Gruppo Modellismo Cariplo

Un aereo per la Marina Militare


LA STORIA
Negli anni dell'immediato dopoguerra, la Marina Militare Italiana non faceva mistero delle sue intenzioni di dotarsi di una propria componente aerea. L'Aeronautica però, in forza della legislazione vigente, oppose sempre una tenace resistenza per non perdere l'esclusiva del controllo su ogni velivolo militare operante in italia.
La marina statunitense, sostenendo le tesi operative di quella italiana, assicurò il proprio appoggio e fu così che la MM ottenne l'assegnazione in conto MDAP di un congruo numero di SB2C "Helldiver" già radiati dall' U.S. Navy perchè surplus.
Il 20 ottobre 1952 due Helldiver muniti di vistose insegne di nazionalità "navalizzate" e con codici MMI 101 e 102 decollarono dalla portaerei Midway e atterrarono a Napoli - Capodichino inasprendo i già difficili rapporti fra aviatori e marinai. Dopo mesi di sosta forzata l'Aeronautica fece valere i propri diritti contro questa importazione "illegale" e prese in carico i due aerei.
Senza lasciarsi scoraggiare dagli insuccessi la MM continuò a "complottare" con l' U.S. Navy e il 3 novembre 1953 la portaerei statunitense Tripoli sbarcò 46 Helldiver direttamente all'arsenale di La Spezia. Negli otto mesi successivi gli aerei furono smontati nelle loro componenti principali e immagazzinati, in attesa di un impiego futuro.
Purtroppo lo stato del materiale impressionò sfavorevolmente gli specialisti italiani, i quali si resero conto che la corrosione delle strutture, gli apparati elettronici danneggiati o mancanti, il lungo periodo di abbandono sofferto dai motori, ne pregiudicavano qualsiasi possibilità di reimpiego. La quasi totalità del materiale fu in seguito avviata alla rottamazione per liberare i depositi.
Dovranno trascorrere ancora 40 anni prima di rivedere le coccarde con l'ancora sulle fusoliere degli Harrier della rinata aviazione navale.



LA SCELTA DEL SOGGETTO
Cosa spinge un modellista a riprodurre questo o quel modello? Questa o quella versione? A volte il semplice desiderio di ampliare la propria collezione, ma nella stragrande maggioranza dei casi è un episodio specifico che fa scattare la molla, come la lettura di un libro, la visione di un documentario, un'esperienza vissuta, ecc. che ci fa desiderare di cogliere quell'attimo unico ed irripetibile, di raccontare una storia, di vedere con i nostri occhi un altro luogo e un altro tempo.
Nel mio caso è stata questa fotografia in bianco e nero e la storia che è seguita a far scattare il desiderio.
Il 26 agosto 1952, sulla NAAF Cabaniss Field in Texas, il tenente di vascello Cottini prese in consegna l'SB2C-4 con i codici di fusoliera MMI 101 destinato alla marina italiana.
Ho voluto immortalare proprio questo momento riproducendo l'aereo con le ali ripiegate mentre i militari americani passano le consegne a quelli italiani.

IL MODELLO
La scelta del modello è caduta sul vecchio kit Monogram, l'unico in scala 1/48 reperibile sul mercato fino a qualche anno fa.
Nonostante le pannellature in positivo e alcune soluzioni grossolane per rendere mobili le semiali, i carrelli, e il vano bombe, il modello è dimensionalmente corretto e si presta molto bene a tutti quegli interventi di miglioria e autocostruzione che intendo mettere in pratica.


Il primo passo è stato la ricerca di materiale fotografico corredato da esaurienti specifiche tecniche, che ho trovato sulla monografia della Squadron/Signal e su vecchi numeri di Aerei e Aerei Modellismo. Ottimo anche un articolo comparso qualche anno fa sulla rivista Model Wings.


Secondo passo, l'acquisto delle decals; si tratta delle Tauro N°48-540/549/515.
Terzo passo, il più difficile; studiare la documentazione e decidere a quale livello di dettaglio si vuole arrivare, quali soluzioni adottare per risolvere alcuni problemi logistici (vedi ripiegamento delle ali) e come dovrà essere rappresentato il modello.
Dopo lunga riflessione ho deciso di NON utilizzare i set di dettaglio in resina o fotoincisione dell'after market ma di ricostruire in scratch tutti i particolari che mi sarebbe stato possibile, con il solo scopo di divertirmi e di misurare i miei limiti, e allora spazio alla fantasia e...."siorre e siorri, andiamo a incominciare!"

