Ladri di Bellezza

 

 

To Sophia

 

 

Thou art fair, and few are fairer

     Of the Nymphs of earth or ocean;

They are robes that fit the wearer--
     Those soft limbs of thine, whose motion

Ever falls and shifts and glances

As the life within them dances.

 

Thy deep eyes, a double Planet,
     Gaze the wisest into madness
With soft clear fire,--the winds that fan it
     Are those thoughts of tender gladness
Which, like zephyrs on the billow,

Make thy gentle soul their pillow.

 

If, whatever face thou paintest
     In those eyes, grows pale with pleasure,
If the fainting soul is faintest
    When it hears thy harp's wild measure,
Wonder not that when thou speakest
Of the weak my heart is weakest.

 

As dew beneath the wind of morning,
     As the sea which whirlwinds waken,
As the birds at thunder's warning,
     As aught mute yet deeply shaken,
As one who feels an unseen spirit
Is my heart when thine is near it.

 

Percy Bysshe Shelley

 

 

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A Sofia

 

Tu sei bella, e poche son più belle

     fra le ninfe dei mari e della terra;

son vesti che stan bene a chi le porta

     queste tue membra soava che, muovendosi,

sempre cadono e cambiano e scintillano,

mentre la vita in esse danza.

 

I tuoi profondi occhi – un duplice Pianeta:

     i più saggi, se li fissano, impazziscono

per il mite e chiaro fuoco, ventilato

     dai pensieri di tenera allegrezza

che, come zefiri sull’onda, fanno

della tua dolce anima il loro guanciale.

 

Se ogni viso che dipingi nel riflesso

     dei tuoi occhi impallidisce dal piacere,

se l’anima che langue viene meno quando ascolta

     il ritmo indomito della tua arpa,

non ti meravigliar se, quando parli,

di tutti i cuori deboli, il mio sia il più debole.

 

Come rugiada sotto il soffio del mattino,

     come il mare quando i turbini lo destano,

come gli uccelli all’avviso del tuono,

     come ogni cosa muta, ma nel profondo scossa,

come chi sente uno spirito invisibile,

così è il mio cuore quando il tuo è vicino.

 

Percy Bysshe Shelley

 

 

 

 

OPERE” Percy Bysshe Shelley, Einaudi-Gallimard. Traduzione: Francesco Rognoni

 

 

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