Recensione ONLAIN

Aperiodico kollettivo di quisquilie cinematografiche, vacanziere, cultura varia e soprattutto sano kazzeggio...

Numero 161
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RADIOHEAD - KID A
spoiler alert: -

Beh, sembra logico pensare che Tom E.Yorke e compagni desiderassero prendere un po' le distanze dai RADIOHEAD. In un momento in cui non si fa che parlare di loro, vuoi per l'attesissimo nuovo disco, vuoi per i concerti di inizio estate e vuoi anche per gli innumerevoli (e in alcuni casi ottimi) cloni che la produzione inglese ci ha regalato negli ultimi mesi (Travis e Coldplay su tutti).
KID A è il classico disco che spiazza e può provocare due reazioni tra loro diametralmente opposte. Io le ho provate entrambe e cercherò di descriverle in due diverse 'recensioni' che forse creeranno nel lettore un po' di confusione e che però, credetemi, è esattamente quello che KID-A si aspetta.

REAZIONE A:
Questo disco nuovo dei RADIOHEAD è una vera schifezza. Non ci sono praticamente canzoni. Le belle e personalissime emozioni alle quali il gruppo di Tom E.Yorke ci ha abituato sin dai tempi di 'The Bends' (l'aspro esordio di 'Pablo Honey'  lo considero la produzione inutile ed inefficace di un gruppetto alle prime armi troppo invaghito di U2 per produrre qualcosa che fosse degno di interesse -'creep' a parte-) vengono qui a mancare in favore di suoni perlopiù elettronici dove la classica forma di composizione soccombe sotto una trama di note lunghe e lamenti sintetici. Le prime due tracce del disco sono invereconde. 'Everything in the right place' e la title track sembrano uscite da un vecchio vinile anni 70 del peggior Brian Eno il quale aveva dalla sua almeno la possibilità di poter contare sull'originalità dell'operazione. La traccia 3 (The national anthem) ci da, per 20 secondi la possibilità di cominciare a sperare in qualcosa. Un bel riff di basso distorto ci illude sull'arrivo della prima CANZONE del disco. Non è così: Quel riff è in realtà un loop sul quale si snoda noiosamente tutto il resto del brano. Insinuazioni di sassofoni e orchestra fanno un inutile tentativo nel risollevamento della sorte di una canzone onestamente brutta.
Mentre si sta per gettare la spugna giunge il primo VERO momento degno di RADIOHEAD: 'How to disappear completely' è quello che volevamo da loro, una bella ballata dove per la prima volta dall'inizio del disco (e sono passati 20 minuti!) la voce di Tom appare bella e chiara senza filtri od effetti demodé. La voce di Tom, così imitata e clonata negli ultimi tempi, in questa canzone appare stupenda, naturalmente struggente, senza bisogno di nessun artificio. Il titolo della canzone ci preoccupa un po'.
Quando la dolcezza di RADIOHEAD sembra essersi insinuata definitivamente nel nostro lettore CD, veniamo spiazzati dalla traccia successiva: 'Treefinger', un brano di musica cosmica strumentale stile Klaus Schultze  (occhio: non è un complimento!) che ci imprigiona in una noia mortale e che ci libererà solo dopo circa 4 minuti  con 'Optimistic' e 'In limbo', le tacce 6 e 7, che non sono male e che potrebbero fare la bella figura come bonus tracks di un CD singolo. Non c'è altro in questo disco. Addirittura sotto il livello del mare ci sono le tre tracce conclusive di cui la prima 'Idioteque' vorrebbe apparire come una sorta di parodia della inarrivabile 'discoteque' di U2 ossia coloro che sono, evidentemente, ancora i loro idoli. E figuratevi la reazione di uno che, come me, già non ama gli originali.
'Morning bell' ci appare, infine, come l'ultimo disperato tentativo di avere un secondo singolo da far uscire poco prima del tour, tra qualche mese. Una composizione di una banalità sconcertante che ha il suo punto minimo proprio nel angoscioso arrancare di un gruppo che vuole a tutti i costi lasciarci di stucco.
Penoso.
Non comprate questo disco. Al massimo masterizzatevelo (in questi giorni è disponibile in Mp3 su Napster) così, magari possiamo anche sperare di evitare le solite cazzate trite e ritrite dei minuti di silenzio inutili e antipatici posti prima e dopo la traccia conclusiva.
Eccheppalle!

