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Creato da nnsmettodsognare il 17/03/2008

LA SFIDA

"La speranza è la decisione militante di vivere con la certezza che noi non abbiamo esplorato tutti i possibili se non tentiamo l'impossibile" (R. Garaudy)

 

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Case Economiche Popolari - Seconda Parte

Post n°46 pubblicato il 06 Giugno 2008 da nnsmettodsognare
 

Sull'autobus numero 3 trovo Beppe, che è salito alla fermata in centro.

Io abito in periferia, immagino il San Paolo simile al mio quartiere.

Imbocchiamo il viale d'ingresso, qualche albero mezzo seccato,  palazzi vecchiotti, poca gente per strada.


Mia madre, la solita esagerata.

Scendiamo. C'è da fare ancora un pezzo a piedi per la chiesa.

Il mondo cambia  nel breve spazio di poco più di cinquecento metri.

Solo quel viale iniziale fa assomigliare ancora il quartiere ad una città.

Spariscono gli alberi, vedo grandi stradoni deserti.

E palazzi altissimi, senza un balcone.

E' tutto stranamente silenzioso, quasi tranquillo.

Poche auto parcheggiate, a una manca il fanalino posteriore, a un'altra hanno rubato un tergicristallo, la terza ha le ruote a terra.

Sento voci maschili che urlano e ridono. Provengono da una sala giochi più avanti.

Un tipo con un'aria pericolosa fuma appoggiato al muro; dentro, sullo sfondo, si intravede un biliardo e bottiglie vuote di birra ovunque. Macchinette di videogiochi illegali lungo le pareti.

Il tipo fuori mi radiografa con lo sguardo mentre passo, inconsciamente mi stringo accanto al mio amico.

Immagino le parole oscene che devono attraversare la mente di quell'uomo.

"Beppe ma dove abiti tu è così? I bambini dove giocano? E le mamme dove vanno per fare la spesa?"
Per me questa assenza di balconi è aberrante, è un voler rinchiudere la gente in un mondo diverso senza comunicazione con l'esterno.

E poi non c'è un negozio neanche a pagarlo, un panificio, una macelleria, un minimarket qualsiasi.
Non c'è nulla. Case e cemento.

"E' anche peggio dove abito io. Aspetta e vedrai Chiara."
I palazzi sembrano cadere a pezzi, mancano parti di cornicione ed intonaco,  quasi tutti hanno porticati con grandi serrande chiuse che nascondono chissà quali illeciti segreti, sporcizia ovunque, cumuli di spazzatura, pezzi di copertone, siringhe usate in ogni angolo, vetri rotti.

"Ma Beppe qui non possono giocare i bambini, è pericoloso. Com'è possibile che non puliscano?  Non ci passano quelli della nettezza urbana? "
Mi guarda come se non capisse, non risponde.
Forse pensa alla sua infanzia.


Arriviamo alla chiesa.

Ci  accoglie Maria Cristina con un sorriso a trentadue denti e ci accompagna nel seminterrato dove si svolge la Scuola Popolare.

La chiamano così.

E' una scuola parallela a quella statale, non si tratta di aiutare i bambini a svolgere i compiti assegnati in classe ma di insegnare le basi.

Scoprirò più tardi che ci sono bambini di terza e quarta elementare o addirittura più grandi che non sanno ancora leggere e scrivere.

Semplicemente a scuola non vanno. O se ci vanno imparano poco.

Hanno genitori analfabeti. Alcuni evadono la scuola per lavorare.

Le insegnanti faticano. Molte hanno fatto domanda di trasferimento, non vedono l'ora di fuggire, andare in quartieri più tranquilli dove i bambini diano maggiore soddisfazione.

E' una scuola  ma è anche un'oasi, un posto in cui scoprire cosa vuol dire crescere e diventare adulti senza fretta, in cui è possibile incontrare delle persone che ti ascoltano, in cui mangiare una merenda, un lusso per quasi tutti loro.


Per terra c'è un bimbo dall'apparente età di sette anni che urla, piange e batte i piedi.

Subito mi si avvicina una bimbetta di circa cinque anni, bruna, occhi neri, profondi e luminosi.

"Ciao, come ti chiami?"
"Ciao, mi chiamo Chiara e tu?"
"Io mi chiamo Catia e cud sceme in derre jè frate."
"Scusa Catia non ho capito tanto bene, puoi ripetere  per favore?"
"Naaa, chesse nun canosce u dialette. Cristì ma ci è sta uagnedde ca si portate? Ehi bella ti ho detto che mi chiamo Catia e quello stupido che urla è mio fratello, lui si chiama Nino. Non conosci il dialetto?"
"Pochino."
Ride soddisfatta: "Te lo imparo io il dialetto non preoccuparti."
Come se ci conoscessimo da una vita, abbraccia forte le mie gambe.

Sorrido:"Va bene Catia, facciamo che tu mi insegni il dialetto e io l'italiano. Si dice ti insegno non ti imparo."
"E io che ho detto?"
Mi guarda, forse fa un calcolo veloce della mia età: "Quanti figli hai Chiara?"
Non capisco.

Figli? Io sono una studentessa universitaria di soli 19 anni, perché dovrei avere dei figli?

"Non ho figli Catia."
"Uh poverina e come mai? Non ti arrivano u si abortite?"


Interviene Maria Cristina: "Catia torna a finire il tuo disegno tesoro."

"Non preoccuparti Chiara,  l'impatto iniziale è un po' forte per chiunque. Ti porterò a casa di Catia e Nino se vorrai venire ancora. Il padre è in carcere, sai loro sono Lorusso, imparentati con i Capriati."

Capriati, questo cognome…

Capriati quando l'ho sentito?

