottobre 2001

horizontal rule

 

Home ] Su ] L'Associazione: progetti e interventi ] [ Nuove filosofie dell'intervento pubblico ] La Legge Lunardi ] I rifiuti: l'ombra dell'ecomafia ] La città come ecosistema ] La nuova direzione ... ] Il Depuratore di Sanremo ] Tutti abitabili i sottotetti con la L.R. 24/2001 ] Comitato contro la proposta di legge per la liberalizzazione dell'accesso dei fuoristrada ] Guerra in Iraq: alcuni costi reali della guerra ] Contro l'autostrada tirrenica A7 ] Il TAR e il parco del Cilento ] Mediterraneo. Onu: questo mare e' una piscina-pattumiera ] Mediterraneo. Wwf: ecco cosa succede al greggio che finisce in mare ] IL MANIFESTO DI PRODI DIMENTICA I BENI CULTURALI ] RICORDO DI UMBERTO ZANOTTI ] Italia Nostra compie cinquant’anni ] 1955-2005: cinquantanni di tutela ] Appello Lupi ] Appello per le Eolie ] Ancora sul ponte sullo stretto di Messina ] Sul lupo ] Sui porti turistici ] Sui porti turistici francesi ] Sul Parco delle Alpi Liguri ] Il reale costo del nucleare .... ] Patrimonio in vendita ] A proposito del nucleare ... ] Porticiuolli turistici ] Rifkin ] Primi approcci verbali al nucleare ] Sulla Val Roya ] Lettera ai soci ] Alpi del Mare patrimonio dell'umanità ] Newsletter n. 15 ] [Credits]