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ELEMENTI DI SICUREZZA ELETTRICA
Risorse InternetNorme e disposizioni legislativeTutti i settori di attività tecnica, compreso quindi il settore elettrotecnico, sono regolamentati dalle cosiddette norme tecniche. La definizione di Norma tecnica data dagli stessi Enti Normatori europei, e che è contenuta nella Norma congiunta CEI UNI EN 45020, è la seguente: “Per Norma, si intende un documento prodotto mediante consenso e approvato da un organismo riconosciuto, che fornisce, per usi comuni e ripetuti, regole, linee guida o caratteristiche relative a determinate attività o ai loro risultati, al fine di ottenere il miglior ordine in un determinato contesto”. In sostanza una norma tecnica sintetizza la regola dell’arte in un particolare settore, definendo quindi il quadro cui riferirsi per realizzare in maniera corrette un prodotto o impianto tecnologico. Nel campo elettrotecnico abbiamo le norme CEI. Fondato nel 1909, tra i primi Enti normatori al mondo, il CEI – Comitato Elettrotecnico Italiano, è l'Ente istituzionale riconosciuto dallo Stato Italiano e dall’Unione Europea, preposto alla normazione e all'unificazione in Italia del settore elettrotecnico, elettronico e delle telecomunicazioni. La Legge italiana n. 186 del 1º marzo 1968 ne riconosce l'autorità stabilendo che “i materiali, le macchine, le installazioni e gli impianti elettrici ed elettronici, realizzati secondo le Norme del CEI si considerano a regola d'arte”. Le Norme tecniche pubblicate dal CEI stabiliscono i requisiti fondamentali che devono avere materiali, macchine, apparecchiature, installazioni e impianti elettrici ed elettronici per rispondere alla regola della buona tecnica, definendo le caratteristiche, le condizioni di sicurezza, di affidabilità, di qualità e i metodi di prova che garantiscono la rispondenza dei suddetti componenti alla regola dell'arte. Finalità istituzionale del CEI è la promozione e la diffusione della cultura tecnica e della sicurezza elettrica. A tale scopo il CEI sviluppa una serie di attività normative e prenormative a livello nazionale ed internazionale che includono, oltre alla redazione dei documenti normativi e al recepimento delle direttive comunitarie e dei documenti armonizzati, azioni di coordinamento, ricerca, sviluppo, comunicazione e formazione in sinergia con le parti coinvolte nel processo normativo. Una norma tecnica non è una disposizione di legge per cui non è obbligatoria la sua applicazione ma la sua applicazione, sebbene non obbligatoria, garantisce il rispetto della regola d’arte, e quindi della legge. Ad esempio la Legge 5 marzo 1990, n. 46 “Norme per la sicurezza degli impianti”, che all'art. 7, comma 1 recita: “Le imprese installatrici sono tenute ad eseguire gli impianti a regola d’arte utilizzando allo scopo materiali parimenti costruiti a regola d’arte. I materiali ed i componenti realizzati secondo le Norme tecniche di sicurezza dell’Ente Italiano di Unificazione (UNI) e del Comitato Elettrotecnico Italiano (CEI), nonché nel rispetto di quanto prescritto dalla legislazione tecnica vigente in materia, si considerano costruiti a regola d’arte”. Vedi il testo completo della legge. Altri enti normatori internazionali
Tipi di documentiNorme
CEI:Sono documenti normativi elaborati, approvati e pubblicati dal CEI che
forniscono, per uso comune e ripetuto, regole, linee direttrici o
caratteristiche, per attività o loro prodotti, mirati ad ottenere un livello
d'ordine ottimale in un dato contesto tecnico. Norme
CEI SPERIMENTALI: Sono documenti normativi elaborati, approvati e pubblicati dal
CEI, validi per un tempo determinato che forniscono, per uso comune e ripetuto,
regole, linee direttrici o caratteristiche, per attività e loro prodotti,
affinché, messi a disposizione del pubblico, si possa beneficiare
dell'esperienza derivante dalla loro applicazione e poter quindi elaborare le
Norme. Guide
