ilgrandesonno


last-minute







Il tempo dei viaggi estivi è agli sgoccioli. Anche l'estate del 2006 è agli sgoccioli. Le notti sono diventate più lunghe e più buie e diverranno sempre più silenziose. Tuttavia c'è sempre il tempo per un viaggetto nel fondo dell'armadio, anche se ha gli sportelli mezzo scardinati, tentennanti e cigolanti ma è roba solo per chi vive ogni minuto per davvero, per quelli che mettono tutte le cose da parte, anche se poi se ne dimenticano. Così le cose finiscono laggiù in fondo e vengono ammucchiate le une sulle altre, un po' come le pagine d'un libro, oppure di un diario, o affastellate come foglie a formare una piramide o anche una diga che contiene chissà quante altre cose.
Capita a volte di ricordarsene e di aver voglia di tirarle fuori. I viaggi nel fondo dell'armadio son sempre pervasi di nostalgia e di strani odori. L'odore del tempo ch'è passato e di quel che non ritorna.
Laggiù è sempre un po' crepuscolo.
Laggiù le stagioni sono sfasate.
Laggiù le date non coincidono quasi mai con la memoria.
Laggiù il tempo se ne frega.
Un viaggio nel fondo dell'armadio mica si programma. E' una specie di last minute dell'impulso tra il curioso e lo stupefatto e di solito comincia dal paese degli specchi. Quando lo specchio chiama per farti vedere come sei cambiato. E' tra gli orecchi ed il naso che devi cercare il cambiamento. Nuove rughe a parte, lo sguardo la dice lunga, se non fingi, se non fai l'attore. Il dibattito potrebbe iniziare da lì.
Soffri di anoressia? E' una forma di protesta? E' colpa del governo? Non ti piace quel che ti viene cucinato? Vai spesso a dormire a digiuno, poi però ti mangi i sogni che fai.
Sì. Ho mangiato tutti i miei sogni ed anche i vostri, uno dopo l'altro, se ne ho incontrato qualcuno. Ma non s'ingrassa a forza di mangiare sogni.
Indovina un po'?
Nel fondo dell'armadio c'è un passaggio segreto.
Ma no?
Ma sì.E' naturale che vi sia, se non ci fosse un passaggio segreto di dove passeresti per iniziare il viaggio? Come tutti i passaggi segreti hanno un aspetto molto riservato. Non so se ne abbiate mai visto uno. Non si distinguono facilmente. Sono fatti apposta così. Per confondere le idee. Un rubinetto può essere la maniglia di una porta che da' l'accesso ad un passaggio segreto. Allora si dice che è un passaggio dal bagno. Il lavabo ed il mobile in cui è applicato ruoterà per mostrarvi lo stretto passaggio. Ci sono anche passaggi segreti dagli attaccapanni: appendete il cappotto ed un buco nero si aprirà nella parete accanto. E' strano: non sono mai invitanti ma le persone vi s'infilano lo stesso.
Un passaggio segreto è sempre stretto. Umido. Buio. Occhietti bianchi di strani animaletti vi osserveranno mentre lo percorrerete. Impalpabili e polverose ragnatele vi si incolleranno alla faccia. Sono previsti anche gechi, benchè io non sia molto d'accordo: i gechi amano i luoghi frequentati dalle persone perchè queste accendono sempre una luce quando sono al buio. Questa loro piccola mania fa accorrere le zanzare di cui i gechi sono moilto golosi.
Prosegui, non divagare.
Sì.
Fino a quel momento credevate di conoscere abbastanza bene la vostra città, la vostra casa, il vostro bagno o l'armadio. Avete iniziato il viaggio con un sorrisetto di sufficienza, ma qui si continua a scendere sempre di più, sempre più giù e vi cominciate a chiedere se per caso non arriverete in Cina. Il passaggio all'inizio era fatto di umidi mattoni rossi ma in seguito le pareti son diventate di terra scavata ed assi: la cosa non appare molto sicura, fa sempre più caldo e bisogna cominciare a succhiare per respirare. D'un tratto si percepisce una corrente d'aria. D'improvviso ci si viene a trovare in un bosco la cui ombra è rotta soltanto dai raggi d'una luna piena che filtrano tra i rami ed il fogliame frusciante. Si è quindi all'aperto ma è inutile voltarsi indietro: non vedrai mai da dove sei passato. Un passaggio segreto non lo si vede mai, una volta che se n'è usciti, non ve l'avevo detto?
L'aria ha un buon sapore, ve lo dico, sembra di sognare, sapete? quell'odore di terra bagnata, di fiori selvatici, di corteccia che nasce e di quella caduta al suolo che s'è mischiata alla terra. C'è un sentiero, tra gli alberi. Quello soltanto. Lo percorriamo ed arriviamo ad un fiume. Le acque sono placide e tranquille. La corrente è quasi ferma. Proviamo ad entrarci: chissà se è profondo. Scivolando sui ciottoli rotondi mettiamo un passo dietro l'altro nelle acque tranquille. Lo si può attraversare a piedi. Non è che ci sia da fidarsi molto, al chiaro di luna, ma stiamo ben attenti.
Sull'altra sponda c'è una specie di balera, tutta illuminata da lampade di carta colorata. La Cina è vicina e non c'è stato bisogno di attraversare la terra da parte a parte. La veranda è affollata di uomini e di donne, mentre un'orchestrina suona all'interno. Suonano quella musica che ti fa muovere subito i piedi a tempo. Quella che ti entra dentro e ti rimbalza per la testa. Quella che a volte ti rimbalza per la testa per anni, ogni tanto, senza nemmeno che te n'accorgi. Come vedi, le donne sono tutte bellissime, anche quelle che non lo sono. Le donne che ballano sono sempre bellissime, guardale meglio se non ci credi. Ti aggiri per la balera dandole i nomi che i loro volti ti ispirano, c'è una Flora, un' Annabella, una Virginia, poi c'è Monica, Elisabetta, Marta, Lidia, Josiana; noti che i loro capelli sono diversi, e i rossetti sono diversi come i loro vestiti, come sarà diversa la loro biancheria, come i loro cuori, e raccogli tutti gli indizi che puoi, soprattutto dei loro sognima anche delle domande che si fanno sulla fedeltà dei propri consorti. Le domande che si fanno per capire chi sono i loro veri amici. Alcune smettono di ballare, si mettono gli occhiali, si tolgono le scarpe e se ne vanno lungo il fiume. Ora mi ricordo:«si ritrovano solo camminando scalzi, i sogni», almeno questo era quel che sussurrava la vecchia dalla criniera bianca ogni volta che veniva consultata dai pellegrini in cerca dei sogni perduti. Così sin dall'alba c'era la fila al suo capanno sul fiume. La vecchia dormiva dentro una fontana, se ne vedeva solo gli occhi fatti di notte e la criniera bianca. Molte donne con addosso i loro vestiti da ballo, ma anche nei pigiama, con l'odore dei sogni stropicciato sopra, aspettavano piene di speranza. La vecchia le annusava poi parlava nelle gocce d'acqua. Solo con il sogno ritrovato le donne potevano di nuovo addormentarsi ed io posso ritrovarmi nell'armadio. Mi asciugo il sudore con uno dei vestiti che non metterò mai più, ma che tengo per ricordo, di cui una volta dicevo non si sa mai, chissà, forse, magari. Sono faticosi i sogni e ce ne sono alcuni che non finiscono mai.
Ma proprio mai.












(C) ilgrandesonno - Tutti i diritti riservati