ilgrandesonno


scandaglio







non si tratta di fuga
da quello che si crede
è per non restare inanimato
per salutare col fazzoletto bianco
gli altri rimasti a riva a frotte
così cadono
anche le ultime domande
in quel silenzio d' una luce
sospesa
tra il giorno e la notte
che somiglia tanto a quello
della serenità mai avuta
e sotto la pelle
quasi un lamento
quello che si dice vita
polverosa e spoglia
poi di nuovo
davanti a me
i massi costoni nudi bagnati
il mare silice schiumascaglia
dorsutonero al soffio regolare
stabile di terra il vento sorto
il lento invincibile gratuito
magia splendore vortice
notturno
l'ho contemplato a lungo
sorridendo come posso
all'inaccettabile
fomentando più lontano dei sogni
paradisi arrischiati
eden invivibili
ostinatamente
sulla cresta di quell'onda
per altri abisso
perchè dal petto non mi cada
la pietra rosso sangue
che serro tra le ossa
cristallo fulminato
dalla dolcezza lancinante
delle stelle












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