Un
senso, rosso infine sbiancata la notte alla sprovvista del mattino non voler vedere il giorno ch'è già cominciato contemplato a mille illusioni sopravvissuto alle felicità di baci di passaggio e sbattere un coperchio sui mulinanti sogni inadeguati
che siano sfuggiti
farfuglianti ricordi d'alito profumato nel ritmo d’un respiro preso in bocca ma non ti sento non ti vedo non ti tocco Non
so se avrei voluto essere un poeta cantare una donna nei colori vivi d'un alfabeto ben rimodellato rendere visibile l'intima profondità tutti quei luoghi di passaggio d'un cuore in negligè spudorato ed anelante voglia di gioco d'un Dio un po' perverso sezionando piacere e confessione e la parola chiave è corpo trionfante bestia che s'accalda a dimostrare l'attesa d'un orgasmo non senza reprimere un sospiro