Dunque smontai

la mia bella installazione d'emozioni

io che credevo d'aver messo su

una specie di teatro

invece era soltanto una vetrina

un po' polivalente

una sala dove a volte si cena

si fa festa

si ascoltano conferenze

lezioni

si assiste a proiezioni

presentazioni

sull'ultimo rimedio

al denso niente

sguardi ammaliati

foschie malmostose

insulsi azzurro cielo

distrazioni detestate

Ma se l'ordinario

è una specie d'accampamento provvisorio

di che stupirsi non ce n'è

se rallento

se ogni tanto guardo il cielo

se ho l'impressione

che tutto sia un mistero

però

senza tensione

senza forzature

senza risoluzione

Da qualche parte un senso ci sarà

ma è mia la responsabilità?

da qualche parte una pompa di benzina

da qualche parte un'isola

da qualche parte un Tesoro

culmine declinazione d'una vita.

Invece di dormire

uscii ch'era mattina notte

Baciando il vento freddo

un brivido e le mani nelle tasche vuote

feci un salto fino alle stelle

al bello frantumato

stellato

all'oriente di susina screziato

appena un'intuizione dello splendore

che rotola dalle colline in quelle ore

 

Di che si vive

sul finire della notte in procinto di partire?

Ci penso ancora

liberandomi delle strade di periferia

immobili in costruzione

case rade che guadagnano

la campagna a poco a poco

rotonde e luci al gialloverde freon

indicazioni per ristoranti hotel

sconosciuto a me stesso

e non dovrei esserlo

nell'ordinario