Un senso, rosso

 

 

 

 

 

infine

sbiancata la notte

alla sprovvista del mattino

non voler vedere il giorno

ch'è già cominciato

contemplato

a mille illusioni sopravvissuto

alle felicità di baci di passaggio

e sbattere un coperchio

sui mulinanti  sogni inadeguati

che siano sfuggiti  farfuglianti

ricordi d'alito profumato

nel ritmo d’un respiro preso in bocca

ma

non ti sento non ti vedo non ti tocco

Non so

se avrei voluto essere un poeta

cantare una donna nei colori vivi

d'un alfabeto ben rimodellato

rendere visibile l'intima profondità

tutti quei luoghi di passaggio

d'un cuore in negligè

spudorato ed anelante voglia

di gioco

d'un Dio un po' perverso

sezionando piacere e confessione

e la parola chiave è

corpo trionfante bestia

che s'accalda a dimostrare

l'attesa d'un orgasmo

non senza reprimere un sospiro