CEI: Sono documenti normativi elaborati, approvati e pubblicati dal CEI allo
scopo di fornire agli operatori, in particolari settori tecnici, linee guida,
consigli ed esempi per facilitare il corretto uso di altri documenti normativi
CEI complessi per natura e vastità dell'argomento
trattato. Fogli
di interpretazione: Sono documenti normativi elaborati, approvati e pubblicati
dal CEI per adempiere a due diverse esigenze, separatamente o congiuntamente:
rispondere ufficialmente a quesiti posti al CEI in merito a determinati
documenti normativi già pubblicati allo scopo di fornire chiarimenti per la loro
utilizzazione; Varianti:
Sono documenti normativi elaborati, approvati e pubblicati dal CEI che, in caso
di urgenza ed a specifiche condizioni, sono atti ad apportare delle modifiche
allo scopo di correggere, cambiare o completare, prima della loro completa
revisione, edizioni in vigore di documenti normativi. Errata
corrige: Sono documenti normativi elaborati, approvati e pubblicati dal CEI allo
scopo di adempiere all'eliminazione di errori di stampa, di linguaggio o altri
errori similari introdotti accidentalmente nel testo pubblicato di documenti
normativi Norme
CEI-UNEL: Le Norme CEI-UNEL sono pubblicazioni contenenti tabelle e prescrizioni
principalmente destinate all'unificazione dimensionale delle costruzioni
elettriche ed elettroniche. Norme
CEI EN: Sono documenti normativi prima elaborati, ratificati e pubblicati dal
CENELEC quali Norme EN e successivamente, in quanto obbligatorio per i Membri,
adottati a livello nazionale come CEI EN senza possibilità di alcuna modifica
della Norma EN stessa. Norme
sperimentali CEI ENV: Sono documenti normativi prima elaborati, ratificati e
pubblicati dal CENELEC quali Norme ENV e successivamente, in quanto obbligatorio
per i Membri, adottati a livello nazionale come CEI ENV senza possibilità di
alcuna modifica. "Norma sperimentale" pubblicata nel caso in cui il mercato
necessiti di un documento di riferimento, la cui completezza tecnica non sia
ancora raggiunta. I due anni di sperimentazione che intercorrono dalla sua
pubblicazione alla sua verifica danno l'opportunità alle parti di approfondire i
punti rimasti in sospeso e di immettere sul mercato uno strumento definitivo e
consolidato Documenti
CEI di recepimento di HD: Sono documenti di armonizzazione prima elaborati,
ratificati e pubblicati dal CENELEC quali documenti HD e successivamente
adottati a livello nazionale come CEI HD. Sono documenti pubblicati in quei casi
in cui non si sia ancora pervenuti alla completa armonizzazione. Possono
contenere deviazioni nazionali pur conservando l'obbligo di recepimento da parte
dei Paesi comunitari Norme
Armonizzate: Le Norme EN ed i documenti HD, quando rientrino nel campo di
applicazione di Direttive emanate dalla Comunità Europea (Direttiva di Bassa
Tensione, Direttiva Macchine, Direttiva di Compatibilità Elettromagnetica ecc.),
possono essere assoggettati ad ulteriori procedure previste in ambito europeo,
diversificate a seconda della(e) Direttiva(e), per poter ottenere il requisito
di "Norme armonizzate". Norme
CEI di recepimento di Norme IEC: Sono Norme elaborate, approvate e pubblicate
come Norme IEC e successivamente adottate dal CEI come Norme
CEI. Elenco norme CEIAlcune
norme esistenti sono: CEI
0-2 - Guida per la definizione della documentazione di progetto degli impianti
elettrici. CEI
64-2 - Impianti elettrici nei luoghi con pericolo di
esplosione. CEI
64-7 - Impianti elettrici di illuminazione pubblica e
similari. CEI
64-8 - Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000
V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua CEI
64-11 - Impianti elettrici nei mobili. CEI
64-12 - Guida per l'esecuzione dell'impianto di terra negli edifici per uso
residenziale e terziario. CEI
64-14 - Guida alle verifiche degli impianti elettrici
utilizzatori. CEI
64-15 - Impianti negli edifici pregevoli per rilevanza storica e/o
artistica. CEI
64-17 - Guida all'esecuzione degli impianti elettrici nei
