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CIRCUITI RADDRIZZATORI
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CAPACITA' IN FARAD |
0,001 |
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TENSIONE
MASSIMA |
5 |
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ENERGIA
MASSIMA |
0,0125 |
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INTERVALLO
DI TEMPO |
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POTENZA
NECESSARIA |
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1 |
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0,01 |
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0,1 |
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0,13 |
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0,01 |
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1,25 |
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0,001 |
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12,50 |
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0,0001 |
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125,00
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0,00001 |
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1.250,00 |
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0,000001 |
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12.500,00 |
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0,0000001 |
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125.000,00 |
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0,00000001 |
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1.250.000,00
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0,000000001 |
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12.500.000,00
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1E-10 |
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125.000.000,00
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1E-11 |
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1.250.000.000,00 |
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1E-12 |
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12.500.000.000,00
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Possiamo concludere il nostro discorso dicendo che un
condensatore offre una sorta di “inerzia” alla variazione della tensione in un
circuito, per cui la tensione che avremo sul nostro carico, collegato al
circuito raddrizzatore sarà (vedi
simulazione)
Infatti, negli intervalli di tempo in cui la tensione sul
secondario del trasformatore supera la tensione ai capi del condensatore, il
diodo, avendo l’anodo a tensione superiore rispetto al catodo, è polarizzato
direttamente, consente il passaggio di corrente e così alimenta il carico e
contemporaneamente carica il condensatore. Quando, invece, la tensione
d’ingresso diminuisce, il condensatore tende a conservare la sua carica per cui
la tensione d’ingresso va al di sotto di quella del condensatore, e il diodo si trova in polarizzazione
inversa, essendo l’anodo a potenziale inferiore rispetto al carico. Non vi è più
un passaggio di corrente attraverso il diodo e il condensatore comincia a
scaricare lentamente sulla resistenza di carico, continuando, in tal modo, ad
alimentarla. Quando la tensione d’ingresso supera di nuovo quella del
condensatore, il diodo conduce di nuovo e il condensatore si ricarica. In tal
modo, fatta eccezione per una ondulazione residua, ci siamo avvicinati
all’obiettivo di avere una tensione continua.
Tale ondulazione residua dipende dal tempo che impiega il
condensatore a scaricare. E’ intuitivo che l’impiego di un condensatore più
grande consente di ridurre l’ondulazione residua (vedi
simulazione) come mostra il seguente disegno
[1] La resistenza che si vede alla destra del circuito non fa parte dell’alimentatore ma rappresenta simbolicamente un qualunque carico che volgiamo alimentare (radiolina, computer, ecc.)
[2] Ricordiamo che, per un segnale sinusoidale, il valore efficace è legato al valore massimo dalla seguente formula
[3] l’avvolgimento d’ingresso del trasformatore è detto primario mentre l’avvolgimento di uscita è detto secondario