REAZIONE 2:
Questo disco nuovo dei RADIOHEAD è un'autentica meraviglia, un prodigio della musica moderna pur essendo privo di canzoni. Le pur belle e personalissime composizioni alle quali il gruppo di Tom E.Yorke ci aveva abituato sin da  'Pablo honey', vengono qui tramortite in favore di suoni ricercatissimi  dove la classica forma-canzone soccombe sotto una
trama di note lunghe ed emozionanti. Questo è il disco più atteso dell'anno e le aspettative son tutte mantenute: I Radiohead ci regalano ancora una volta il primo passo in avanti verso la musica pop di domani, così come accadde con 'The Bends' o con 'OK Computer', anche con 'Kid A' ci troviamo  a fare i conti con suoni e composizioni mai sentite prima di ora. Questo accade già all'inizio del CD dove 'Everything in the right place' e, soprattutto,  la title track riecheggiano all'ambient music con un occhio di riguardo a Schoenberg, Satie e Stravinsky con un filtro talmente unico da lasciarci sgomenti di fronte a bellezza e
modernità eccitanti. La traccia 3 (The national anthem) ci da, per 20 secondi la possibilità di tornare nei ranghi. Un bel riff di basso distorto ci  ricorda che quello che stiamo sentendo è il disco di un complesso pop ma poi...quel riff diventa loop  e su di esso si snoda un arrangiamento innovativo e minimalista  fatto di insinuazioni di sassofoni e orchestre sgangherate.
E' solo con la traccia 3 che ritroviamo i vecchi amici Radiohead...
Sornioni e deliziosi ci regalano  'How to disappear completely': una sorta di 'quello che volevamo da loro', una bella ballata dove per la prima volta dall'inizio del disco la voce di Tom appare bella e chiara senza filtri od effetti elettronici. La voce di Tom, così imitata e clonata negli ultimi tempi, in questa canzone appare stupenda, naturalmente struggente, senza bisogno di nessun artificio. Il titolo della canzone ci preoccupa un po'.
Subito dopo siamo catapultati in un sogno sublime e strumentale dove un ipotetico albero di mandarini si trasforma in un albero di dita che toccano il nostro corpo e il nostro sesso infilandosi nella mente e nell'inconscio: 'Treefinger', un brano di musica cosmica strumentale stile Klaus Schultze  nel periodo dei migliori Tangerne Dream, che ci imprigiona in una realtà virtuale e parallela per circa 4 minuti. Con 'Optimistic' e 'In limbo', le tacce 6 e 7, questo disco riprende coscienza di quello che è e ci riporta a terreni già praticati con due brani dalle caratteristiche talmente innovative da non permetterci nemmeno un istante di distrazione essendo l'effetto sorpresa il picco più rilevante della musica pop dei Radiohead e quindi della musica pop che ascolteremo da ora in avanti. Non c'è molto altro da dire di questo disco: è già un capolavoro finora e mancano ancora tre tracce prima della sua conclusione la prima è 'Idioteque', sorta di parodia della discussa 'discoteque' di U2 (ossia una sorta di ritorno alle origini per Tom E.Yorke che ha, da sempre nei confronti della band di Bono Vox, una sorta di adorazione) vede i nostri nella veste di discepoli che superano i maestri.
Non masterizzate questo disco, COMPRATELO! Non lasciatevi neanche tentare dal fatto che sia interamente disponibile su Napster in versione MP3 perché potreste pentirvene. Questo è uno di quel dischi che passerà alla storia e sarà giusto possederlo nella sua edizione 'originale' con tanto di copertina artistica e complicata e di booklet (coi testi?) nascosto nella parte di confezione sotto il CD (ci ho messo un ora a trovarlo!). Questa è la musia pop di domani, confezionata in edizione prototipo proprio oggi e a nostro uso e consumo.
Approfittiamone.
(Nota per i veronesi: Un indagine di mercato vuole che il posto dove costa di più sia "Dischi volanti" in via fama ex aequo con "Ricordi" in via Mazzini. Entrambi con cartellino a 39.000 lire. Rimanendo in centro è possibile risparmiare mille lire a
"Il pentagramma" di via Amanti (38mila) o ben 1.100£ a "Rock & Jazz emporio" dove il cartellino esibisce con orgoglio Lit.37.900. Voci non verificate lo danno a 36.000 lire nei megastore tipo Città Mercato e Verona Uno. Se non siete troppo
lontani, fateci un giro e prendetelo la.)
 

L'autore che vi saluta è Joyello.
 

LEGENDA:

    @ 'na bella merda
    * lasciare perdere
   ** cosi' e cosi'
  *** da vedere
 **** grande
***** capolavoro

spoiler alert level: livello di attenzione per eventuali particolari della trama presenti nella recensione;
level 0 = livello minimo, vai tranqui.
level 5 = livello massimo, l'archetipo del gossip.