cantieri. CEI
64-50 - Edilizia residenziale - Guida per l'integrazione nell'edificio degli
impianti elettrici utilizzatori e per la predisposizione di impianti ausiliari,
telefonici e di trasmissione dati - Criteri particolari per edifici ad uso
prevalentemente residenziale. CEI
64-54 - Edilizia residenziale - Guida per l'integrazione nell'edificio degli
impianti elettrici utilizzatori e per la predisposizione di impianti ausiliari,
telefonici e di trasmissione dati - Criteri particolari per i locali di pubblico
spettacolo. CEI
64-55 - Edilizia residenziale - Guida per l'integrazione nell'edificio degli
impianti elettrici utilizzatori e per la predisposizione di impianti ausiliari ,
telefonici e di trasmissione dati - Criteri particolari per le strutture
alberghiere. CEI
81-1 - Protezione di strutture contro i fulmini. CEI
81-3 - Valori medi del numero dei fulmini a terra per anno e per chilometro
quadrato dei Comuni d'Italia, in ordine alfabetico. CEI
81-4 - Protezione delle strutture contro i fulmini - Valutazione del rischio
dovuto al fulmine. CEI
81-5 - Componenti per la protezione contro i fulmini
(LPC). CEI
81-6 - Protezione delle strutture contro i fulmini - Linee di
telecomunicazione. CEI
81-7 - Prescrizioni relative alla resistibilità per le apparecchiature che hanno
un terminale per telecomunicazioni. CEI
81-8 - Guida d'applicazione all'utilizzo di limitatori di sovratensioni sugli
impianti elettrici utilizzatori di bassa tensione. CEI
11-1 - Impianti elettrici con tensione superiore a 1 kV in corrente
alternata. Di
seguito è riportato l’elenco
completo delle norme al dicembre 2003 e dei comitati tecnici
del CEI. Conformità alle norme del materiale elettricoLa conformità di un prodotto elettrico alle norme CEI può essere attestata mediante un marchio o un certificato di conformità. L’ente preposto al rilascio di tale marchio in Italia è l’IMQ I prodotti elettrici certificati con un marchio di sicurezza garantiscono che il prodotto è conforme ai requisiti di legge, che è stato sottoposto da un ente terzo a tutte le prove necessarie per verificarne la conformità a tutti i requisiti di sicurezza prima dell'immissione sul mercato, che l'azienda di produzione è stato sottoposta a controllo e che la produzione è soggetta ad una periodica sorveglianza da parte dell'ente di certificazione per accertare il mantenimento dello standard qualitativo. Il marchio IMQ attesta dunque la conformità dei prodotti
elettrici ai requisiti delle norme CEI
(Comitato Elettrotecnico Italiano) o europee o internazionali. Altri enti certificatori nazionaliDi seguito alcuni dei marchi di conformità utilizzati da questi enti
Effetti fisiopatologici della corrente elettricaL’elettrocuzione, detta comunemente scossa, consiste nell’attraversamento del corpo umano da parte di una corrente elettrica. Affinché si abbia elettrocuzione, la corrente deve poter percorrere un circuito chiuso nel corpo, per cui vi deve essere un punto di entrata ed un punto di uscita. Ad esempio, se una mano viene a contatto con un corpo sotto tensione, si ha elettrocuzione se la persona è a contatto diretto con la terra. Tutte le attività del corpo umano sono regolate dall’attività elettrica delle cellule nervose. E per questo motivo che anche correnti di piccola intensità, interferendo con le funzioni vitali dell’organismo, possono avere effetti mortali. Vediamo ora i principali effetti patologici della corrente elettrica. TetanizzazioneIl corpo umano è per lo più composto di una soluzione salina
conduttrice, Nei mammiferi le cellule del sistema nervoso centrale presentano un potenziale di riposo di -70 mV: d.d.p. notevole se si considerano le piccole dimensioni della cellula. Se si applica ad una cellula un impulso di corrente di polarità inversa a quella della cellula stessa, il potenziale da negativo diviene positivo per ritornare di nuovo al valore iniziale. L’andamento
del potenziale prende il nome di potenziale d’azione.
