gyp
.
Parliamo
di Gianni Rodari
Tante persone,
nel corso degli anni, hanno dedicato il loro tempo
e la loro
capacità per i bambini.
Sono nati
così tanti libri, poesie, filastrocche, film e canzoni.
Con l’aiuto
di Alessia, vi presento … Gianni Rodari.
Rodari,
Gianni (Omegna, Novara 1920 - Roma 1980),
scrittore
e giornalista italiano, autore di popolarissime opere per l'infanzia.
All'attività
di redattore di "Paese Sera" affiancò quella di autore,
scrivendo
una ventina di libri che ebbero fortuna non solo in Italia:
Il romanzo
di Cipollino (1951), Favole al telefono e Filastrocche in cielo e in terra
(1960),
C'era due
volte il barone Lamberto ovvero I misteri dell'isola di San Giulio (1978)
ebbero tanto
successo da essere utilizzati spesso come libri di testo
nella scuola
media inferiore italiana.
La Grammatica
della fantasia (1973) raccoglie le riflessioni su questo tipo di letteratura:
il sottotitolo
recita infatti Introduzione all'arte di inventare storie.
In linea con
questi interessi, nel 1970 Rodari curò l'edizione italiana
delle fiabe
di Hans Christian Andersen.
Rodari si dimostrò
un innovatore nel campo della favola tradizionale,
nei suoi libri
infatti la realtà fantastica e la quotidianità si intrecciano
dando vita
a racconti di sorprendente intelligenza e comicità.
Nel 1970 gli
fu conferito il premio Andersen per la letteratura infantile.
|
questa illustrazione
di Alberto Ruggeri è tratta da “Gelsomino nel paese dei bugiardi”
Le immagini
sono tratte dai libri di Gianni Rodari e pubblicati
nella maggior
parte dei casi da Editori Riuniti e da Einaudi ragazzi.
I disegni
sono di Emanuele Luzzati (tratti da Fiabe lunghe un sorriso, Filastrocche
per tutto l’anno)
e di Francesco
Altan (tratti da Favole al telefono, Filastrocche in cielo e in terra,
La torta in cielo).
Girotondo
in tutto il mondo
Filastrocca per tutti i bambini,
per gli italiani e per gli abissini,
per i russi e per gli inglesi,
gli americani ed i francesi,
per quelli neri come il carbone,
per quelli rossi come il mattone,
per quelli gialli che stanno in Cina
dove è sera se qui è mattina,
per quelli che stanno in mezzo ai ghiacci
e dormono dentro un sacco di stracci,
per quelli che stanno nella foresta
dove le scimmie fan sempre festa,
per quelli che stanno di qua o di là,
in campagna od in città,
per i bambini di tutto il mondo
che fanno un grande girotondo,
con le mani nelle mani, sui paralleli e sui meridiani
Gianni Rodari
Il
paese con l'esse davanti
di Gianni Rodari
|
Giovannino Perdigiorno era un grande viaggiatore. Viaggia e viaggia,
capitò nel paese con l'esse davanti.
- Ma che razza di paese è? - domandò a un cittadino che
prendeva il fresco sotto un albero.
Il cittadino, per tutta risposta, cavò di tasca un temperino
e lo mostrò bene aperto sul palmo della mano.
- Vede questo?
- E' un temperino.
- Tutto sbagliato. Invece è uno "stemperino", cioè un
temperino con l'esse davanti. Serve a far ricrscere le matite, quando sono
consumate, ed è molto utile nelle scuole.
- Magnifico, - disse Giovannino. - E poi?
- Poi abbiamo lo "staccapanni".
- Vorrà dire l'attaccapanni.
- L'attaccapanni serve a ben poco, se non avete il cappotto da attaccarci.
Col nostro "staccapanni" è tutto diverso. Lì non bisogna
attaccarci niente, c'è già tutto attaccato. Se avete bisogno
di un cappotto andate lì e lo staccate. Chi ha bisogno di una giacca,
non deve mica andare a comprarla: passa dallo staccapanni e la stacca.
C'è lo staccapanni d'estate e quello d'inverno, quello per uomo
e quello per signora. Così si risparmiano tanti soldi.
- Una vera bellezza. E poi?
- Poi abbiamo la macchina "sfotografica", che invece di fare le fotografie
fa le caricature, così si ride. Poi abbiamo lo "scannone".
- Brrr, che paura.
- Tutt'altro. Lo "scannone" è il contrario del cannone, e serve
per disfare la guerra.
- E come funziona?
- E' facilissimo, può adoperarlo anche un bambino. Se c'è
la guerra, suoniamo la stromba, spariamo lo scannone e la guerra è
subito disfatta.
Che meraviglia il paese con l'esse davanti.
|
Abbasso
il nove
di Gianni Rodari
|
Uno scolaro faceva le divisioni:
- Il tre nel tredici sta quattro volte con l'avanzo di uno. Scrivo
quattro al quoto. Tre per quattro dodici, al tredici uno. Abbasso il nove...
- Ah, no, - gridò a questo punto il nove.
- Come? - domandò lo scolaro.
- Tu ce l'hai con me: perché hai gridato "abbasso il nove"?
Che cosa ti ho fatto di male? Sono forse un nemico pubblico?
- Ma io...
- Ah, lo immagino bene, avrai la scusa pronta. Ma a me non mi va giù
lo stesso. Grida "abbasso il brodo di dadi", "abbasso lo sceriffo", e magari
anche "abbasso l'aria fritta", ma perché proprio "abbasso il nove"?
- Scusi, ma veramente...
- Non interrompere, è cattiva educazione. Sono una semplice
cifra, e qualsiasi numero di due cifre mi può mangiare il risotto
in testa, ma anch'io ho la mia dignità e voglio essere rispettato.
Prima di tutto dai bambini che hanno ancora il moccio al naso. Insomma,
abbasso il tuo naso, abbasso gli avvolgibili, ma lasciami stare.
Confuso e intimidito, lo scolaro non abbassò il nove, sbagliò
la divisione e si prese un brutto voto. Eh, qualche volta non è
proprio il caso di essere troppo delicati.
|
vuoi saperne di piu' ?
Gianni
Rodari
|
|