Apro la finestra. Ho bisogno d'aria. L'aria che mi graffia, l'aria che mi strozza, l'aria che si arrampica, aria che fatica a raggiungere i polmoni. . Mi verrebbe di infilare la mano in gola e spingerla in fondo. Ma non ho la forza. Sento perle di sudore sul viso, alcune si impigliano nelle ciglia...si potrebbe pensare che siano lacrime. Ma io non ho il permesso di piangere. E' altamente sconsigliabile ammalarsi di cancro perchè si perde il diritto di piangere.
Forte.
Devo essere forte. E morire. Non riesco a muovere il volto. Forse per il vento freddo che mi picchia, sembra voglia entrare tutto dalla finestra aperta. Mi schiaffeggia il viso, anche i rivoli di sudore che scendono lungo il collo e sulla schiena tremano. Apro lentamente la bocca, spero che il vento riesca ad attraversare la gola e raggiungere i polmoni, sgonfi come palloncini bucati. Sento sbattere alcune porte, una voce mi esorta a chiudere i battenti. Non mi muovo. Non ne sono capace, ci provo. Ma è uno sforzo troppo grande, ho energie solo per stringere quel filo sottile che costringe la mia testa e impedisce ai miei pezzi di esplodere. La camicia si è incollata al corpo ormai madido di sudore. Non sento più il mio corpo. La faccia del medico parla chiaro, gli sguardi dei parenti parlano chiaro, le bugie che mi hanno detto parlano chiaro, le statistiche parlano chiaro, e lei, lei che me lo ha detto nel modo che avevamo stabilito, parla chiaro.
Morirò.
Ma io non voglio morire. Ho ancora tante cose da fare. Grandi e piccole cose. Cose importanti e cose inutili. Non voglio sapere che morirò. Non voglio sapere che non avrò più tempo. Che non potrò dire domani. Che non udrò i miei figli ridere. Che non potrò attraversare l'arcobaleno. Non posso aspettare la morte. Morire un po' ogni giorno. Fino a quando comincerò a soffrire dolori atroci che mi faranno ingoiare la lingua. Fino a quando i polmoni si riempiranno di liquido e sarà sempre più difficile respirare. Fino a quando perderò la sensibilità dello sfintere e mi riempirò di merda fino al collo e non sarò in grado di lavarmi da sola. Fino a quando sentirò la vita sfuggirmi piano lentamente inesorabilmente senza che possa far nulla per trattenerla. Morirò ogni giorno un po'. Che tempo è quello dell'attesa? E' un tempo nullo. Un tempo in cui non avrò il tempo di abituarmi all'idea che morirò. Come farò senza il mondo? E come farà il (mio piccolo) mondo senza me? Loro come faranno senza me? Il terrore lascia il posto al dolore. Tutto il dolore che proveranno i miei figli per tutta la vita, ogni volta che mi cercheranno nei sogni, ogni volta che urleranno dove sei? perché te ne sei andata? Abbiamo bisogno di te e tu non ci sei, tutto il dolore diluito in due vite per due vite intere, è tutto il mio dolore adesso. Concentrato in un unico immenso dolore che mi devasta. Vacillo.
Sento pietre di freddo entrare nelle ossa.
Non posso aspettare la morte. Guardo giù. Il vuoto mi chiama. Sono 4 piani...basteranno a spezzare l'attesa. Mi butto. Muoio perchè non voglio morire.
Madre di Dio, aiutami a non aspettare.
Aiutami ad aspettare.
Aiutami.
Chiudo la finestra. Pietre nelle ossa. Pietre nella pelle. Pietre nelle vene. Mi volto a fatica. Indosso la maschera. Sono forte. Non è nulla. Aspetterò domani.

(25-10- 2004. Ospedali Riuniti di ....... )

Giù la maschera. Finalmente ho urlato. Ora posso dimenticare.
La statistica non è una scienza esatta. E io non sono morta di cancro. Il melanoma non è più nel mio corpo. Fuori, oggi, anche dalla mia anima.

Aria

(09.12.2007)

IL CANCRO è UNA MALATTIA CURABILE

AIRC (clicca)

 

 

 

 

 

 

06 novembre 2010 12:16

Anonimo ha detto...

Una malata di cancro può capire e ringraziare chi si ricorda di chi come lei attraversa una strada tortuosa, difficile da comprendere. Quanti versi scritti nelle mie lunghe attese prima di essere attaccata alla solita flebo che mi accompagna come una fedele compagna ormai da troppo tempo.L'anima urla a volte, quando la carne implora pietà, e nessuno pare udirla. ti offro la mia esperienza di donna in fase terminale, di donna spezzata, ma che ha sempre e comunque la voglia di risollevarsi e rinascere dalle sue ceneri che presto la spazzeranno via. Ma di me resterà il mio canto
Lilly (Maga di Endor).