Lo stimolo elettrico
applicato ad una fibra nervosa, se ha intensità e durata appropriate,
produce un potenziale d’azione che si propaga lungo la fibra nervosa fino
al muscolo,contraendosi per poi ritornare allo stato di riposo. Se successivi,
gli effetti possono sommarsi e il muscolo si contrae in modo progressivo
(contrazione
tetanica)e in questa
posizione permangono finché non cessano gli stimoli. Il valore più grande di
corrente per cui una persona é ancora in grado di staccarsi della sorgente
elettrica si chiama corrente di rilascio e mediamente per una corrente di
50/100Hz é di circa 10mA per le
donne e di 15mA per gli uomini. AsfissiaUna complicanza dovuta alla tetanizzazione è la paralisi dei centri nervosi che controllano la respirazione.
Se la corrente elettrica attraversa i muscoli che controllano il movimento dei polmoni, la contrazione involontaria di questi muscoli altera il normale funzionamento del sistema respiratorio e il soggetto può morire soffocato o subire le conseguenze di traumi dovuti all’asfissia.
In questi casi il fenomeno è reversibile solo se si provvede con prontezza, anche con l’ausilio della respirazione artificiale, al soccorso dell’infortunato per evitare danni al
tessuto cerebrale. Fibrillazione ventricolareIl cuore ha la funzione di pompare il
sangue lungo le vene e le arterie del corpo, perciò i muscoli del cuore si contraggono e si espandono ritmicamente a
circa 60/100 volte al minuto. Questi movimenti sono coordinati da un vero e
proprio generatore d’impulsi
elettrici, provocando le contrazioni che danno luogo al battito
cardiaco. Questo generatore è il nodo senoatriale. Dal nodo senoatriale parte
l’impulso elettrico che genera la contrazione del cuore. Il nodo atrio –
ventricolare raccoglie l’impulso e lo trasmette, tramite il fascio di His, ai
ventricoli.
Il cuore, proprio a causa della natura elettrica del suo funzionamento, è particolarmente sensibile a qualunque corrente elettrica che proviene dall’esterno, sia essa causata da uno shock elettrico o introdotta volontariamente come nel caso del pace-maker.
Una corrente esterna che attraversa il cuore potrebbe avere effetti molto gravi perché potrebbero alterare la sincronizzazione e il coordinamento nei movimenti del cuore con la paralisi dell'operazione di pompaggio del sangue: (fibrillazione). È l’effetto più pericoloso, dovuto alla sovrapposizione delle correnti provenienti dall’esterno con quelle fisiologiche, che, generando delle contrazioni scoordinate, fanno perdere il giusto ritmo al cuore. È particolarmente pericolosa nella zona ventricolare perché fenomeno non reversibile in quanto persiste anche se lo stimolo é cessato.
Si ha un istante di tempo in cui il ciclo cardiaco normale é molto instabile per cui, se lo shock coincide con questo istante esiste un'elevatissima probabilità di innesco della fibrillazione. Questo periodo d'instabilità si chiama “periodo vulnerabile”.
La probabilità d’innesco della fibrillazione aumenta se l’infortunato é in contatto con la corrente esterna per una durata maggiore del ciclo cardiaco (0.5/1s). Può produrre nei primi cicli una contrazione del ventricolo fuori tempo che rendendo disomogeneo il funzionamento elettrico del cuore lo rende maggiormente vulnerabile.
Ustioni
Sono prodotte dal calore che si sviluppa per effetto Joule dalla I che fluisce attraverso il corpo. Le ustioni peggiori si hanno sulla pelle
poiché:
Densità di I
di 50 mA/mm2 provocano la
carbonizzazione della pelle in pochi secondi e alle AT
provoca:
Pericolosità della
corrente
La
pericolosità della corrente dipende anzitutto dalla sua intensità, la quale a
sua volta dipende dal valore della tensione e dalla resistenza offerta dal corpo
umano . La
resistenza offerta dal corpo
umano, a sua volta, dipende dal tragitto che la corrente compie nel corpo.
Posto pari al 100% il valore massimo della resistenza, si ha che
il percorso fra mano e mano e quello fra
mano e piede da una resistenza massima, mentre, ad esempio, il percorso fra testa e mano offre una
resistenza che è il 50% di quella massima, e così via. La
R è concentrata soprattutto negli arti, superiore ed inferiore, di sezione
ridotta e costituiti di muscoli ed ossa. Il tronco, di grossa sezione e
costituito da acqua, presenta una resistenza trascurabile. Dare dei valori precisi alla
resistenza elettrica del corpo umano risulta piuttosto difficoltoso essendo
questa influenzata da molte variabili: Come tale è possibile valutarla solo statisticamente e quindi le
norme CEI fanno riferimento a valori
convenzionali riferiti ad un campione medio di popolazione.
