Che ci faccio qui? Voglio tornare a Halag

Parodia della Saga del ghiaccio e del fuoco di George R.R. Martin (solo i primi capitoli del primo libro)

Re Robert “Palchi di Corna” Baratheon partì un bel giorno per andare a trovare il suo vecchio amico Eddard Sfigak (detto Ned l’allegro dagli amici più cari, quando ancora aveva degli amici a parte Robert) nel suo ameno castello di Freddoporco. Ned aveva subito intuito che qualcosa non andava, e infatti aveva citato a sua moglie Catelyn il famoso motto della famiglia Sfigak “La sfiga sta arrivando!” Catelyn aveva sorriso gelida (non era difficile a Freddoporco) e stringendo per l’ennesima volta il cornetto portafortuna che portava sempre con sé, da quando aveva sposato Ned, aveva pensato che la sfiga non stava arrivando, era sempre stata presente, e per l’ennesima volta aveva ricordato con struggente nostalgia la bella vita che faceva tra le malsane paludi di Cloaca delle acque. Il Re andava a Freddoporco con uno stuolo di parenti e servitori, sua moglie la Regina Cersei Lannister, il di lei affezionato fratello Jaime e venti carri di giocattoli sessuali e abbigliamento intimo per la regina e suo fratello. Il re aveva chiesto che cosa contenevano i carri, e la regina gli aveva detto che contenevano i suoi vestiti e le armi del Re, e Robert, che non era molto acuto, ci aveva prontamente creduto, anche se in quel momento Jaime palpeggiava come sempre il posteriore della regina, e non solo quello, con la scusa di aiutarla a salire sui carri. Robert si era molto annoiato durante il viaggio perché non poteva fare la sua consueta strage di fauna selvatica con una compagnia di cavalieri e dodici compagnie di balestrieri e non aveva nessuno con cui parlare. E quel che era peggio, non aveva trovato nemmeno una contadina da mettere incinta lungo la strada… La regina diceva sempre di essere stanca e stava nel carro con Jaime, che le teneva compagnia insieme a dodici servitori di ambo i sessi e due asini. Robert, che non era mai stato molto acuto, credeva che il carro sobbalzasse così tanto perché era grosso e pesante, e la strada accidentata. Robert si annoiava moltissimo. Non poteva parlare con suo figlio Jeoffrey, (un bellissimo ragazzo biondo e con gli occhi azzurri, come la mamma. E come il nonno Twyn, solo per quanto riguarda gli occhi. E come suo zio Jaime. E psicopatico, come la mamma. E il nonno. E lo zio Jaime naturalmente) perché il giovane virgulto gli diceva “Fottiti brutto cinghiale puzzolente”, se Robert gli rivolgeva la parola. Poi Jeoffrey ricominciava a pettinarsi la splendida chioma bionda (come quella della mamma. E del nonno prima che diventasse calvo. E dello zio Jaime) oppure tiranneggiava i servitori che non erano impegnati con sua mamma e suo zio. Robert però non se ne aveva a male per il comportamento del figlio, perché non essendo molto acuto pensava che fosse solo un po’ di ribellione giovanile. C’erano altri due ragazzini biondi in giro. Ma Robert non sapeva assolutamente chi fossero, e comunque in genere nessuno si ricordava della loro esistenza. Robert non parlava nemmeno con suo cognato Tyrion, il nano, perché Tyrion ne aveva fin qua di Robert che diceva “Chi c’è? Non vedo nessuno!” ogni volta che lui gli rivolgeva la parola. Robert avrebbe voluto portare con sé suo fratello minore Renly, perché si beccasse anche lui il freddo e la noia atavica del nord, ma Renly non era voluto venire dicendo che aveva un appuntamento con l’estetista, e con il parrucchiere, e con il sarto. E in seguito anche con Jack detto il Palo, una guardia del castello con alcune particolari capacità…

