la stella maris





Alla corte d'un sole lucente
tra cirri strappati
è svanita l'ennesima notte
niente di più niente di meno
che buio oltre le vetrate

Conosci il teatrino della notte sorda?
un atto unico crostoso
dove un solo attore
notifica a tutti ed a nessuno
le grigie fantasie d'un notturno
tra il ronzare d'un tempo
che divora e percorre il soffitto
d'orbite a misura segnate

caffè lunghi e sigarette brevi alla finestra
per l'occasione aperta
ed una stella miracolata bianca
brilla per le altre stelle e lo rapisce
resta per un attimo sovrannaturato
si ferma il finito e l'infinito cresce
e le nervose guardie dell'istinto
si riprendono e gli
slacciano chi il corsetto e chi la spada
decenni di nuove rughe sul suo viso
decenni d'orizzonti senza luogo

Eppure mai vide nell'iride sua puntuta
l'infinito farsi grigio
senza un sogno perseverante
a proteggere le murate d'aria
esposte al logorìo dei quattro venti
dove avrebbe trovato
un giardino fiorito
un castello di sabbia
per un solitario cavaliere

Il resto è pallida realtà di statue greche