Dunque smontai la mia bella installazione d'emozioni io che credevo d'aver messo su una specie di teatro invece era soltanto una vetrina un po' polivalente una sala dove a volte si cena si fa festa si ascoltano conferenze lezioni si assiste a proiezioni presentazioni sull'ultimo rimedio al denso niente sguardi ammaliati foschie malmostose insulsi azzurro cielo distrazioni detestate Ma se l'ordinario è una specie d'accampamento provvisorio di che stupirsi non ce n'è se rallento se ogni tanto guardo il cielo se ho l'impressione che tutto sia un mistero però senza tensione senza forzature senza risoluzione Da qualche parte un senso ci sarà ma è mia la responsabilità? da qualche parte una pompa di benzina da qualche parte un'isola da qualche parte un Tesoro culmine declinazione d'una vita. Invece di dormire uscii ch'era mattina notte Baciando il vento freddo un brivido e le mani nelle tasche vuote feci un salto fino alle stelle al bello frantumato stellato all'oriente di susina screziato appena un'intuizione dello splendore che rotola dalle colline in quelle ore Di che si vive sul finire della notte in procinto di
partire? Ci penso ancora liberandomi delle strade di periferia immobili in costruzione case rade che guadagnano la campagna a poco a poco rotonde e luci al gialloverde
freon indicazioni per ristoranti hotel sconosciuto a me stesso e non dovrei esserlo nell'ordinario