LA SFIDA
"La speranza è la decisione militante di vivere con la certezza che noi non abbiamo esplorato tutti i possibili se non tentiamo l'impossibile" (R. Garaudy)
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Sta finendo anche quest'estate. Oggi il cielo è già un po' grigio. La mattina sale su la nebbiolina dal canale che passa vicino al condominio in cui abito. Uno strato di bianco che fa scomparire tutto ciò che è in basso. Come se gli alberi e le case fossero sospese in una nuvola densa, triste e umida. Questo condominio, così diverso da quello in cui sono cresciuta. Ero piccolina di cinque o sei anni quando mia madre mi mandava dalla signora del piano di sopra, da quella del pianerottolo o ancora al piano inferiore se aveva molto da fare. "Vai da Teresa e dì che la mamma ha chiesto di darti un po' di intrattieni." E io ogni volta, tornata a casa a mani vuote, mi domandavo cosa mai fosse questo intrattieni che le vicine non volevano prestare alla mamma. Certo non doveva essere come lo zucchero, quello lo vedevi quando ne avevi bisogno ed andavi a chiederlo. E nemmeno come le mollette cadute sul balcone che ti facevi restituire. E' un piccolo condominio di poche villette a due piani quello in cui abito ora. I piani terra con giardino sono bilocali, quasi tutti occupati da single o coppie con un solo bambino. Chi abita il piano superiore ha anche la mansarda disponibile. Coppie giovani per lo più, con due bambini. E' un piccolo condominio che sembra un riassunto del mondo. Napoletani, baresi, veneziani, siciliani, rumeni, una prostituta russa, altra gente di cui non so nulla. Ognuno chiuso nella sua casa, a malapena un buongiorno se ci si incontra. I proprietari dei piccoli giardini di fronte casa mia, hanno voluto dimostrare la loro rivalsa dall'emarginazione e dalla povertà. In un impeto di consumismo sfrenato si sono tutti dotati di piscina gonfiabile quest'anno. Non una piccola vaschetta per le papere, una vera piscina di tre metri di diametro, alta almeno un metro e mezzo, di quelle con la scaletta per salirci. Nei loro dieci metri quadri di giardino entrava a malapena, ma era lì, simbolo di una presunta felicità. N'è rimasta una stesa ad asciugare sulla cancellata di confine. Al di là di una delle case "con piscina" abita una signora anziana, sola. Com'era bella e dolce oggi. In giardino, vestita del suo solito abitino a fiori, spazzolava con cura i lunghissimi capelli d'argento appena lavati. Non l'avevo mai vista così, li porta sempre raccolti in una crocchia ordinata. La testa piegata, lo sguardo rivolto al riflesso nel vetro della finestra, sembrava una ragazzina vanitosa e innamorata in attesa del fidanzato. Si godeva il sole tiepido, chissà quali pensieri attraversavano la sua mente. Chissà, se glielo chiedessi, se lo presterebbe un po' d'intrattieni ai miei bambini così che io possa scoprire finalmente come è fatto. Chissà se l'estate è finita nel suo cuore o se ne rimangono ancora gli echi lontani. Nel mio voglio mantenerlo tutto il tepore di questo ultimo sole d'estate. Summertime - E.Fitzgerald & L. Armstrong |
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:) Un abbraccio anche a te.
Ecco, non sai come ti invidio: qui tra pochi giorni comincerà a piovere, la mattina farà freddo e ci sarà la nebbia, tutto umido, la roba che non si può lasciare fuori perchè la ritrovi più bagnata di quando l'hai stesa e il mare, quello dovrà aspettare la prossima estate...:( Un abbraccio forte anche a te!
Per me settembre era il mese migliore per andare al mare, fino a metà ottobre ancora qualche uscita in spiaggia e un bagno possibili. Novembre il tempo di mettere un maglioncino o una giacca di mattina presto e dicembre ora del cappotto. Con i profumi dei dolci e dei fritti natalizi. E la nebbia proprio non l'avevo mai vista prima di venire qui. Faccio un po' fatica :)
La palazzina della tua infanza ricorda la mia in cui erano presenti spagnoli, portoghesi, jugoslavi e francesi e tutti proprio tutti facevano "intrattieni" con tutti senza problemi. Bel post, complimenti. (ottima anche la scelta musicale).