Robert aveva anche un fratello maggiore, Stannis. Ma Robert non avrebbe mai portato Stannis con sè, perché era simpatico come un calcio nelle palle e accomodante come un pezzo di granito, e non parlava altro che di dovere e di onore. Oltretutto aveva una moglie bruttissima, e Robert aveva dovuto farsi la cugina della moglie anziché la moglie stessa come al solito, alle nozze di Stannis. Stannis non glielo aveva mai perdonato. Considerava il fatto che Robert non si fosse fatto sua moglie l’ennesima discriminazione contro di lui, più grave di quella volta che gli aveva rifilato un falco cacciatore difettoso, quando erano piccoli. Insomma, Stannis era un uomo che si lamentava sempre e faceva venire voglia di suicidio a tutti quelli che lo conoscevano, tranne a Ned Sfigak, che era quasi noioso quanto lui. Così, terribilmente annoiato dal lungo viaggio e dal panorama nevoso, Re Robert meditava su come rovinare la vita idilliaca e mortalmente apatica del suo caro amico Ned Sfigak.

Quanto la carovana reale giunse a Freddoporco, due inservienti ebbero un infarto per la troppa emozione. Normalmente la cosa più divertente che accadeva a Freddoporco era un cambio di direzione nel vento. Ned Sfigak tagliava la testa ai criminali lontano dal castello, per togliere al personale anche quel poco divertimento. Ned in realtà era un sadico bastardo. La Regina e suo fratello, con quindici servitori di ambo i sessi, due asini e un cinghiale incontrato durante il viaggio, si installarono in un ala del castello, facendola immediatamente risuonare di grida e gemiti di ogni natura. Tutto il personale di Freddoporco si precipitò immediatamente in zona, dove fu amorevolmente accolto dalla Regina Cersei. Più volte e in varie posizioni. Altri tre servitori morirono di infarto, ma felici.

Robert e Ned dovettero quindi farsi i letti da soli, apparecchiare e cucinare. Questo non fece che aumentare la determinazione di Robert di rovinare la vita del suo caro amico Ned. Così poco dopo il suo arrivo Robert scese insieme a Ned nel luogo più allegro e animato di Freddoporco (prima dell’arrivo della Regina Cersei), il cimitero di famiglia sotto il castello.

Come al solito Robert e Ned si fermarono davanti alla tomba di Lyanna Sfigak, la defunta sorella di Ned. Come al solito Robert si mise a piagnucolare di fronte alla tomba di Lyanna, ripetendo quanto l’aveva amata, ed enumerando i mille modi diversi in cui avrebbe potuto torturare Rhaegar Targaryen che l’aveva rapita, tipo lasciarlo solo con Stannis per anni e anni, o mandarlo a vivere in un posto depresso come Freddoporco. Per sua fortuna Rhaegar era stato ucciso da Robert stesso anni prima. Ned intanto se la rideva tra sé e sé, perché Lyanna in realtà aveva una tresca con Rhaegar, e Ned aveva sempre preso per il culo Robert facendogli credere che era stata rapita. Non ci voleva molto a prendere per il culo Robert, in effetti. Lo facevano tutti e continuamente. Era una specie di sport nazionale, nei Sette Regni. Tutto era cominciato 15 anni prima, quando il re Aerys Targaryen aveva fatto uccidere Brandon Sfigak, fratello maggiore di Ned, e pure il padre di Ned. Ora a Ned non fregava una cippa del padre e del fratello in verità, ma avendo avuto un’infanzia difficile rovinata da astrusi concetti di onore e dovere imparati a legnate, sentiva l’obbligo morale di vendicarsi. Così aveva approfittato del fatto che Lyanna sbavava per Rhaegar, e viceversa, per coinvolgere Robert e pure il loro vecchio maestro Jon Arryn (che al tempo aveva insegnato ai due giovani tante cosette, ci siamo capiti) in una bella ribellione globale contro il re e la sua famiglia. Le cose erano andate bene per Ned e Robert. Robert aveva scorazzato allegramente per il paese ingravidando mogli di contadini e massacrando gente, Rhaegar era finito ammazzato in battaglia, tutti i nobili del regno si erano divertiti e avevano avuto qualcosa da fare, e infine il re era stato ucciso da Jaime Lannister. Robert divenne re perché a tutti piaceva l’idea di avere un re tonno, che si preoccupasse solo di contadine e cinghiali mentre tutti tramavano alle sue spalle, e in questo Robert di certo non aveva rivali. Ned dal canto suo era felice perché aveva lavato l’onore di famiglia con qualche migliaio di morti, come ogni nobile che si rispetti. Sfortunatamente in tutto questo Lyanna era morta di parto, Ned aveva dovuto accollarsi il bambino, e Robert aveva cominciato con i suoi piagnistei. Ned gli aveva detto che Rhaegar aveva ucciso Lyanna e non gli aveva mai parlato del bambino, e Robert non aveva mai sospettato niente perché era tonno e da sempre credeva a qualunque stronzata gli dicessero.