IL MOTORE
E' stata una pazzia, ma quando ho visto il motore del kit ho deciso di autocostruirlo. Certo non è il Wright Cyclone originale ma ho comunque realizzato una doppia stella che fa una discreta figura, giudicate voi il risultato.


Per la costruzione ho utilizzato i seguenti materiali: una siringa ipodermica per il blocco motore sul cui corpo ho fatto due file di fori per innestare i 14 cilindri. Ho preso poi due chiodi di ottone per ogni cilindro saldandoli ad Y, attorno ai quali ho avvolto del filo di rame per simulare le alette di raffreddamento lasciando però scoperte le teste dei chiodi alle quali ho saldato del profilato tondo di ottone (le aste dei bilanceri).
Dei fili di rame dipinti di rosso rappresentano i cavetti delle candele. Per finire ho inserito nella parte stretta della siringa due teste di chiodo di ottone per simulare le coppe dell'olio. Le immagini qui sotto mostrano il motore prima e dopo la colorazione, messo a confronto con una vecchia moneta da 500 Lire.


Il passo seguente consiste nel preparare la cofanatura che alloggerà il motore, dotandola dei flabelli mobili che venivano aperti o chiusi per regolare la temperatura del motore stesso.


Flabelli del cofano motore

Cofano motore
GLI INTERNI - POSTAZIONE DEL MITRAGLIERE / OPERATORE RADIO
Dopo aver asportato la plastica in eccesso ed aver lisciato l'interno della fusoliera, ho incollato i correntini e le ordinate in plasticard.

Paratia sinistra postazione del mitragliere (foto)

Paratia sinistra postazione del mitragliere (modello)
Ho poi ricostruito alcuni particolari con materiali di recupero, come ad esempio la manovella per la chiusura del tettuccio, per la quale ho utilizzato dello sprue e una "pailette" rubata da un vestito di carnevale. Dopo averli incollati ho verniciato il tutto in verde anticorrosione, nero e bianco.

Paratia destra postazione del mitragliere (foto)

Paratia destra postazione del mitragliere (modello)
Dopo aver misurato gli ingombri interni, con plasticard da 1mm ho dato la forma a quella che in gergo si chiama "vasca" dotandola di alcuni elementi come l'estintore, la borsa portadocumenti, il supporto per il seggiolino, il seggiolino, le cinture di sicurezza, l'intelaiatura per la mitragliatrice dorsale; quest'ultima non era compresa nella vendita del velivolo alla marina italiana, perciò ho omesso sia l'arma che l'ingranaggio circolare che ne permetteva il brandeggio.

Abitacolo mitragliere

Abitacolo mitragliere
Nella parte anteriore dell'abitacolo si trovano gli apparati radio, montati su di una intelaiatura tubolare, il tutto autocostruito. Ho utilizzato delle decal di scarto per riprodurre la strumentazione.
Il cilindro giallo posto sopra la radio contiene il canotto gonfiabile di salvataggio.

Postazione radio (foto)

Postazione radio (modello)

Postazione radio montata

Postazione radio montata
GLI INTERNI - POSTO DI PILOTAGGIO
Anche in questa parte dell'abitacolo ho incollato i correntini e le ordinate in plasticard, poi ho autocostruito la vasca, il seggiolino del pilota dotato di poggiatesta e cinture, pannelli strumenti, tubo per l'ossigeno, luce per la lettura delle carte, manette e pulsanti vari.
A proposito di cinture, ho voloto evitare le fotoincisioni e le ho autocostruite utilizzando un vecchio trucco da modellista; ho tagliato delle sottili strisce metalliche da un tubetto di dentifricio e ho riprodotto le fibbie con del sottile filo di rame.

