Aleck
Aleck °* Musa dei sogni e degli astri, figlia di Urano… Eleva l’umana contemplazione dai fattori terrestri a quelli celestiali, donando noi pace e serenità… Attraverso la dolce musica che guida tra le strade del cielo e delle stelle la nostra esistenza…Suona per me, o Musa… *° Spesso sentiamo parlare di bambini “speciali”. In fondo tutti i bimbi, nel loro piccolo, hanno qualcosa che li rende unici. Ma quando iniziamo a parlare di questo bambino… Beh… Credo sia davvero poco definirlo “speciale”… Voi stessi giudicherete, al termine di questo racconto… La storia del piccolo, grande Aleck. Quanti di voi riescono a ricordare la vita prima ancora della nascita? Nessuno, credo. Fatta eccezione per quelle persone che, da sempre, nascono con doti straordinarie, sensibilità e maturità molto sviluppate: i predestinati. Aleck fa parte di questa categoria. Non si direbbe, a vederlo, non è vero? Un bambino così semplice e solare… Eppure… Naturalmente confusi sono i più remoti ricordi del bambino… Luce bianchissima… Suoni celestiali… E Lei. Urania. La Musa degli Astri e delle stelle. Aleck nacque in una limpida sera primaverile… Il parto non fu dei più semplici. Rischiò seriamente la morte, poiché subentrò più d’una complicazione… Eppure,dopo 12 ore di faticoso travaglio, il bambino gridò finalmente al mondo la sua nascita, tra le braccia di Hecuba, sua madre. Un piccolo sanissimo, perfettamente normale, se non per un piccolo dettaglio che avrebbe indirizzato l’intera sua vita verso una strada ben definita: una cicatrice simboleggiante una “U”, sul polso destro. Questa lasciò perplessi sia la madre che i medici, ma, infine, venne accettata come qualcosa di “normale”. Il bambino crebbe felice e spensierato tra l’affetto della mamma e delle “zie”, le migliori amiche della madre. Non avendo un padre si responsabilizzò ben presto, benché Hecuba tentasse di alleviargli ogni peso, all’età di quattro anni Aleck sapeva già badare pienamente a sé stesso, e tentava in ogni modo di dare aiuto alla mamma. Visto dall’esterno, il piccolo sembrava normalissimo…Tuttavia… Aleck stesso sapeva di avere qualcosa di speciale… La madre spesso lo ritrovò in camera sua a parlare da solo o a volte addirittura a piangere senza motivo… Quando la donna, preoccupata, gli chiedeva cosa avesse, la sua risposta era una e una sola: “Urania”. La Musa degli Astri da sempre parlava al piccolo, da sempre lo riempiva della sua soave voce, spesso lo metteva davanti a realtà anche molto forti da accettare, realtà che lo sconvolgevano, ma che lo rendevano più forte. Ma perché Aleck riusciva a sentire la voce della Musa? La risposta fu chiara all’estinguersi dei suoi quattro anni. Un incontro casuale, fortuito. Mentre il bimbo era in Locanda insieme ad Hecuba, per il pasto serale, un uomo sembrò interessarsi a lui. Era Selefkos, il più grande maestro musicale mai visto, uomo dalle mille doti… Chiamò a sé Aleck, gli parlò a lungo. Egli sembrava sapere già tutto del piccolo. Sapeva che il bimbo poteva parlare ad Urania, era a conoscenza anche dell’esistenza di quella piccola cicatrice. Gentilmente gli propose di entrare a far parte dell’accademia artistica, promettendo che l’avrebbe preso sotto la sua protezione. Terminato il dialogo con il bambino, Selefkos si rivolse immediatamente alla madre, rivelandole ciò che l’avrebbe lasciata sconvolta ed incredula. Aleck era l’Eletto di Urania. La Musa sceglieva un bambino ogni cento anni e lo marchiava con la sua iniziale, donandogli capacità e doti oltre il normale. Quindi lo fortificava, anche spesso con metodi piuttosto duri, per rendere il suo animo più forte. L’uomo rassicurò Hecuba, promettendole di pensare lui stesso alle doti del piccolo. E così fece. Selefkos divenne un padre per quel bambino,che,presto, sorprese il suo stesso maestro. In due anni apprese a perfezione l’arte nel suonare il flauto e particolarmente la lira, occupando a soli sei anni la nomina di Primo Rapsodo di Urania. Le lezioni tenute ad Aleck da Selefkos non erano di carattere esclusivamente musicale. L’uomo iniziò presto ad educarlo alla conoscenza degli astri e delle costellazioni, dei quali divenne in fretta uno straordinario conoscitore. La Polis intanto si stupiva sempre di più di quel bambino, che con disinvoltura addolciva l’udito di tutti con la sua musica. Quando le piccole dita di Aleck passavano sulle corde sottili della lira, la cicatrice sul polso si illuminava appena, causando un lieve bruciore. Segno di Urania, che guidava le manine del piccolo. La vita di Aleck fu da sempre contornata da gioie, miste a lievi preoccupazioni: la nascita della sorellina Korah, un graduale affezionarsi ad Apollonio, altro rapsodo, ma anche la relazione della madre con Chrytias, un filosofo, che sembrava come un intruso nella loro vita. Infine l’arrivo della piccola Maylina, che Hecuba adottò dopo poco. Ella, quasi coetanea, divenne sua compagna di giochi, con la quale, ben presto, condivise ogni singola sensazione. Tuttavia, allo scoccare dei sette anni di Aleck, qualcosa cambiò, dentro di lui… Uno strano, nuovo senso di angoscia, visioni terribili sul passato di Maylina, immagini di morte e distruzione iniziarono ad impossessarsi della sua mente… Ma… come reagirà il piccolo davanti a tali sofferenze, con le quali, suo malgrado, è già costretto a convivere, pur non vivendole personalmente? TO BE CONTINUED…