Una placca estensibile schiumascagliata mi vive in superficie nuance insensibile di neutro screziata per non squarciare il morbido piumaggio di falena mai visto da nessuno qui nella stiva densa di fumo
nero che gira e stringe ogni respiro
in una morsa acquattato e barricato sotto indecisioni agganciate a riflessioni come mani al corrimani d'una ripida scaletta (è solo una questione di
fatica) scorticata di poesia e prendo il fiato per la prossima brancicata
rampa per quel che vedo per quel che sento schianto tuonato frantumato d'un breve millennio al mondo deciderò più tardi , a volte mai quando niente è innocente nemmeno per sentito dire (nella stiva c'è chi giura
d'averne visto uno) la scelta è inconcludente come l'onda sceglie la spiaggia di
sera il faro decide ch'è notte la rondine ch'è primavera il roseto mette i bocci allora ho spento i fari e sono sceso giù dalla collina sotto la luce d'un tre quarti di luna biancoperla