LA SFIDA
"La speranza è la decisione militante di vivere con la certezza che noi non abbiamo esplorato tutti i possibili se non tentiamo l'impossibile" (R. Garaudy)
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Che uno studia tutta la vita senza neanche sapere bene perché. E, per motivi logistici ed economici, neanche studia davvero ciò che lo interessa. E non contento segue un master post universitario e scopre un mondo, quello della qualità, che concilia gli aspetti tecnici con l'organizzazione e la mania di perfezionismo insita nel carattere. Che si accontenta di scrivere noiose procedure per anni, perché non vogliono mica farti crescere in azienda: no, no, si tengono tutto per loro. E tu passi per la segretaria del giardiniere. Che ti domandi spesso quanto sarebbe stata diversa la tua vita se piuttosto avessi fatto l'estetista. A quest'ora probabilmente saresti biondo platino, le unghie perfette, il viso rilassato ed un bel conto in banca prodotto dal tuo lavoro. E al diavolo l'intelligenza e le capacità. Che tu sei una testa dura e, non sapendolo nemmeno, in realtà sei ambiziosa. Di essere la segretaria del giardiniere proprio non ti sta bene. E così ti occupi di qualsiasi rogna che nessuno vuole accollarsi e intanto impari. Con la storiella della qualità impari come gira l'azienda in tutti i suoi anditi reconditi. Ti prendi in carico ciò che sarebbe compito dei progettisti, la garanzia della sicurezza delle macchine, e diventi un riferimento per qualcuno. Che non dici mai di no e così ti affidano i collaudi, la gestione del laboratorio strumenti, la rendicontazione dei progetti di ricerca, la programmazione della formazione dei dipendenti, la creazione da zero del sistema di gestione ambientale. Ed i clienti e i fornitori parlano bene di te con la direzione. E questo è ciò che conta. Non dici di no neanche quando sai che vogliono solo divertirsi alle tue spalle. Quella volta che ti hanno mandato a fare i controlli della torre di raffreddamento: l'unico giorno che avevi la gonna ed i tacchi. E la torre è li sulla terrazza alla quale puoi accedere solo con la scaletta del pittore. E sono tutti davanti al portone spalancato del capannone a godersi lo spettacolo. E quando scendi devi dispensare sorrisi e rispondere a tono alle battute di cattivo gusto. Perché essere unica donna su sessanta uomini di produzione non è sempre una passeggiata. Come quando quel giorno il tuo collega ti ha strappato di mano quanto scritto e da te concordato con la direzione e ti ha urlato: "Che capisci tu che sei una donna?" E dopo tutto, devi anche far finta di non sentire i lamenti di qualcuno, il tuo capo, che non gradisce che una segretaria abbia avuto due passaggi di livello in sei anni e stia per essere messa al suo posto. Fin quando non dai la notizia delle dimissioni e tutto finisce in una bolla di sapone. E ti ritrovi alla ricerca disperata di un lavoro qualsiasi, neanche da segretaria, una scappatoia di qualsivoglia genere pur di non stare in casa. E nessuno ti dà credito: non vale la laurea in ingegneria, non vale il master, non valgono i sei anni di lavoro, neanche le lettere della tua ex direzione, non vale il ruolo che hai raggiunto, né l'esperienza. Conta solo che tu sia donna, con due figli, senza parenti nelle vicinanze. E passano quasi due anni prima che ti ricapiti l'occasione. E devi solo ringraziare, perché ormai per le statistiche saresti fuori dal mercato del lavoro, ma qualcuno lassù ti pensa. E qualche capacità devi pur averla se, nonostante sia tanto tempo che sei fuori, superi quattro selezioni e piaci a tutti quelli che ti hanno interrogata. Che comunque devi accontentarti di prendere un quarto dello stipendio di tuo marito, nonostante abbiate studiato insieme e vi siate laureati con la stessa media di voti. E che siccome il parere di una donna non conta, devi ancora continuare a sentirti correggere ogni virgoletta quando coinvolgi altri nel tuo lavoro. E poi ti chiedono di decidere, tu lo fai, e quelli cambiano decisione senza dirtelo e senza motivazioni, pur se la direzione è d'accordo con te. E poi fanno una trasferta per qualifica fornitori nell'unica settimana in cui avevi chiesto di non farlo, perché la madre di due bambini con un padre dirigente deve tener conto degli accidenti del marito e non può gestire pienamente la sua vita. E che razza di qualifica fornitori è senza la qualità? Mah Che ti assumono con l'intenzione di affidarti il laboratorio e poi chissà perché all'ultimo secondo cambiano idea, e neanche te lo dicono, no, lo devi scoprire nel corso di una riunione. E siccome sei un po' delusa, ne parli con tuo marito il quale bellamente ti risponde: "Non dovresti prendertela tanto, il lavoro a te serviva per avere qualcosa da fare oltre la casa. Prendila con leggerezza." E tu fondamentalmente pensi che è un uomo anche lui. Ma non puoi trattenerti da un E CHE C . . . |
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Mi conosci un po' Ak, io non mollo mai! E lo so, sei capitato proprio male, vento del deserto, 40°C all'ombra. Spero comunque ti sia piaciuta :) A presto!
è proprio vero, certe fortune càpitano sempre agli altri...
;)
voi donnicciuole riuscite a vedere solo intrighi, tradimenti e PigghiàtiPuCulu
;)
:)