Il
diagramma seguente mostra questo approccio statistico, diagrammando il valore
della resistenza elettrica fra le due mani asciutte, in funzione della tensione
applicata. Le percentuali vicino alle curve indicano la percentuale della
popolazione che presenta quei valori di resistenza.
La pericolosità della I diminuisce all’aumentare della f: l’ampiezza dello stimolo deve essere tanto più grande quanto più breve è la durata. Inoltre ad alte f la I tende a passare all’esterno del corpo effetto pelle, in tal modo non interesserà gli organi vitali. Comunque produce
effetti termici pericolosi anche in relazione alla disuniforme distribuzione
della I nell’elettrodo di contatto e nel corpo stesso. Il diagramma seguente mostra il variare della
soglia di pericolosità della corrente al variare della
frequenza. Per il corpo umano le frequenze più pericolose sono quelle comprese fra i 15 e i 100 Hz Il grafico di figura mostra la pericolosità di queste correnti in funzione anche del tempo i esposizione. Possiamo notare quattro zone diverse nel diagramma: Un diagramma analogo, con valori più elevati di corrente si ha per le correnti continue Pericolosità della tensioneUna persona che entra in contatto con una massa sotto tensione come nella figura precedente, chiude un circuito elettrico con la terra equivalente a quello della figura seguente. La massa sotto tensione può essere schematizzata con un generatore di tensione. La resistenza Rc rappresenta la resistenza del corpo umano e la resistenza Rtc rappresenta la resistenza di contatto fra il corpo umano e la terra. La resistenza Rtc dipende da fattori come l’umidità, il tipo di calzature eventualmente indossate, ecc. Ne consegue che è difficile calcolare la tensione di contatto che si instaura ai capi del corpo umano. La normativa fa allora riferimento alla tensione a vuoto che si instaura ai capi della massa sotto tensione, senza che vi sia il contatto con un corpo umano. I limiti stabiliti sono di 50 volt per ambienti normali e di 25 volt per ambienti speciali come locali medici, piscine, ecc. Classificazione dei sistemi elettriciClassificazione in base alla tensione nominaleIn base alla tensione nominale le norme CEI propongono la seguente classificazione dei sistemi elettrici
Classificazione in base al collegamento a terraI sistemi a bassa tensione vengono anche classificati in base al modo in cui è realizzato il collegamento a terra degli utilizzatori. Nella figura seguente è rappresentato il cosiddetto sistema TT. L’energia nelle nostre case proviene da cabine di distribuzione in cui vi sono trasformatori (schematizzati dalle bobine in figura). Da esse esce un sistema costituito da tre fasi ed un filo neutro. Un utilizzatore monofase (tensione efficace 220 volt) si collega fra una delle fasi ed il neutro. I carichi trifase (tensione efficace 380) si ottengono collegando l’utilizzatore fra due fasi. Il sistema viene detto TT poiché la cabina di distribuzione ha una sua terra e le carcasse degli utilizzatori vengono messe a massa mediante impianti di terra separati da quello della cabina. La figura seguente mostra invece i sistemi TN. In questi sistemi, utilizzati in genere nei capannoni industriali e in tutte quelle realtà in cui la cabina di trasformazione è vicina agli utilizzatori, la massa degli utilizzatori è realizzata usando la messa a terra della cabina di trasformazione. La carcassa degli utilizzatori viene collegata alla messa a terra della cabina mediante un filo di protezione PE. Se tale cavo coincide con il neutro (prendendo il nome di PEN) si ha un sistema TN-C. Se il cavo PE è distinto dal neutro si ha il sistema TN-S. Protezione contro i contatti diretti ed indirettiContatto direttoSi definisce contatto diretto il contatto di una persona con le parti dell’impianto elettrico che conducono corrente come cavi, avvolgimenti, ecc. Contato indirettoÈ il contatto con una parte dell'impianto normalmente non in tensione, che ha assunto accidentalmente una tensione pericolosa dovuta a un guasto di isolamento Interruttori differenziali In caso di contatti diretti accidentali, dovuti all'imprudenza o al venire a meno della protezione passiva, la corrente che scorre attraverso il corpo umano deve essere prontamente interrotta, anche se di piccola intensità. A tale fine si deve ricorrere a interruttori automatici sensibili alla corrente differenziale, cioè alla differenza delle correnti che scorrono nei conduttori. Nello schema seguente è descritto il principio di un interruttore differenziale, con riferimento al caso di un utilizzatore in corrente alternata monofase. Normalmente, se non vi è alcun deterioramento nell’isoalmento
