LA SFIDA
"La speranza è la decisione militante di vivere con la certezza che noi non abbiamo esplorato tutti i possibili se non tentiamo l'impossibile" (R. Garaudy)
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PREMESSA: post tantino avvelenato. Tutti i signori veneti che non si riconoscono nelle seguenti descrizioni sono pregati di non offendersi. Questo è un blog non razzista nato per gioco. Si calca solo un po' la mano. D'altronde, ne ho sentite talmente tante da voi in questi anni sul resto del mondo . . .
E facciamola questa cosa fuori luogo per una volta. Generalizziamo. Odio il razzismo, sono attenta a non dare giudizi sulla gente, cerco sempre di capire le ragioni di chiunque. Il pelo dalla lingua però me lo voglio togliere. Argomento del giorno: i veneti. Facciamo così, non generalizziamo troppo: i veneti delle province di Venezia e Treviso. Precisiamo ancora meglio: i veneti delle province di Venezia e Treviso che ho incontrato io in questi due anni, ad esclusione di pochissimi. Se fossero baresi tanto per cominciare gli si darebbe dei "chiù chiù", bevitori incalliti. Alle dieci del mattino li trovi nei bar con il prosecco in mano al posto del caffè. Dalle tre del pomeriggio alle otto di sera è sempre momento buono per uno ma normalmente due, tre, quattro spritz. L'altra sera abbiamo pensato di fare una passeggiata e mangiare qualcosa. Siamo andati a Mirano, bel centro storico, aria piacevole. Peccato che la scelta possibile per svagarsi fosse tra: birreria, osteria, enoteca e pub. Abbiamo scelto il pub ma l'unica cosa commestibile erano, sigh, le patatine. Devo ancora smaltire il mio Angel Blue: di solito lo reggo bene l'alcool ma non so cosa usano qui, quello puro a 90° forse! Credo che comprenderete meglio ora il povero senatur: quando ci omaggia delle sue perle di saggezza, non è colpa sua, è la decima osteria dalla quale è appena uscito.
Fanno la faccia lavata, tutta santità, educazione e perbenismo. Non ti direbbero mai che sei uno sporco meridionale terrun, sono gentili. Di una gentilezza talmente asettica e tagliente che la lama di un bisturi sulla pelle sarebbe meglio. Scopri infatti che tra loro sono bravissimi a cantartela e suonartela alle spalle.
Per farvi capire come la raggiungono, cito il commento fresco di giornata di un fornitore: "Credete che l'azienda si sarebbe così sviluppata in questi anni? E' tutto merito della mia cattiveria!" Se lo dice lui . . .
Ed in effetti sono sinceri: poggiano il piede sulla bilancia e registrano false pesate di formulazioni chimiche per far presto, rubano i pasti agli impiegati del turno successivo, fanno sparire magliette aziendali che il regolamento prevede siano usate esclusivamente sul luogo di lavoro. Sono sparite perfino scarpe di bambini dagli armadietti della scuola materna. Tutto ciò in un clima di impunità e rassegnazione generale, perché sono veneti, silenziosi anche quando litigano, solidali tra di loro e compatti verso il resto dell'universo.
Non accettano che gli si offra qualcosa, chissà poi cosa vorrai mai in cambio. Sono permalosi più di un porcospino. E chiusi peggio dei musei a ferragosto. Capite insomma come il Bossi di turno possa far presa sulle loro menti organizzate. Organizzate a settori a tenuta stagna.
Spesso non conoscono proprio altra lingua e tu sei lì che annaspi e cerchi di interpretare il senso della frase. In questo senso capisco la proposta dell'Umberto, professori del nord al nord: solo mi domando, dove pensa di trovarli?
Ragazzi, che dire, dovessero prendermi le impronte e rispedirmi con foglio di via urgente nella mia terra natia, li capirei e gliene sarei perfino grata! E intanto non mi rimane che imparare su Youtube.
PS: un grazie enorme a tutti quei veneti, pochissimi finora, che mi hanno accolta bene e che oggi posso dire essere miei amici. E a tutti quelli che intendono diventarlo. Dimostratemi che mi sbaglio, non aspetto altro. |
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sai cosa hanno detto a una mamma siciliana? che era ora che imparasse il dialetto se voleva rimanere qui e sperare di fare amicizia con qualcuno. E sai cosa è successo a me? Che un bambino amico di mio figlio è passato davanti al cancello di casa mia e voleva entrare e giocare. E sua madre glielo ha impedito, perchè siamo meridionali. Se leggi altri post miei, ti farai un'idea più completa di che persona sono.
la birra non è una bevanda sufficientemente alcoolica caro il mio Dem
Ma la finisci oggi di prendertela con la mia città???? Tu ormai sei più meridionale dei tarantini :)
Lo so che ho calcato la mano, è che attorno purtroppo danno questa impressione, in generale ovviamente. Un abbraccio cara.
sinceramente devo dire che soltanto i più ignoranti mostrano di questi pregiudizi.
Sentirsi dare del "terùn" da uno che di lavoro fà COLTIVATORE DIRETTO, cioè contadino, cioè terrone, non mi tange minimamente... certo, capisco che alla lunga possano girare i coglioni ma, ripeto, è solo ignoranza...
;)
Ossequi, Ingegnere.... :))
sicuramente non si può generalizzare ed è vero che è questione di ignoranza ma anche di pregiudizi un po' troppo diffusi
quando ci vivi dopo un po' ti rompi veramente :)
bacio le mani signoria :))
Sto diventando la tua medicina naturale :))
Chi non mi conosce bene e si trova a dover a che fare con me dal "vivo", vede prima la parte dura, una parte che a me non piace, e poi riesce a conoscere ed apprezzare il resto. Gli amici me li tengo stretti si, grazie, ricambio l'abbraccio!