Home

   

 

Linguaggio

La comunicazione empatica
Quando la comunicazione diventa tesa e difensiva

Un linguaggio che analizzi, interpreti, dia consigli e direttive, blocca nell'altro l'esplorazione di sé, e lo induce ad assumere comportamenti difensivi: questi si preoccupa allora di fornire un'immagine di sé conforme ai canoni morali, seleziona le parole da pronunciare per ricevere approvazione ed evitare biasimi e si concentra sull'effetto che sortiranno sull'altro, vivendo ansiosamente la comunicazione.  

Minimizzare, ingigantire o invitare al realismo sono strategie evitanti che celano disinteresse verso il mondo emotivo dell'interlocutore e rivelano un atteggiamento superioristico nei suoi confronti

In una comunicazione empatica l'interlocutore si astiene dall'analizzare e dal fornire direttive e rinuncia a giudicare positivi o negativi i comportamenti dell'altro: in una comunicazione empatica l'uno crea in sé il vuoto, per ascoltare l'altro incondizionatamente e senza gabbie.

Domande e risposte
Tre tipi di comunicazione

Bergmann ha monitorato una circostanza che si verifica nella relazione terapeuta-cliente, e più generalmente nelle relazioni umane, quella in cui l'uno chiede all'altro un parere, un consiglio per risolvere un problema, una valutazione dei progressi compiuti, un giudizio sulla moralità di un comportamento. Bergmann mise in relazione le risposte del terapeuta e le reazioni del cliente.

1) Quando il terapeuta rispondeva al cliente valutandone il comportamento, esprimendo un giudizio positivo o negativo, indicando comportamenti alternativi da adottare di preferenza, il cliente veniva a trovarsi in una situazione di dipendenza, abbandonava l'esplorazione di sé e non progrediva nell'autocoscienza.

2) Quando il terapeuta rispondeva con un'ulteriore domanda, chiedendo di riformulare la richiesta perché non risultava abbastanza chiara, il cliente reagiva ripetendo la domanda, ed anche in questo caso abbandonava l'esplorazione di sé.

3) Quando il terapeuta non badava alla domanda vera e propria, ma poneva attenzione al significato emotivo che assumeva per il cliente e provava ad esprimerne lo stato d'animo, anche parafrasando le parole del cliente stesso, questi continuava nell'esplorazione di sé, si impegnava a cogliere i nessi tra i suoi comportamenti e i sentimenti e progrediva nell'autocoscienza.

Secondo la psicologia umanista, uno scopo della psicoterapia è l'emancipazione della persona dai condizionamenti e si attua attraverso l'aumento della consapevolezza. Il terapeuta che risponde meglio all'intento di sollecitare nel cliente l'esplorazione di sé, è quello che assume un l'atteggiamento privo di valutazioni, di interpretazioni e di biasimi e lodi.

Argomenti correlati:interazione e relazione psicoterapeutica


Home


Altri processi:  Apprendimento I Memoria Motivazione | Percezione | Pensiero