smarrimenti




Lo so che quando ti ho detto che mi ricordavi tua madre, non era un complimento. Lo so che i miei parenti non ti sono mai stati simpatici. Ma non ti preoccupare, perchè non lo erano nemmeno a me, simpatici. Non é che si abbia la possibilità di scegliere, in questi casi. In altri sì. Per esempio adesso scelgo di uscire: me ne vado per un po'. Una passeggiata igienica, aria pulita, aria, aria!
Scelgo il bosco. E' un bel posto per appendervi i pensieri, lasciarli là appesi come foglie, o farseli strappare dai rovi che ti trattengono le vesti e che sembrano dirti, ehi? dove vai? aspetta un momento...
Non é difficile entrare nel bosco. E' più difficile uscirne dalla parte giusta, che sarebbe quella da dove ci sei entrato. Questa cosa somiglia ad un altra, forse a tante altre. Rovi compresi.
C'é chi entra nel bosco giusto per perdersi, almeno distrarsi, almeno cercarsi, almeno tentare di ritrovarsi. Ed é molto complicato ritrovare sè stessi se non ci si é persi.
Mica tutti vogliono entrare nel bosco e sapere ogni secondo dove sono.
Per perdersi non ci vuole molta esperienza. Anzi, non ce ne vuole affatto. Quindi se ci si ritiene esperti è consigliabile entrare nel bosco dopo essersi scolato un po' di quello buono. Così è più semplice perdere l'orientamento. Puoi avere qualsiasi demone protettore che vuoi ed aver superato il corso di Sopravvivenza&Combattimento - che é una specie di gioco al massacro – ma vedrai che dopo una serie di fetenzìe e giravolte ubriache comprese di vomito e pantaloni calati, ti sei perso per davvero.

Il bosco fa un rumore come un cinghiale
Il bosco fa un rumore come un serpente
Il bosco fa un rumore come uno scoiattolo
Il bosco geme come una quercia storta
Il bosco geme come il vento tra i capelli d’una donna

Così qualcosa si muove e mi spazzola la caviglia.
Sobbalzo e guardo giù.
Un serpente con scaglie d'ametista, rilucente tra le foglie bagnate e rugginose sparse sulla terra umida e nera sta attorcigliato al mio polpaccio destro e solleva la testa verso la coscia. Mi fissa. Devo dire che ha uno sguardo acuto ed intelligente.
«Io sono giovane», mi dice.
No, penso, rifiutando quella follia, ed allora vedo che é solo un vecchio ramo storto e ricoperto di lichene secco.
Cammino.
Ma non c'è nessun posto verso cui camminare, perchè il bosco si chiude su sè stesso e su di me fin dove arriva lo sguardo in qualsiasi direzione. Così cammino in direzione dei raggi di sole che filtrano tra le foglie, che sono l'unica cosa che si muove oltre me.
Cammino.
Finchè il sole diventa rosso e tinge i riflessi bagnati con il sangue. Un uccello nero come una macchia d'inchiostro si libra frullando le ali contro le folate di vento. Mi guardo intorno ed una certa malinconia mi cala addosso: sono fuori del bosco. Il terreno pulito si stende ai miei piedi e l'erba secca bagnata é rosso dorata. Potrebbe anche essere la vetta del mondo: il cielo sembra ad un passo da me, faccio in modo che sia tutto blu ed il sole mattiniero e giallo. E' una cosa facile per chi ha già vissuto una vita. Mi guardo intorno, vedo la terra piena di luce che mi é familiare.
No. Non mi ero perso. Solo chi é giovane si perde davvero, il vento sussurra.