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l'ignoranza





Me la trovai davanti all'improvviso, titubante lei come una porcellana fragile e leggera, titubante io che non mi sarei aspettato mai un simile incontro, in quel luogo ombroso tanto vicino al calore dell'asfalto quanto lontano dallo sfrecciare degli scappamenti veloci e rumorosi. Un botro nella selva all'apparenza impenetrabile all'occhio fisso che corre tra i guardrails, un luogo fresco con un gorello d'acqua che ne alimentava la rigogliosa vegetazione, la fioritura di fiori selvatici dai colori che irrompevano nel verde e dai quali non riuscivi a distrarre l'occhio.
Forse era per quello che mi accorsi di lei all'improvviso.
Mi si fermò davanti e con un rauco velo di voce mi domandò del fuoco. Mentre gli incendiavo la sigaretta, lei mi guardò di sotto in su, gli occhi abbrumati da una cascata di capelli neri che si perdevano nella profonda scollatura d'una semplice camicetta bianca. Con un mezzo sorriso, poichè per mia sorpresa mi sembrava tutta immersa in una mezza tinta, mi ringraziò prima di allontanarsi e scomparire nella vegetazione.
Restai là con l'accendino in mano finchè mi bruciai malamente le dita prima di realizzare che forse non era stato un fantasma ad apparirmi, o forse sì.
A lungo mi ricordai delle sue lunghe gambe affusellate, me le immaginai in un passo di tango, gli occhi di porcellana che mi guardavano di sotto in su con connivenza.
Il sole non riusciva a penetrare nella profonda vegetazione. Si limitava a dare una leccata al fogliame lasciandolo libero di ombreggiare il sottobosco. Qualche insetto osava affrontare i suoi raggi per andare a volteggiare nell'abbaglio prima di gettarsi di nuovo in planata sul corpo. Gli insetti si muovevano senza nessuna apparente differenza, come sempre, andavano e venivano attirati dall'odore, come sempre, non percepivano la differenza tra la carogna d'un cinghiale od il cadavere sfigurato,bluastro per la decomposizione, d'una ragazza. Essi la ignoravano, la ignoravano i microbi, la vegetazione, le pietre, la ignoravano anche gli uccelli che intanto cominciavano a svolazzare anch'essi sul suo corpo, la ignoravano anche gli uomini e quello forse non era proprio naturale come lo era per gli insetti, la ignoravano tutti, meno uno.
Tornavo spesso nel botro ai bordi dell'asfalto, così vicino agli scappamenti rombanti, così lontano dagli occhi veloci di passaggio, ma non la rividi più.
Seppi poi che era stata uccisa da un'auto che l'aveva scagliata in fondo al botro impenetrabile. La persona al volante era una di quelle che ignora, ignorava, una di quelle che non ha occhi che per sé stessa, e poi cosa era mai? una puttana in meno, una clandestina in meno, ignori tu? ignoro io? ignora, ignora, qualcosa non resterà. Così bevvi parecchio quella sera, in preda a chimere ed orizzonti senza nessuna gloria, ed intorno il botro si faceva sempre più profondo, un pozzo senza fine fatto di uomini, donne, in piedi sulle teste di altri uomini, altre donne, calpestati che si calpestano, io ignoro, tu ignori, tutti per risalire dal fondo di un pozzo che affonda sempre di più, ignorato da tutti.






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