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histoire d'un O







Qualche tempo fa, Olindo ha tolto la O dal proprio nome ed è diventato Lindo. Una mattina mi ha telefonato prima dell'alba - lui conosce i miei orari - per dirmelo. Mi ha detto che stava facendo la marmellata di fichi e che la moglie e la figlia erano appena andate a dormire. Così lui si era alzato dal letto e girava per la casa nudo. Può darsi che dicesse la verità, non so. Si sentiva qualcosa che sobbolliva sullo sfondo e poteva benissimo essere la marmellata, ma forse anche una pentola di fagioli, a meno che non fosse un qualche intruglio a base di polenta. Olindo, o meglio, Lindo, dice che i pesci vanno matti di polenta, pasta d'acciughe e parmigiano.
Lindo tiene una specie di diario in cui annota tutte le volte che cattura un pesce - questo succede molto di raro - ed anche tutte le volte che sogna di fare l'amore con una certa biondina - questo succede spesso - che somiglia spiccicata alla donna dei suoi sogni che però a quanto pare è sposata ad un altro, sapete come vanno certe cose, no? Nell'ultimo sogno ha incontrato tante difficoltà e come al solito non arrivano mai al dunque. Di solito è lui che incontra le difficoltà. Una volta ha una gamba di legno, l'altra un occhio di vetro, quando non si ritrova col pube liscio e satinato senza nessun apparato atto alla bisogna. Dovresti andare ad abitare a Las Vegas, gli dico, là ci abitano un sacco di bionde, forse meno complicate, vista l'abbondanza. Ma poi, gli chiedo, cos' hai contro le brune? Mi ha telefonato per raccontarmi anche questo, ma anche per dirmi che se fosse stato americano avrebbe fatto causa a quell'altro Olindo là, quello d'Erba, ma è quella del tamarindo? mi chiede, perchè gli ha sciupato la piazza con quel fattaccio, ti ricordi la pubblicità a Carosello? Come no, rispondo, mai bevuto, son passati appena quarant'anni, e ti ricordi quella biondina, quella coi capelli corti come quella del mio sogno, sì, gli dico, ma non stare a guardare la tv tutte le sere, nella speranza di rivederla, magari sarà paralitica a quest'ora. Insomma Olindo, o meglio, Lindo, hai fatto proprio bene a levare quella O: non è che tu ti portassi dietro un gran nome. Ti ricordi quell'altro Olindo, quello del sugherificio? S'era beccato la sifilide, se non erro. Ma come?? mi fa, se se n'andava sempre al ristorante con una ragazza diversa? Certo. Tutte operaie che prendeva per la gola. Bastava guardarle: nascondevano le mani. Una carezza di striscio t'avrebbe procurato un abrasione. Ma è guarito? Non so. Mi sa che sia morto. Scivolato sulla buccia del suo affare. Pare che glielo avessero aperto in quattro spicchi, come un fico moscio maturo.
Poi mi racconta che ha seguito una donna dalla spiaggia fino a casa, così, non volendo. Dice che le ha anche sorriso mentre la donna si era voltata un attimo a guardarlo. Non è una bella cosa da fare di questi tempi, se non ci sono almeno duemila persone intorno, o se non si è ad un concerto di Ligabue, o se almeno non è una rom che ti chiede una monetina per la bimba in braccio che deve mangiare, perfino se è stata lei la prima ad incrociare lo sguardo, cosa che Lindo sostiene lei abbia fatto. Non si sa mai con chi hai a che fare oggigiorno, magari ti può denunziare per stalking. Passano quindici minuti di spiegazioni sul reato, mentre Lindo sobbolle incredulo come la pentola della marmellata al suo fosco e dubitoso futuro di camminante appresso o di pedinatore indefesso, comunque lui le ha sorriso e lei ha distolto lo sguardo ed ha cominciato a camminare più svelta. Era mica bionda, gli chiedo, en passant. Non me lo ricordo, mi risponde Lindo. Insomma, gli dico io, ma allora non è come mi racconti, non ha tutta questa importanza che dici, il colore dei capelli, eppoi scusami, perchè pedinare le donne? Mettiti ad un angolo ed aspetta. Prima o poi passano di là, no? A questo punto mi sa che si vergogni un po', infatti tace. Poi mi chiede come sta mio padre. Beh, Olindo, sta bene, ormai è dieci anni che riposa. Si piacevano molto, lui e mio padre, anche se non si somigliavano per niente. Presumo che per mio padre fosse il figlio che non aveva mai avuto, scusa, mi fa, mi son bruciato con la marmellata, ed io gli chiedo, scusa, come mai ti sei sposato con una bruna? S'era mimetizzata, dice lui, ma là sotto, non c'era differenza, sì o no? insisto. Non lo so, risponde Olindo e riattacca.
Provo a richiamarlo ma ha lasciato la cornetta staccata. Aspetto che il telefono squilli da un momento all'altro, di sicuro è andato a verificare se la differenza c'era.












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