Così Ned Sfigak se ne tornò a Freddoporco, dove lo aspettava la nuova moglie Catelyn, che in realtà doveva sposare Brandon ma si era dovuta accontentare di quello che passava il convento. Come dono di nozze, in ritardo, le mollò un pargolo dicendogli che lo aveva fatto durante il viaggio. Catelyn non ne fu particolarmente felice, e un po’per quello, un po’ per la nostalgia di Cloaca delle acque, un po’ per il fatto che Ned non se la trombava mai, divenne acida come un vasetto di yogurt andato a male. Robert intanto divenne Re, e sposò Cersei Lannister, non capendo che dietro (e davanti, e un po’ in tutte le posizioni) c’era la fregatura dato che, come sappiamo, non era particolarmente acuto. 

Quando Robert finì le sue lamentazioni lui e Ned tornarono di sopra, non chiedendosi perchè un’ala del castello stava tremando e un paio di asini ragliavano, dato che nessuno dei due era una cima. Qui Robert si ricordò del motivo per cui era venuto a Freddoporco, e disse a Ned che il loro vecchio maestro tutore amico, Mano del Re e molte, molte altre cosette Jon Arryn era morto. Ned chiese come era morto, e Robert spiegò che era morto di una misteriosa malattia fulminante. Le morti misteriose e improvvise dovevano essere la malattia professionale per la gente che faceva un lavoro come quello della Mano del Re nei Sette Regni, perchè nessuno dei due ebbe il benchè minimo sospetto… sebbene entrambi a un certo punto sentissero un turbamento nella forza, come se milioni di lettori gridassero all’unisono “Idioti! Si capisce benissimo che lo hanno avvelenato!”. Ma nessuno dei due essendo molto acuto, non ci fecero caso.

Comunque a questo punto Robert disse a Ned che voleva che lui venisse a Cesso del Re, la capitale dei Sette Regni, per sostituire il defunto Jon. Le sue argomentazioni furono molto convincenti. “Nessun altro è così cretino da voler fare questo lavoro, visti i precedenti. Per questo ho pensato a te, amico mio. Io sono troppo occupato a portare all’estinzione la fauna selvatica e a ingravidare contadine per occuparmi di bazzecole come il governo del mio regno”. Ned ovviamente accettò subito, perché non gli pareva vero di potersene andare da Freddoporco e di mollarci quello yogurt di sua moglie. Inoltre, visto che durante la guerra non era riuscito a farsi nemmeno una contadina racchia, questa volta sperava di avere più fortuna. Allegri e contenti Ned e Robert andarono nelle cucine a lavare i piatti, mentre tutto il resto del castello tranne Catelyn, i bambini piccoli e i vecchi moribondi, si divertiva con la regina…

Ned e Catelyn avevano cinque figli, tre maschi e due femmine, prodotti nelle uniche cinque occasioni in cui erano stati a letto insieme. Ned Sfigak era un uomo molto efficiente. Il maggiore si chiamava Robb, ed era sulla buona strada per diventare un tipo mortalmente noioso e rigido come il padre. Poi c’era Sansa, una dolce fanciulla intelligente come un merlo morto e simpatica come una malattia intestinale. Quindi Arya, una bambina scorbutica e selvatica che odiava sua madre, la sua vita, Freddoporco e tutti quelli che ci vivevano, soprattutto Sansa. I due fratelli più giovani erano Bran e Rickon. Bran era un piccolo aspirante suicida. Aveva già capito da anni, benchè ne avesse solo sei, che era destinato a passare tutta la sua vita a Freddoporco, e quindi cercava di suicidarsi arrampicandosi sulle torri ghiacciate del castello. Questa preveggenza faceva di lui il più furbo degli Sfigak. Rickon aveva solo tre anni, ma era già bastardo dentro. Faceva scherzi davvero cattivi a tutti quanti e poi dava la colpa a Jon. Jon era il figlio bastardo di Ned. In teoria. A Ned gli sarebbe piaciuto se fosse stato il suo figlio bastardo. Questo avrebbe voluto dire che era stato a letto con qualcuna. Invece lo aveva fatto sua sorella, e non con lui. Era opinione comune a Freddoporco che Jon portasse sfiga. La voce l’aveva messo in giro Catelyn, che era acida e vendicativa. In ogni caso Jon faceva una vita di merda a Freddoporco. Tutti gli davano la colpa per le porcate di Rickon, oppure lo ignoravano. E in realtà, Jon portava rogna davvero.

