ilgrandesonno


garbo di mare







distesi come lucertole pigre
nel riflesso di mille soli danzanti
senza bussola mi perdevo
tra i suoi capelli e le sue labbra
compagni in allegria
dividemmo pane e mela
sotto il ronzar d'un tafano curioso

parlavamo
di isole che graffiano le nuvole
di venti che distruggono i castelli di sabbia

ogni volta che carezzava i suoi capelli
sottovoce mi chiamava

travestito da flauto dolce
suonavo storie di correnti e scogli immersi
di grandi pesci d'acciaio
di fragorosi albatros di latta
pescavo ricami di memorie
tra le onde stanche a riva
e le nuvole raccolte a piene mani

poi son scomparse le parole
rubate da una sfera di sole rosso desiderio
e da una luna tagliata che cercava il mare

nel silenzio d'un pianeta incantato
la sera accese gli occhi e parḷ d'amore













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