una barca allo squero




e come spinti dal fiammeggiante barbàglio
e dalla liquida ombra dorata
girano i venti sul pieno del giorno

perchè m'affanno
col dire evocando di prue silenziose
di chiglie che aprono il fluido solcato
di fiocchi che scoccano tesi

non è certo questa nostalgica insistenza
sull'onda della parvenza a darmi un approdo
non l'ostinato beccheggio sottocosta
d'una barca armata con vele fatte di prosodìa
chè il perenne cigolìo delle drizze
già ci rode

qui s'intona un canto per altri azzurri
dissi: c'è l'azzurro nella rada
di profondo si colora l'acqua
e di refole s'increspa
quell'isola laggiù non è che
un cuore all'ancora

nel sole che accieca son nascosto
largo mi levita lo spazio
per uscire dal solito porto
e domando
e senza arrendermi cerco
al di qua del mio mare un imbarco