Passo
d'infilata nei teatri di parole abbatto i monumenti di silenzio i ritardi pigri appesi nudi al sole i ricordi dissipati di nuvole graffiate in movimento mi diletto coi lenti giri della luna col gioco alla moda l'indifferenza su strade lisce di vena bizantina niente m'infetta al mondo anche nessuno Tra uomini involucri
di vuoto fermi da troppo tempo finti cristallizzati spenti la verità rabbiosa rispondeva colorando a calce azzurra i muri grigi le colombe di marzo erano bianche le colombe nere erano dentro Guardo le mani
e un viso guardo gli occhi di chi ha forato la montagna del mio petto. Immaginavo una
storia tra vele refole
ed isole gialle di fiori ruvide e provvisorie la brezza soffiare da ponente scendere
sabbiosa dalle nubi rosse ruotare impossibile sulle strade che finivano sui moli