Il giorno prima che arrivasse il carro del re i 5 ragazzi Sfigak erano stati fuori dal castello, (una delle poche volte nella loro squallida vita) per assistere all’esecuzione di un tizio da parte del padre. E’ una di quelle cose educative che i figli dei nobili fanno sempre e che spiega molte cose sul loro comportamento medio da adulti. Comunque tornando dalla rilassante e piacevole gita  e picnic con esecuzione Jon, il figlio bastardo (si vabbè) e portasfiga di Ned  aveva trovato nella neve una gatta nera calpestata da una mucca, con attorno a se cinque orribili gattini neri spelacchiati. (E chi poteva trovarli se non lui ?) “Possiamo tenere i gattini?” aveva chiesto Bran al padre. “Nemmeno per idea” aveva risposto Ned, che ci godeva quando poteva rendere infelice qualcuno. Jon però era riuscito a convincerlo ricordandogli che il gatto nero che passava sotto una scala rompendo uno specchio era pur sempre il simbolo della famiglia Sfigak. E allora Ned aveva acconsentito, pensando che i gatti neri avrebbero procurato ai suoi figli una vita infelice e deprimente come la sua.

Lo abbiamo già detto che Ned era un sadico bastardo.

Mentre i 5 ragazzi si allontanavano con i nuovi gattini Jon aveva trovato anche una creatura spelacchiata, biancastra, morente e triste nella neve, e aveva deciso di prendersela. Nessuno aveva commentato la cosa, perché non è che fregasse qualcosa a chiunque di quello che faceva Jon… Robb aveva chiamato il suo gatto Aerofagia, perché non era un gatto molto educato. Sansa aveva chiamato la sua gattina Principessina, perché Sansa era scema come un cardellino lobotomizzato. Arya aveva chiamato il suo gatto dal bruttissimo carattere Scannatrice. Lo aveva fatto presente a Sansa. Bran non aveva dato un nome al suo gatto, perché sperava di morire presto. Rickon aveva chiamato il suo gatto Figliod’uncane. Era il sistema ideale per farlo diventare un gatto stronzo come lui.  Jon aveva chiamato il gatto Cadavere, perché era una persona ottimista. Il gatto non aveva mai smesso di toccarsi le palle da quando aveva incontrato Jon, e ancora non sapeva quanto avesse ragione...

Nei giorni seguenti mentre Ned e Robert si occupavano delle faccende di casa, Catelyn si rodeva di invidia per la vita sessuale di Cersei e il personale del castello gareggiava nel dimostrare la sua fedeltà alla Regina, i ragazzi giocavano nel cortile ghiacciato di Freddoporco. Bran dopo aver picchiato a sangue il piccolo Tommen, che tanto non era considerato da nessuno, andò ad arrampicarsi sulla torre ovest del castello, con precisi propositi di suicidio. Il castello di Freddoporco era un geniale progetto architettonico di Brandon il costruttore, che dopo essersi stufato di costruire casette di fango aveva messo in piedi la più orribile opera architettonica a memoria d’uomo. Era quasi arrivato in cima alla torre quando proprio in quel momento la Regina e il cavallo del re provarono la posizione detta “No questo non è possibile farlo” tratta dal Kamasutra draconico, un antico trattato valyriano la cui ultima copia conosciuta era stata in possesso si Aerys Targaryen detto il contento e che era stata prontamente scovata dalla Regina nei suoi primi mesi di permanenza al castello della capitale. La difficoltà intrinseca della posizione fece si che il cavallo del re urtasse le pareti della torre. La torre si mise a tremare e Bran perse la presa, cadendo a vertiginosa velocità verso il vuoto sottostante.

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