ilgrandesonno


dieci minuti









Il tramonto s'era distratto un po' quella sera. Sembrava che un kiss me boy fosse traboccato in cielo. Striature di lampone, d'arancio, di vodka e di maraschino galleggiavano sull'orizzonte formando pozzanghere verticali sui vetri della città sulle colline. Come si può ben capire, quello avrebbe anche potuto essere il momento giusto per lasciar scorrere una lacrima perfetta, salata quel tanto che basta, specchiante un rosso riverbero riflesso in una rassegnazione ragionata, uno di quei sogni che rimangono tali perchè la vita a volte è un gioco serio e malinconico con colpi bassi, stratagemmi, avere od essere, fraintendimenti, lucidi serpenti dell'Eden arrotolati nascosti. A volte i rischi presi sono superiori alle vincite, a volte si gioca capricciosamente. Quando tutte le misure prese sono sotto controllo ed i sogni sono stati sprecati tutti, allora scuoti la testa e dici c'est la vie.
Confidenza per confidenza, quella sera ad una donna piacqui per una decina di minuti, ma non c'è da esserne sorpresi e sconcertati, forse solo un po' delusi, ma non mi chiedete, dieci minuti...così tanto? Lasciamo perdere. Non puoi prolungare una diecina di minuti all'infinito, avrebbe risposto lei. La sua voce avrebbe avuto un tono basso e divertito, ed i suoi occhi... ecco vedete? torno a vedere i suoi occhi e questo già scuote l'arcigno dobermann a guardia del sonno dei ricordi che una volta sono stati sogni o veritiere piccole magìe, quelle che si esibiscono nei momenti più impensati e che ti lasciano frastornato e dubbioso per un tempo che a volte pare un'eternità ed invece meno male finalmente muoiono in un'alba qualsiasi, com'è giusto che sia, anche se a volte qualche donna si è sposata per quei dieci minuti, quasi che restassero come una macchia indelebile sulla camicetta, qualcosa che non se ne vuole andare, un'illusione che si smacchia nel tempo che passa e lava fino a che un giorno sparisce e non c'è, miracolosamente, più.
Lo confesso: lei mi piacque per un tempo più lungo, prima e dopo quel minuto d'ascensore, prima e dopo quei cinque minuti di saluti ad occhi chiusi nella piazzola dell'autostrada, prima e dopo la lunga strada di ritorno, prima e dopo le giornate passate a guardare il mare, così uguale al colore dei suoi occhi, così mutevoli ad ogni riflesso di cielo.
Così il tramonto di stasera ha un po' il gusto d'una volta, d'un kiss me boy, od anche d'uno screwdriver, o almeno gli somiglia, ma le onde del mare sono salite a bordo ed hanno lavato il ponte sgombrandolo di jeans bassi in vita e di mutandine di pizzo nero, di rossetto rosso e di riccioli biondi, di guance lisce, di perline d'umidore sulle labbra, ed hanno riportato le cose come sono: una vita lunga almeno un altro giorno davanti a me.













(C) ilgrandesonno - Tutti i diritti riservati