LA SFIDA

ADOLESCENZA CHE FU

Ero in macchina per andare al lavoro.

Radio accesa, adoro cantare.

Preferibilmente sola, mi diverto di più.

Non devo litigare per quale emittente ascoltare, non devo sentire i lamenti di mio figlio.

Parentesi: avete presente il puffo "io odio"?

E' mio figlio!

Chiusa parentesi.

Stamattina davano questa canzone qui.

Mi si è aperto un mondo di ricordi all’improvviso.

Ero in costume da bagno: e che costume ragazzi, una roba che se un giorno dovessi vedere addosso a mia figlia la chiuderei in casa o preferibilmente in convento!

Dicevo, ero in costume da bagno, al biliardino del lido dei ferrovieri di Bari.

Ci andavo con la mia amica di sempre, nel periodo già estivo ma precedente alle ferie dei miei genitori, quando mi trasferivo nella solita casa sullo Ionio.

Un lido con una grande piscina.

Odore di focaccia e cloro all’ingresso.

La mia amica era una specie di vasetto di miele per le api.

Occhi a mandorla, incredibilmente strani e attraenti sul viso di una barese.

Capelli lisci come seta, castani e lunghi fino alla vita.

Conviene sempre avere amiche così!

Mi sono tornate alla mente monetine nei juke box, tuffi, risate, gelati e corteggiamenti.

Giochi d’acqua, chi non prende la palla paga pegno.

Accordi segreti per far cadere quella palla e pegni di baci concordati in precedenza con lei, che sapeva bene quanto mi piacesse perdermi negli occhi di quel suo amico cuoco in partenza per l’Inghilterra.

Estati di pedalò e scommesse: “Scommettiamo che non siete capaci di mettervi in topless?”

E chi perdeva la scommessa erano gli scommettitori, costretti dall’imbarazzo per la nostra sfacciataggine a fare un bagno al largo.

E chi potrà scordare un terribile risotto al kiwi, piatto con cui lo stravagante cuoco voleva favorevolmente impressionarci durante una cena a casa mia.

Notte di note, note di notte, di luna che abbaia ai cani . . .

Belli i sedici anni che non torneranno più.

Sarà meglio che domani tenga spenta la radio!