alla gabbia





una favola una la conosco
ma dovrà bastare
io rivedo il percorso degli inizi
e mio padre saggio che diceva
morirai sulle rotte d'un sogno senza colori

la città mi sputava
in faccia il mio minimo passato
ma il mare s'affacciava un po' alla volta
le nuvole s'abbracciavano
teneramente in cielo solo per me

quale ragazzo e con quali parole
può descrivere com'era
il primo strascico di sera
tra cento sospiri senza certezza
duecento occhi fissi s'una sola finestra

pensieri silenziosi come
uccelli della notte
hanno seguito attenti
il sabba della solitudine
il coraggio della fuga basterebbe

sotto le antiche mura
qualche spirito pregava
ma io gustavo il sapore della libertà
e mi tuffai di schianto nella vita nuova
e la bevvi d'un fiato ancora innocente
di ruggine