L'uomo sul molo con la pipa in bocca





L'uomo che parla francese lo conosco, anche se non saprei dire quando l'ho conosciuto, forse è stato in un altro tempo o perchè no? in un'altra vita, quando non ero quel che sono ora, ma ero ancora me stesso, quell'altro, quello che ormai si è dato per assente, anche se io so quanto sia presente, quanto mi spii da dietro ogni cespuglio, quanto mi pedini nel mio inutile andirivieni. Perchè mi pedina? Che cosa vuole da me? Cosa fa ancora qui, intorno alle mie cose, non certo le sue.
Però capisco bene che per il momento mi conviene ammettere senz'altro che sono stato anche qualcosa d'altro, magari evitando ogni accenno ad una vita precedente e dissimulando ogni incertezza con l'uomo che parla francese. In seguito forse, con caute domande potrò scoprire, trovare qualche indizio su quel che veramente costui ricorda di me, quindi saperne un po' di più, sperando che non sia un di meno, sperando di essere stato qualcosa di più di quel che mi sento d'essere ora. Così, come se lo chiedessi così, tanto per fare gli domando com'è arrivato qui, nel luogo dove siamo. Stavo per precisare: in treno, in aereo, in auto? Fortunatamente mi trattengo in tempo, ricordandomi la prudenza che mi sono ripromessa, per non dire imposta. Fortunatamente perchè l'uomo che parla francese mi risponde che da tempo è qui con me, ma che soltanto adesso io mi sono accorto di lui, forse perchè la nostra condizione è adesso molto simile, visto che anch'io ho smesso di guardare oltre la prua, visto che ora ho cominciato a parlare decisamente come lui, come uno che vivesse nelle nuvole, dice proprio così, "dans le nuages", ma è proprio per questo aggiunge, che gli sono simpatico, oltre al fatto che pazienza, pazienza, da ora in poi è difficile andare in franchigia, anche per lui che è un contremaître ed è perfino simpatico al comandante, ma questo succede sempre coi marinai di coperta, di tanto in tanto uno avrà pur diritto di svagarsi no? Una notte a terra ti fa venire voglia di ritornare subito in mare, naturalmente coi piedi ben piantati su una nave con un bel carico rispettabilissimo, fosfati, rottami di vetro, carbone, come carbone? ma questo è stato in quell'altro tempo, quando ancora c'era chi bruciava carbone in Irlanda e c'era chi l'estraeva in SudAfrica e prima del lancio dei satelliti per la comunicazione e prima che il resto del mondo s'infilasse verso nord e nessuno sapeva più dove era nato, chi erano suo padre e sua madre, quindi incontrare qualcuno che conosci è sempre una specie di miracolo, un modo di dirti che sei reale, esisti, o forse sei esistito ma per quel che vale una certezza, seppur momentanea, è sempre una conferma in vita, una firma depositata, tra me e lui.
Per un po' ci siamo stati, poi chissà. Qualcosa ci sarà.