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la musica fa male







A volte la musica sbatacchia il cuore. Come fare l'amore sotto lo scroscio d'una doccia. A volte invece fa venire: «ho il mal di denti», così rispondi mentre una lacrima ti spunta. Di questo e d'altro se n'occupa il cuore che non è proprio quel che si dice un tipo onesto.
Ti prende a tradimento e s'accoltella da solo, si punge e ti punge, si strizza e ti strizza e ti fa restare lì, come uno scemo, come se non fosse nemmeno roba tua. Io te l'ho detto, il cuore è un delinquente e l'amore è un fuorilegge ed una volta o l'altra qualcuno dovrà fargliela pagare. Non ti fare imbrogliare, non farti sedurre da questa canzone, non è detto che facciano sul serio. C'è tanta musica in giro, intere città fatte di musica, musica da mangiare, musica da bere, musica da indossare come un vestito, musica da aeroporti e da centri commerciali, c'è musica perfino da ballare, sudare in palestra, musica droga, musica da sonno, musica da spiaggia e cosce e tette al vento. Quella è la musica giusta, quella non ti compromette, non ti frega, non si mette d'accordo col cuore e tantomeno con quel bandito dell'amore, è solo movimento, ginnastica se vuoi, andare su e giù senza nessun impegno se non riaccompagnarla a casa e buonanotte.
Invece insisti sempre con quella canzone e ti tornano a mente anche gli odori. Il suo era l'odore di uomo sposato, felicemente o no, saranno i sensi di colpa o la falsa felicità che li spacca in due e dalla fessura esce quell'odore che non c'è doccia in grado di togliere.« A cosa stai pensando?» già basta per capire che non pensava a te, sennò non avrebbe avuto senso che ti facesse quella domanda, tu pensavi sempre a lui. Esattamente stavi pensando che se foste stati sposati avreste dormito nello stesso letto ogni notte, e non ci sarebbe stata notte senza che non avreste fatto l'amore, e la musica ti risuonava nella mente, d'accordo col cuore per mentirti perfino a te stessa, ti s'avvolgeva attorno, si raccoglieva nei capelli e nella piccola fessura tra le gambe, ti grattava dove ti prudeva. Poi lui è tornato a casa sua, dalla moglie che non sapeva niente e se sapeva fingeva di non sapere, forse per timore o forse per abitudine.
Ormai lui è diventato un fantasma. Gli parli ma non ti risponde. Si limita a starsene sdraiato supino sul letto a gambe larghe ed a guardarti dal basso in alto come se tu fossi davvero una persona speciale. Diceva che lo facevi sentire vivo. Chissà come si sente ora, chissà se si sente morto. Tu sei dimagrita perchè hai smesso di mangiare, forse le piaceresti di più, ora, se solo si facesse vivo, anche se il naso t'appare un po' più lungo ma quelle ombre violacee sotto gli occhi «lo sai che hai degli occhi bellissimi? T'ho forse visto da qualche parte, qualche volta?», danno al tuo sguardo l'intensità d'un dramma, roba da romanzo vero. Però hai dovuto cambiare tutta la tua biancheria intima e lo hai fatto pensando ancora a lui, ed ora te ne stai lì, seduta sul bordo del letto ed affacciata al bordo della vita, con le mani infilate sotto le cosce, in reggiseno e mutandine e non è altro che una distrazione, perchè il letto non cigola e non ansima da parecchio tempo, del resto, ormai sei troppo impegnata a soffrire.
Maledetta musica, maledetta la canzone.








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