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rotte stimate







La pioggia avvolge l'albergo come una spruzzata di deodorante al profumo di terra bagnata e, più che esser fatta di spanciate gocce in caduta libera è una specie di nebulizzazione mossa dallo scirocco. Tùrbina sconvolta nel vento intorno ai rari lampioni al freon arancione e non si sa se cade sugli aghi di pino, sulla sabbia, sul verde del prato a tre fioriture o riprende la strada su per le nuvole.
Una specie di luna bagnata s'è alzata di sorpresa in uno scorcio di nembi ad ovest, intorno alla mezzanotte, ma poi l'ho persa di vista, preso com'ero a contemplare la tappezzeria della parete di fronte, boccioli di rose arancione allineati come soldatini, ognuno sospeso su una foglia grigioverde. Non se n'è mosso uno, per tutto il tempo che li ho guardati, ma forse a volte mi sono distratto un po', il fatto è che mi sembrava di sentire un profumo - succede che un profumo possa diventare un ricordo - ed allora sparivano pareti e non c'era più tetto sulla mia testa, solo qualche luminosa stella. Non c'erano più porte, non c'erano finestre ed uno avrebbe potuto anche volare.
Volare, ti ricordi come si fa? Le braccia impercettibilmente si allontanano dal corpo ma è solo una reminiscenza.
«Secondo me, volare è bellissimo», aveva detto lei, forse solo per compiacerlo. Una specie di brivido l' aveva scossa, ma non poteva essere il freddo con l'afa che faceva. Lui le aveva infilato una mano sotto la maglietta e le aveva risposto:«Però conosco una cosa che è altrettanto bella».
«Quale?», gli aveva chiesto lei. E così lui glielo aveva fatto vedere. Lei aveva la bocca così dolce.
Scuoto la testa e torno ad ammirare la tappezzeria, mentre le falene entrano attraverso la porta emettendo uno stridìo insistente ed il loro frullar d'ali s'interrompe allorquando battono contro le plafoniere e rimangono stordite e cadono. Alcune resterebbero lì per terra fino al mattino. Quando cadono con le zampette all'aria non ce la fanno a ripartire. Così mi dedico a far riprendere loro il volo, ma non è che siano molto felici d'essere prese da un paio di dita e rimesse in aria come un aeroplanino di carta. Alcune si tengono attaccate ai polpastrelli come ad un salvagente. Allora vado fuori e le depongo sulla prima foglia che mi capita.
«Ci teniamo tra le braccia così, per sempre», diceva lei, «Ci terremo tra le braccia così per sempre», diceva lui. Tutto il tempo che stanno insieme lo passano a pomiciare od a minacciarsi di fare anche di peggio quando non lo fanno, e lui vorrebbe stare con lei finchè i lampioni per le strade non si accendano e lei ribatte che vorrebbe averlo finchè invece non si spengano al mattino dopo, ed il loro modo di fare all'amore è diventato una successione di particolari sempre più noti e sempre più desiderati fino alla dolce implosione alla fine, la fine d'un capitolo, la fine d'una giornata, nient'altri episodi, solo l'amore.
Le luci dei fari sciabolano splendenti, non appaiono tanto lontani, visibilità ottima, Comandante. Momentanei buchi praticati nella notte nera dai quali trapela una fiammata di luce di chissà quali altri mondi, rotta per 165° - nodi 7 - calma di vento et mare - cielo sereno - navigazione regolare. Alla via così. E c'è questo continuo rumore nella mia testa, un ronzìo, una vibrazione, forse non è altro che il suono che produce la terra rotolando nel buio e nel silenzio più assoluto. Un silenzio da fantasmi, un silenzio infinito, un silenzio più profondo di qualsiasi altro silenzio. Le ho viste le luci di un'altra vita trapelare, le ho colte al volo, ma non le ho mai potute raggiungere.
Anche quella volta fanno l'amore, ma benchè tutti i movimenti riescano bene, anzi meglio, come sempre del resto - «l'ultima volta è sempre la più bella», ripeteva sempre lui, e lei lo guardava un po' indecisa sul da farsi - è come se fosse mancato qualcosa per l'indomani, o ce ne fosse stato anche troppo cui pensare, il coraggio di volare a volte non è mai abbastanza, oppure quelle luci che sciabolano nel buio possono far tremare i polsi che si sentivano saldi al pensiero del mare nero su cui avventurarsi, al pensiero di lasciare un approdo sicuro o quasi, ma pur sempre un approdo al riparo dei venti.













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