Postazione pilota - paratia sinistra (foto)

Postazione pilota - paratia sinistra (modello)

Postazione pilota - paratia destra (foto)

Piccoli particolari autocostruiti

Seggiolino pilota (foto)

Seggiolino pilota (modello)

L'unico particolare del kit che ho utilizzato è stato il cruscotto, che avendo gli strumenti in rilievo è stato semplicemente colorato di nero e con qualche pennellata a secco di bianco.

Cruscotto strumenti (foto)

Mirino (foto)

Una volta assemblati i particolari dell'abitacolo anteriore e posteriore ho incollato le semifusoliere usando abbondante stucco per livellare le imperfezioni delle giunzioni.

Postazione pilota e cruscotto

Seggiolino pilota

LA FUSOLIERA
Guardando la plastica, ci si accorge subito della vetustà degli stampi. Ci sono evidenti ritiri, deformazioni, disallineamenti e grossolane pannellature.
Non mi sono mai preoccupato eccessivamente di andare a verificare sui disegni in scala la perfetta corrispondenza delle misure, mi basta essere soddisfatto delle forme a colpo d'occhio,
però certe imperfezioni sono troppo evidenti per essere trascurate. Sono dovuto ricorrere all'uso massiccio dello stucco e addirittura a degli inserti in plasticard per riempire le fessure.
Ho anche deciso di tenere chiuso il vano bombe, non avrebbe avuto senso dotarlo di bombe e tenerlo aperto durante la cerimonia di consegna.

I tubi di scappamento sono in tubetto di ottone

Vista inferiore della fusoliera

Intaglio che rappresenta il predellino

Abitacoli completati e colorati

Abitacolo, vista di insieme

Abitacolo, vista di insieme

I POZZETTI DEL CARRELLO ANTERIORE
Mi perdoneranno i modellisti blasonati se mi sono permesso qualche licenza poetica, ma anche se non sono perfettamente simili agli originali, i pozzetti che ho autocostruito fanno comunque una discreta figura.
Dopo aver dimensionato gli "scatolati" ho aggiunto le centinature e le ho forate per allegerirle. Ho inserito dei tubicini di rame per simulare i condotti idraulici ed infine ho inserito le canne delle mitragliatrici prima di colorare e chiudere il tutto.

Pozzetto sinistro in costruzione

Pozzetti a confronto

Si inseriscono i condotti idraulici e la mitragliatrice

Si provano gli ingombri a secco

Pozzetto pitturato e incollato nell'ala con le gambe del carrello

Le mezze semiali incollate alla fusoliera

Per finire ho dotato le gambe dei carrelli dei tubi dei freni in filo di rame ed ho incollato le ruote che in precedenza hanno richiesto un piccolo lavoro di modifica.
Ho aumentato lo spessore delle ruotre con un disco di plasticard perchè quelle del modello erano troppo sottili, poi ho aggiunto dello stucco e le ho limante per simulare l'effetto peso.


Le ruote con lo spessore e l'effetto peso

Ruote e carrello montati

LE ALI
Anche le ali hanno ricevuto molte modifiche e siccome non ho voluto utilizzare fotoincisioni o parti in resina presenti nell'after market, ho dovuto ricostruire molti componenti.
Partiamo dalla cosa più semplice, gli equilibratori posteriori; ho staccato le parti mobili e ho rifatto le cerniere. Poi ho staccato anche gli ipersostentatori (slat) dal bordo d'attacco anteriore, ho rifatto la parte interna e li ho riposizionati estratti
Il tubo di pitot è stato rifatto in rame e sulla semiala destra sono state inserite le luci colorate di appontaggio.
Per finire i flap sono stati staccati, scatolati e forati per fungere da aerofreno di picchiata.

Alettoni posteriori

Slat anteriori

Slat e tubo di pitot

Flap estesi

Interno flap

Esterno flap

Luci di appontaggio

Guide per razzi

L'ultima fatica ha riguardato le cerniere delle semiali. Ho rifatto le centine piene con il plasticard ed ho applicato un perno che ho incollato solo all'ultimo momento, per dare realismo e compattezza a tutto il meccanismo di ripiegamento.
Ho completato il tutto con il solito filo di rame per simulare l'impianto idraulico. Ora il nostro modello è pronto per essere sistemato sulla basetta.

Cerniere ali

Cerniere ali

continua...