Pagine dedicate alla memoria dell'olocausto

La storia dovrebbe ricordare agli uomini i propri errori…
Oggi voglio ricordare la grande lucidità di questa ragazza che in condizioni davvero non favorevoli, scrive il suo diario e gli avvenimenti della sua famiglia in maniera nitida, forse con l’entusiasmo tipico dei ragazzi della sua età, col trasporto dirompente di chi ha qualcosa da dire, forse ancora prima che venga qualcuno ad impedirglielo, un entusiasmo non avvelenato dai drammi della guerra…nonostante la sua vita in quel periodo, lei e la sua famiglia erano costretti a nascondersi a causa delle persecuzioni razziali. Viviamo tutto in maniera davvero lontana, oggi, non possiamo lontanamente immaginare cos’è stato il nazismo, e cosa sono stati i campi di concentramento, tutti conoscono Anna Frank, non mi sembra necessario quindi produrre anche se breve, una biografia essenziale, che comunque potete trovare QUI'
Il motivo e il pretesto, è che anche qui in questo tread isolato e collegato .... è giusto secondo me ricordare un opera letteraria di gran rilievo, una scrittrice nel suo unico ineguagliato ed inestimabile lavoro di testimonianza di una vita quotidiana come tante in quel contesto. Il suo ‘’scrivere’’ distaccato dai drammi della guerra, i suoi gesti, le sue abitudini, le liti, le piccole discussioni, l’affetto del Peter, come volesse con questa stesura…allontanare in qualche modo il terrore di essere scoperta in quell’alloggio segreto, come fosse diverso il mondo visto da lì, e comunque l’abbandonava mai la consapevolezza del male terribile della guerra
“È un gran miracolo che io non abbia rinunciato a tutte le mie speranze perché esse sembrano assurde e inattuabili. Le conservo ancora, nonostante tutto, perché continuo a credere nell’intima bontà dell’uomo. Mi è impossibile costruire tutto sulla base della morte, della miseria, della confusione. Vedo il mondo mutarsi lentamente in un deserto, odo sempre più forte l’avvicinarsi del rombo che ucciderà noi pure, partecipo al dolore di milioni di uomini, eppure quando guardo il cielo, penso che tutto si volgerà nuovamente al bene, che anche questa spietata durezza cesserà, che ritorneranno l’ordine, la pace e la serenità”.
Pochi giorni dopo i tedeschi irrompono nell’alloggio segreto Anna Frank viene portata in un campo di concentramento (Bergen Belsen) muore di tifo otto mesi più tardi.

Sabato, 20 giugno 1942
Per alcuni giorni non ho scritto nulla, perché prima ho voluto riflettere un poco su questa idea del diario. Per una come me, scrivere un diario fa un curioso effetto. Non soltanto perché non ho mai scritto, ma perché mi sembra che più tardi né io né altri potremo trovare interessanti gli sfoghi di una scolaretta di tredici anni. Però, a dire il vero, non è di questo che si tratta; a me piace scrivere e soprattutto aprire il mio cuore su ogni sorta di cose, a fondo e completamente.
"La carta è più paziente degli uomini", rimuginavo entro di me questa massima in una delle mie giornate un po' melanconiche mentre sedevo annoiata con la testa fra le mani, incerta se uscire o restare in casa, e finivo col rimanermene nello stesso posto a fantasticare.
Proprio così, la carta è paziente, e siccome non ho affatto intenzione di far poi leggere ad altri questo quaderno rilegato di cartone che porta il pomposo nome di "Diario", salvo il caso che mi capiti un giorno di trovare un amico o un'amica che siano veramente l'amico o l'amica, così la faccenda non riguarda che me. Eccomi al punto da cui ha preso origine quest'idea del diario: io non ho un'amica.
Per essere più chiara debbo aggiungere una spiegazione, giacché nessuno potrebbe credere che una ragazza di tredici anni sia sola al mondo. Neppur questo è vero: ho dei cari genitori e una sorella di sedici anni; conosco, tutto sommato, una trentina di ragazze di alcune delle quali potreste dire che sono mie amiche, ho un corteo di adoratori che mi guardano negli occhi e, se non possono fare altrimenti, in classe cercano di afferrare la mia immagine servendosi di uno specchietto tascabile. Ho dei parenti, care zie e cari zii, un buon ambiente familiare; no, apparentemente non mi manca nulla, salvo l'amica. Con nessuno dei miei conoscenti posso far altro che chiacchiere, né parlar d'altro che dei piccoli fatti quotidiani. Non c'è modo di diventare più intimi, ecco il punto. Forse questa mancanza di confidenza è colpa mia; comunque è una realtà, ed è un peccato non poterci far nulla.
Perciò questo diario. Allo scopo di dar maggior rilievo nella mia fantasia all'idea di un'amica lungamente attesa, non mi limiterò a scrivere i fatti del diario, come farebbe qualunque altro, ma farò del diario l'amica, e l'amica si chiamerà Kitty.
(Da "Il diario di Anna Frank")

