IL GARAGE

Finestra di pura tecnologia affacciata sul mondo informatico

                   Ideato e progettato da : Ragionier Maurizio SorrentinoFinestra

Le Architetture

 

                                                                 X86

 

 

 

 

 

 

 

                                  Pentium II nel suo caratteristico contenitore

 

 

 

 

L' architettura x86 è un termine generico per indicare un'architettura di microprocessori inizialmente sviluppata e prodotta dall'Intel. È al momento l'architettura più diffusa nel mercato dei PC desktop, portatili, e nei server economici. Nel corso degli anni, più di una ditta ha introdotto processori compatibili con l'architettura x86, ponendosi in concorrenza con Intel. Attualmente (2007) l'unico concorrente di un certo peso nel settore dei personal computer è AMD che produce processori x86-compatibili fin dai primi anni dell'architettura. È da segnalare comunque che esistono altri produttori che utilizzano questa architettura per realizzare processori per applicazioni di nicchia come lo sviluppo di sistemi embedded, thin client, set top box e altre.

 

L'x86 ha un set di istruzioni CISC a lunghezza variabile. Questa caratteristica era utile negli anni '70 e '80, perché permetteva di risparmiare (costosa) memoria. In tempi più recenti, la lunghezza variabile è diventata un tallone d'achille che complica notevolmente il progetto dei nuovi processori, i quali dedicano una parte consistente delle loro risorse a "tradurre" il set di istruzioni x86 in uno più razionale.

 

Indice

 

    * 1 Storia

          o 1.1 8086

          o 1.2 8088

          o 1.3 80186

          o 1.4 80286

          o 1.5 80386

          o 1.6 80486

   

 

Storia

 

8086

 

Primo processore a 16 bit di Intel. Per l'epoca era abbastanza valido sebbene la concorrenza di Motorola si facesse sentire.

 

8088

 

Modello "ridotto" del 8086 con bus a 8 bit. Minori prestazioni, minori costi. Probabilmente fu il primo processore della "presa in giro" che, si dice, Intel abbia sempre architettato nei confronti dei suoi clienti. Si tratta di produrre un solo processore, limitarne le capacità su una parte della produzione e vendere questo prodotto "monco" a prezzo minore. Solo per poter tenere alto il prezzo del prodotto di punta. Il caso clamoroso scoppiò con l'80486.

 

80186

 

Modello poco venduto e poco diffuso. Per alcuni aspetti era rivoluzionario poiché comprendeva nuove istruzioni ed un differente modo di gestione della memoria. Non ebbe successo, forse per il costo elevato rispetto alle prestazioni reali.

 

80286

 

Processore molto importante nella storia di Intel. Innanzitutto fu il primo ad essere "copiato" con profitto da AMD. Questa casa produttrice acquistò i diritti di produzione di processori con codice x86 da Intel e creò un 286 competitivo per prestazioni, conveniente per prezzi. Le capacità di calcolo del 286 erano molto superiori ai suoi predecessori, anche grazie alla velocità di clock superiore. Inoltre il 286 introdusse il concetto di "modalità protetta". La limitazione che tarpò le ali a questo prodotto consisteva nel fatto che poteva "entrare" in modalità protetta, ma non poteva "uscirne" se non veniva resettato. Nell'ultimo periodo di produzione AMD riuscì a spingere il 286 fino a 25Mhz con ottimi risultati in termini di prestazioni e un validissimo rapporto qualità/prezzo.

80386

 

32 bit, modalità protetta finalmente funzionante, possibile coprocessore matematico in affiancamento alla CPU principale (il coprocessore si chiamava 387) due linee differenti: il 386 dx, completo, veloce e molto interessante ed il 386 sx, versione con bus a 16 bit, più lento nella gestione di periferiche e RAM. Le innovazioni davvero rivoluzionarie del 386 furono l'introduzione, come detto, della modalità protetta davvero utilizzabile, il supporto ad una quantità di ram di ben 8 megabytes ed il multitasking. AMD, che produsse la sua versione di questo processore e raggiunse i 40Mhz contro i 33 massimi di Intel, fu partecipe delle prime vere "guerre" legali per l'utilizzo del codice x86.

 

80486

 

Più veloce del predecessore, senza introdurre grandi novità in termini di "caratteristiche", eccetto probabilmente il coprocessore integrato e la memoria cache, molto importante per aumentare la capacità di calcolo. Inizia ad essere necessario un dissipatore di calore per l'alto assorbimento energetico della CPU. Cambia la differenziazione "DX/SX". Ora i DX sono processori 486 con coprocessore matematico integrato (più efficiente del 387 e con maggior supporto ai calcoli complessi) mentre gli "SX" sono privi di coprocessore. Molti utenti credendo che il coprocessore servisse in ogni applicazione e garantisse migliori prestazioni sempre e comunque ed hanno speso soldi inutilmente. Nell'esecuzione di Windows, del DOS, degli applicativi in genere non c'era alcun incremento prestazionale. Il coprocessore serviva solo per CAD e applicazioni matematiche. Si narra che Intel disabilitasse volontariamente il coprocessore di alcuni DX per venderli come SX, dato che sarebbe stato antieconomico mantenere differenti linee di produzione per un "core" pressoché identico. Per coloro che avevano acquistato un "SX" era disponibile il coprocessore "487" che in realtà era un 486DX completo. Quando il 487 veniva inserito nel sistema disabilitava completamente l'SX, ma l'utente non se ne accorgeva. Il 486 nelle sue versioni più performanti raggiunse i 100Mhz grazie al moltiplicatore di frequenza che permetteva la produzione di schede madri "standard" a 33Mhz dotate di processori che moltiplicavano x3 la frequenza. AMD ha raggiunto i 133Mhz con questa CPU. Con i 486 inizia anche l'era delle versioni a basso consumo energetico (principalmente per portatili) denominare SL. Si affaccia un nuovo produttore: la Cyrix, che però non utilizza un codice completamente uguale al 486 intel/amd. Il suo prodotto si chiama 486SLC e DLC. Nella realtà è abbastanza lontano dal 486 vero, anche in termini di prestazioni. Il costo comunque è molto ridotto.

 

 

Fine articolo

                                                    Rag. Maurizio Sorrentino

                                                    12 Aprile 2007   ore 15:11