fra la carcassa dell’utilizzatore e i suoi circuiti interni, la corrente in
ingresso (corrente di fase) ela corrente di uscita (corrente di neutro)
sono uguali. Se, invece, per una rottura
dell’isolamento la carcassa va sotto tnesione, attraverso la messa a terra si ha
una corrente che fluisce nella terra (Id in figura). Ne deriva che la corrente di ingresso e la corrente di uscita
non sono più uguali. Le due correnti (di ingresso e di uscita) generano un campo
magnetico nel circuito magnetico raffigurato grazie ai due avvolgimenti P1 e P2,
se le due correnti sono uguali i due avvolgimenti sono studiati per dare due
flussi magnetici che si elidano esattamente. Se vi è uno squilibrio fra le due
correnti, a cusa della corrente di guasto, si crea un campo magnetico nel
circuito, rilevato dall’avvolgimento S, che fa aprire gli interruttori isoalndo
l’apparecchiatura in avaria dall’alimentazione. L'interruttore differenziale, in
un impianto domestico, deve avere una sensibilità di valore non superiore a 30
milliampere. La caratteristica di intervento , ossia la curva che lega il
tempo di intervento alla corrente differenziale, è del tipo a scatto istantaneo,
ma per piccoli valori della corrente Id vi è un certo ritardo d’intervento. Le
norme prvdono però dei valori massimi per i tempi di intervento, in
corriposndenza del valore di Id rapportato al valore Idn cioè al valore della
corrente differenziale di intervento nomianle. Tali valori sono rapprsentati
nella tabella seguente.
Considerato, ad esempio, n comune salvavita da 30
milliampere, se si ha una corrente differnziale di guasto pari proprio alla
corrente nominale, cioè 30 milliampere, il salvavita deve scattare entro 0.5
millisecondi. Se, invece, la corrente di guasto è il doppio della corrente
nominale, il tempo di intervento deve scenderea 0,2 millisecondi. Interruttore magnetotermico
L’interruttore magnetotermico è costituito da un interruttore magnetico e da uno termico. Nella figura seguente sono mostrate le curve di intervento di una serie di interruttori magnetotermico tarati per differenti correnti nominali. Il primo tratto delle caratteristiche è detto a tempo inverso dato che il tempo di intervento diminuisce con l’aumentare della corrente. Protezioni passive
Per salvaguardare le persone dal cedimento dell’isolante negli utilizzatori elettrici, si possono prevedere isolamenti supplementari. Da questo punto di vista gli apparecchi possono essere classificati nel modo seguente.
Protezione dai contatti indiretti
il metodo più diffuso per la protezione delle persone dai contatti indiretti è quello di provocare un’interruzione dell’alimentazione, realizzata combinando l’impianto di terra e un dispositivo interruttore. Gli interruttori differenziali sono i più adatti allo scopo. Vediamo perché. La normativa prevede che la tensione di contatto (la Vc in figura) deve essere al massimo di 50 volt in ambienti normali. Ora, in presenza di una corrente di guasto (Ia in figura), si ha Vc = Rt*Ia Rt*Ia <= 50 V Poiché la resistenza di terra può assumere un valore massimo consentito dalla legge di 20 ohm si ha condizione certamente alla portata della capacità di
intervento di un interruttore differenziale sensibile a correnti di guasto
dell’ordine dei milliampere, ma inferiore ai valori tipici delle correnti di
intervento dei magnetotermici. Discorso diverso nel caso di sistemi di distribuzione di tipo
TN come si vede in figura In questo caso la rottura dell’isolante crea un corto
circuito fra la carcassa e la cabina di trasformazione, per cui la corrente di
guasto assume valori elevati tali da poter essere gestiti da un magnetotermico.
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