“IL REGNO del VAPORE”

Rimini è stata per lunghi anni una delle più frequentate mete di pellegrinaggio di centinaia di appassionati e studiosi di ferrovia. Molti, come lo scrivente, approfittavano delle vacanze estive per visitare la “zona ferroviaria”, nella fattispecie il ben nutrito deposito locomotive, e per scattare fotografie ai rotabili in sosta.

La trazione a vapore ha sempre fatto la parte del leone: gli anni del maggior fulgore sono comunque circa un trentennio; dall’inizio delle F.S. nel 1905 al 1938, anno in cui veniva elettrificata la linea Bologna-Ancona. In verità però dal 1861 al 1905 sono state attivate varie tratte di collegamento tra Ancona e Bologna. Dapprima la Società Generale delle Strade Ferrate Romane. Successivamente con la diramazione Castelbolognese-Ravenna, entrambe le linee furono assegnate alla Strade Ferrate Meridionali ( SFM ). La relazione Bologna-Ancona entrò, successivamente, a far parte della Rete Adriatica ( RA ) nell’anno 1855. Nel 1889 venne completamente aperta al servizio la Ravenna-Rimini, già precedentemente iniziata nella tratta Cesenatico-Ravenna.

            In queste brevi righe vorremo prendere in considerazione un ventennio circa di trazione a vapore : dal 1950 al 1970. Non che i mezzi di trazione impiegati negli anni precedenti non siano degni di pari importanza, ma a molte persone sono solamente noti come numeri di matricola, con notevole difficoltà ad individuare il mezzo in questione.  Tra le prime locomotive a vapore utilizzate è da menzionare la 290; era quella maggiormente utilizzata in svariati servizi; seguita dalle 730, 510 e 816, rimpiazzate successivamente dalle 740, 545 e 851 intorno agli anni ’20.

       

Un gruppo di locomotive a vapore che ha fatto da padrone nei servizi merci è rappresentato dalle americane 735. Queste macchine si impossessarono dei treni merci soppiantando le 740, che dominavano indisturbate da oltre 20 anni, cioè da quando presero il posto delle 730. La 735 era una macchina pratica, molto versatile, robusta ed affidabile. Ad esse era affidato il servizio merci della Rimini-Ravenna-Ferrara; spingendosi sulla Lavezzola-Faenza, Ravenna-Castelbolognese ed anche in Toscana fino a Marradi. Queste macchine regnarono indisturbate per più di 20 anni: infatti le ultime tre unità ( 735.022, 037 e 128 ) lavorarono fino al 1970, restituendo il testimone proprio alle 740 ed addirittura alle Franco-Crosti Gr. 741 del 1971.  Per il servizio viaggiatori furono date in dotazione a Rimini, fresche di trasformazione in Franco-Crosti, diverse unità del Gr. 623. Queste furono utilizzate per il servizio passeggeri leggero, che allora era conosciuto col nomadi “treno locale”. Per alcuni anni le locomotive del gruppo 623, ad anche alle 640, fu affidato io compito di trainare treni estivi come l’ Adria Express, ovvero i treni straordinari del sabato. Le 623 derivavano dal gruppo 625 mediante l’ applicazione di due preriscaldatori d’ acqua posti ai lati della caldaia ( anno 1953 ). Le 623 sia Caprotti che Walschaert, erano dislocate in veneto ( Mestre, Venezia, Padova ) ed a Rimini dove negli anni di maggior fulgore, lavoravano fino ad una quindicina di unità di questo gruppo. Circa 15 anni di servizio per queste locomotive dalla forma antiestetica: le ultime due unità  ( 623.061 e 079 ) cessarono il servizio entro l’ anno 1969.

           

Per quanto concerne il servizio passeggeri pesante/veloce, il compito era demandato alle locomotive Gr.685. Le ricordiamo ij testa ai prestigiosi treni estivi , come l’ Adria Express, oppure il Direttissimo  Rimini-Torino via Ravenna-Castelbolognese, ma anche a diversi altri treni viaggiatori estivi sulla Riviera Adriatica. Rimasero in turno sino all’ anno ’67, soppiantate poi – a partire dal ’68 – dai locomotori Diesel D341. Tra le ultime 685 in attività ricordiamo le 033, 043, 171 e 223.  Le locomotive di maggior impatto furono proprio le 623, 685 e 735. A loro corredo ed ausilio, hanno degnamente svolto il loro compito le 851 per il servizio di manovra, le 875 e 880 per servizi leggeri, tra i quali menzioniamo le linee del triangolo romagnolo Faenza-Lavezzola-Castelbolognese-Ravenna, le due coppie estive Rimini-Cervia con carrozze provenienti da Milano e perle 875, il servizio merci sulla Fano-Urbino. Sul finire degli anni ’60, anche le 740 arrivarono a dar manforte alle prime 735 scadute di revisione o in via di accantonamento. Anche qualche unità del gruppo 625 era presente a Rimini , mescolandosi con le Franco-Crosti 623. Ricordiamo fra l’ altro le 740.143 e 740.409, ancor oggi in efficienza grazie ad ATSER/Adriavapore, stazionanti presso il Deposito Rotabili Storici di Rimini (www.adria-vapore.it ).

        

Nel 1950 lavoravano a Rimini circa una quarantina di vaporiere, ridotte però alla metà vent’ anni dopo nel 1970. L’avvento della trazione Diesel, iniziata con i primi D.341 dopo la metà degli anni ’60, decretava il progressivo declino della trazione a vapore sulle linee Romagnole.      

       

Bruno Cividini