 

 

(Nota mia di ex TdG.) la famiglia di Anna Frank è una di quelle famiglie di ‘’affaristi ebrei’’ (anche se non americani) alle cui spalle, Rutheford, il secondo presidente della Watch Tower and trac society of Pensilvania
cercando di ingraziarsi il nazismo si parò le chiappe gettando disprezzo addosso agli ebrei, con Hitler per altro all'epoca della ''dichiarazione dei fatti'' già autore del suo ''delirante mein kampf''.
(* Natalia Ginzburg autrice della prefazione di un edizione del ‘’Diario di Anna Frank’’) ‘’Sono ebrei benestanti, che hanno avuto in passato una vasta rete di affari e di conoscenze, e abitudini di vita piacevole e comoda: e tuttavia né tali abitudini né il denaro li hanno provveduti di quella sicurezza, di quel senso di stabilità cieca e incrollabile che è proprio di chi appartiene al loro stesso gruppo sociale, perché gli ebrei della Mittel-Europa hanno nel sangue il senso della persecuzione, del terreno malfermo, del pericolo. Irrequieti e dolenti anche nei tempi sereni, essi si adattano senza fatica alla condizione più disagiata e pericolosa; dolendosi, ma senza stupore, ritrovando forse nelle loro più antiche memorie vetrine di negozi infrante, quartieri devastati e incendiati. Ma questo adattamento alla miseria o al pericolo è, nella famiglia di Anna e nei suoi amici Van Daan, l’unica forza: perché essi hanno poi tutta l’infantilità, tutto il puerile attaccamento alle cose futili che è proprio di chi è spinto nel pericolo senza una vera coscienza responsabile, senza una fede. E l’insofferenza di Anna per quanti la circondano proviene forse proprio da questo, senza che lei stessa se ne renda conto chiaramente: lei, sola bambina tra adulti, si sente in verità la sola adulta, la sola che in qualche modo si disponga a morire: la sola che cerchi nel pensiero della morte qualcosa che non sia puramente orrore o pena: la sola che cerchi di guardare oltre a sé, che spinga il proprio pensiero fuori della monotona vicenda di speranza e paura: la sola che cerchi nella propria storia un significato universale.’’

(* Rutheford nella dichiarazione dei fatti ’’) Siamo stati accusati falsamente dai nostri nemici di aver ricevuto aiuti finanziari per la nostra opera dagli Ebrei. Niente è più lontano dalla verità. Fino ad ora gli Ebrei non hanno contribuito alla nostra opera nemmeno con un centesimo. Noi siamo fedeli seguaci di Cristo Gesù e crediamo in lui quale Salvatore del mondo, mentre gli Ebrei lo rigettano totalmente e negano con vigore che egli sia il Salvatore del mondo mandato da Dio per il bene dell'uomo. Ciò di per sé, dovrebbe costituire prova sufficiente a smentire ogni accusa che noi riceviamo sostegno dagli Ebrei e quindi che le accuse contro di noi sono malignamente false e provengono certamente da Satana, il nostro grande nemico.
L’impero più grande e oppressivo della terra è quello anglo-americano. Vale a dire l’impero britannico, del quale gli Stati Uniti d’America fanno parte. Sono stati gli affaristi ebrei dell’impero britannico-americano che hanno costituito l’Alta Finanza allo scopo di sfruttare e opprimere i popoli di molte nazioni. Questo è vero in modo particolare per le città di Londra e di New York, le fortezze dell’Alta Finanza. Questo fatto è così noto in America che vi è un proverbio riguardante la città di New York che dice: ‘Gli Ebrei la possiedono, i Cattolici irlandesi la governano, e gli Americani pagano i conti’. Non abbiamo niente contro le persone che abbiamo menzionate, ma, quali Testimoni di Geova ed in obbedienza al suo comandamento contenuto nelle Scritture, siamo obbligati a spiegare con correttezza i fatti, affinché le persone possano essere illuminate intorno a Dio e al suo proposito.

 

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