In girum imus nocte et consumimur igni

 

 

 

 

Eco di se stessa sua nemica

l'attesa intossicata d'incertezze

oltrepassato l'orizzonte

perde le fantasie

si moltiplica nell'aria dinamica

il tempo se ne ciba e se n' allunga

travestito da serpente

si contorce cieco e sordo

danzante formule sul niente

d'una dissonanza inquieta

e getta lacci ed io pensieri

che fecero di me un ragazzo

come tanti

schiavo del canto della luna

a primavera

Seda  il ricordo

un'agonia di nuvole

di schianto appese a oriente

Degli alberi forse dovrei dire

Si stringono nel vento

graffiano l'aria a foglie

Ed il mare cosa fa?

E' capriccioso contrastante

mutevole sgretola 

statica la roccia s'isola

l'onda non si ricorda

lo scoglio consumato lentamente

e un giorno scenderą il silenzio

su questa luccicante marea

di frasi vorticante.