nel cerchio capace





sulle rive del canale trasparenze tremano
indugia il diasprosangue cristallino
sciaborda un'onda distrattamente
fra le roccie dello Sparviero screpolate dal sole

gabbiani ubriachi di luce palpano l'aria
il vento dell'est trasporta il gelo dei Balcani
come per coprire umiltą di uomini nessuno
che rompono il silenzio
per mormorare ancora opere inutili

o affanni di sangue
non sorretti da ragionevoli valori

luce che risplende
nell'ora in cui le barche non lasciano scia
e sono per sempre sospese
lontane non pił di ricordi

o come raccogliere parole
sulle solitudini dei giorni futuri
se tutto non fosse stato detto