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Il Piccolo Principe

XIX



Il piccolo principe fece l'ascensione di un'altra montagna.
Le sole montagne che avesse mai visto, erano i tre vulcani che gli arrivavano alle ginocchia. E adoperava il vulcano spento come uno sgabello.
"Da una montagna alta come questa", si disse percio', "vedro' di un colpo tutto il pianeta e tutti gli uomini..." Ma non vide altro che guglie di roccia ben affilate.
"Buon giorno", disse a caso.
"Buon giorno... buon giorno... buon giorno..." rispose l'eco.
"Chi siete?" disse il piccolo principe.
"Chi siete?... chi siete?... chi siete?..." rispose l'eco.
"Siate miei amici, io sono solo", disse.
"Io sono solo... io sono solo... io sono solo..." rispose l'eco.
"Che buffo pianeta", penso' allora, "e' tutto secco, pieno di punte e tutto salato. E gli uomini mancano d'immaginazione. Ripetono cio' che loro si dice... Da me avevo un fiore e parlava sempre per primo...".




... Quale messaggio vorresti far giungere con l'eco a tutti i bambini del mondo ?


 
 

XX




Ma capito' che il piccolo principe avendo camminato a lungo attraverso le sabbie, le rocce e le nevi, scoperse alla fine una strada. E tutte le strade portavano verso gli uomini.
"Buon giorno", disse.
Era un giardino fiorito di rose.
"Buon giorno", dissero le rose.
Il piccolo principe le guardo'.
Assomigliavano tutte al suo fiore.
"Chi siete?" domando' loro stupefatto il piccolo principe.
"Siamo delle rose", dissero le rose.
"Ah!" fece il piccolo principe.
E si senti' molto infelice. Il suo fiore gli aveva raccontato che era il solo della sua specie in tutto l'universo. Ed ecco che ce n'erano cinquemila, tutte simili, in un solo giardino.
"Sarebbe molto contrariato", si disse, "se vedesse questo... Farebbe del gran tossire e fingerebbe di morire per sfuggire al ridicolo. Ed io dovrei far mostra di curarlo, perche' se no, per umiliarmi, si lascerebbe veramente morire..."
E si disse ancora: "Mi credevo ricco di un fiore unico al mondo, e non possiedo che una qualsiasi rosa. Lei e i miei tre vulcani che mi arrivano alle ginocchia, e di cui l'uno, forse, e' spento per sempre, non fanno di me un principe molto importante...".
E, seduto nell'erba, piangeva.
 



 

Capitolo 21 (XXI)





 

 

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