8 Settembre 2002

Volevo introdurre questa pagina, con un sentito ringraziamento ad Infradita, "cioè !!", la ragazza che mi ha fatto scoprire la bellezza ed il valore nascosto della Montagna. Quest' essere non vuole che si parli di lei, pena lo skleramento, però prima o poi, dovrà cedere.  

In questa giornata siamo andati al rifugio Pramperet, altra tappa importante da visitare della Val di Zoldo.

Partimmo, alle ore 8:30 a.m., Io, Riccardo e la sopraccitata Infradita. A bordo dell' auto riccardina arrivammo a Longarone e lì nel solito bar facemmo colazione e un po' di "photo-watching", ovviamente delle mie !! Ripartimmo e di lì a poco, giungemmo in un parcheggio che sembrava quello giusto ma in realtà non lo era, perciò di nuovo a correr, finché, dopo mille maledizioni del Riccardo, per via della strada molto disastrata, si arrivò nel posteggio esatto dove abbandonammo la nostra macchina servitrice.

E via a piedi !!

Mi colpì sulla destra, dopo pochi passi, un bel fungo (foto), sinceramente di questi non me ne intendo molto. Mi ricordo che da piccolo leggevo sempre un libretto di mio zio che parlava di loro perché ero attirato dai nomi scientifici ma ora me li sono scordati tutti.

 

 

Dopo qualche altro passo, sempre alla mia destra si addentrava nel bosco una piccina casupola (foto). In questo paesaggio da mille e una notte, tutti vorremmo passare qualche giornata, a rilassarci in mezzo a tale splendore della Natura.

                                                                                                                             

 

 

Fin' ora la strada era poco pendente ed io, nonostante non stessi molto bene, ce la feci con tranquillità; sfortunatamente, la salita più tosta, non tardò ad arrivare e fu da allora che cominciai a sudare, comunque ci fermammo a riposare un pochino e ad ammirare questa splendida veduta (foto). Semplicemente incantevole, la si potrebbe usare come sfondo per il proprio desktop, anzi se lo fate non mi offendo, ve la lascio salvare!!

Quasi giunti a meta, dopo aver passato il tratto più duro, ci si aprì una nuova visione, un perfetto gioco di colori, uno scherzo della natura assolutamente preciso (foto). Vedete come si possono scorgere quattro livelli cromatici perfettamente omogenei e distinti fra loro (rosso bruno-verde scuro-grigio e azzurro chiaro). Caterina, se stai guardando, ti ricorda niente ?!

E finalmente eccoci al rifugio (foto sotto). Devo dire che era abbastanza caro come prezzi; qui si avvicendano, nel gestirlo, i soci del C.A.I. Nella memoria di Infradita, credo ci sia ancora l' immagine di quella bambina birikina e vergognina di dire il proprio nome. Perché tanta vergogna di dire quel nome ? E' Francesca o non è Francesca ?

GRAZIE, GRAZIE INFRADITA

 GRAZIE DI TUTTO QUESTO !!