E certo, l'ho letto sul giornale, i Capriati e gli Strisciuglio, sono due clan di delinquenti che si ammazzano tra loro per conquistarsi il mercato della droga.

Altro che impatto iniziale. Un brivido di paura mi percorre.

Sarà meglio se questo particolare non lo racconto a mia madre.

Maria Cristina continua: "Non sono tutti figli di mafiosi qui. Tanti sono figli di operai, di ambulanti. Gente povera Chiara. La mamma di Catia ha ventuno anni. Le ragazzine scappano di casa presto, sognano una vita diversa, un marito gentile, che non le picchi almeno;  si ritrovano peggio di prima, spesso a vivere con la famiglia del marito  perché  una casa per loro non c'è, neanche un lavoro. Non usano mezzi di contraccezione, è considerato da prostitute. Piuttosto abortiscono. Quasi tutte hanno tre o quattro figli. E hanno fatto minimo due aborti. Ma ti sto dicendo troppe cose. Capirai da sola, te lo auguro di capire e imparare a guardare."

Una ragazza interrompe la nostra conversazione entrando trafelata nella stanza.

E' Giovanna, la sorella di Maria Cristina, ha due anni meno di me.

Si avvicina a Michele, che con i suoi ventiquattro anni appena compiuti è il maggiore del gruppo e, cercando di non piangere, dice: "Sono andata a casa di Tommaso, non è venuto neanche la volta scorsa e volevo chiedere alla mamma cosa fosse successo. Mi ha detto che è in ospedale. Stava giocando per strada dietro un cassonetto. Hanno cominciato a sparare, un'auto ha sbandato e ha travolto il cassonetto e il bambino. Per fortuna pare si sia solo rotto una gamba.  Io vado via prima, così passo dall'ospedale a trovarlo."

Sparano, sparano davvero, anche alle tre del pomeriggio.


Catia torna con un foglio, c'è disegnato uno sgorbio nero in un angolo e poi una figura umana, con tante collanine di perline colorate, un gigante rispetto allo scarabocchio, con le braccia aperte e un grande sorriso.

"Tieni l'ho fatto per te."

Indica il segno nero e dice: "Questa sono io e quella grande sei tu."

Incapace di ringraziare, con quel foglio in mano, all'improvviso credo di percepire tutto il suo dolore di piccolo sgorbietto insignificante e invisibile agli occhi del mondo e decido che tornerò ancora lì, si tornerò.



Ci ho vissuto cinque anni con quei bambini.

Scriverò un'ultima parte perché sento di avere ancora qualcosa da dire per loro.

Quello nel video qui sotto è il quartiere Paolo VI di Taranto.

Così era il CEP di Bari.

Quella costruzione con la cupola nella prima foto in alto è la chiesa dove si svolgeva la scuola popolare.

Il video è di gennaio di quest'anno, da cui deduco tristemente che nulla è cambiato in 18 anni.

Il San Paolo di Bari invece è migliorato parecchio.

Ma l'indifferenza e l'ignoranza di certe situazioni che sono in ogni città a pochi metri da noi rimangono.

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Commenti al Post:
ilike06
ilike06 il 06/06/08 alle 14:02 via WEB
si, ti confermo che la situazione del San Paolo di Bari è migliorata molto (io ci ho fatto un concerto l'anno scorso :)) ma la sua fama persiste... in ogni caso, a Bari, certe situazioni esistono anche in pieno centro storico e non solo nei quartieri ghetto...
 
 
nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 06/06/08 alle 14:09 via WEB
Addirittura un concerto, vedi, che bello! Quando ci andavo io era impossibile pure pensarla un'iniziativa culturale così. E comunque rimane Enziteto, periferia della periferia del San Paolo. Hai ragione, come dichiarò il sindaco Emiliano in una sua celebre arringa: "In questa città il destino di un bambino si decide in cinquanta metri, a seconda se nasci da questa o da quella parte di corso Vittorio Emanuele. C'è una Bari bene di avvocati e magistrati, alla quale io appartengo, che studia come mettere in galera l'altra metà". Si è tentato di fare la scuola popolare a Bari vecchia, a Madonnella, a Carbonara. Ma non si può affidare tutto al volontariato. Io penso che il contributo che abbiamo potuto dare noi e tutti gli altri che hanno lavorato e continuano a lavorare nel quartiere, sia stato per un cambio di mentalità, un'apertura a mondi diversi che quelle bambine ora adulte neanche immaginavano potessero esistere.
Hai usato il termine giusto, "fama", quella che ha fatto e continua a fare male a quartieri come il San Paolo, non soltanto a Bari. Io non lo avevo mai visto, tanti baresi non ci sono mai andati, nelle case, a vedere la gente come vive, a guardare con gli occhi ma non solo, con il cuore, a comprendere che anche se ci sono tanti delinquenti, ci sono allo stesso modo tante donne e bambini innocenti che subiscono solo il potere della "fama". Hanno giudicato e basta. Hanno diviso il mondo in baresi e "ceppisti". Io sono grata dell'opportunità che ho avuto di vivere quella realtà, mi ha cambiato profondamente. Ma magari della "fama" racconterò nella terza e (giuro!) ultima puntata :)
 
   
ilike06
ilike06 il 07/06/08 alle 00:12 via WEB
ora enziteto è stata ribattezzata San Pio. ma non so se è cambiato qualcoa di sostanziale... ne dubito. ciao sogno :)
 
     
ilike06
ilike06 il 07/06/08 alle 00:13 via WEB
sono triste.... se passi da me capirai. bacio
 
     
nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 07/06/08 alle 08:13 via WEB
sono passata, mi dispiace tanto :-*
 
     
nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 07/06/08 alle 08:12 via WEB
Non lo so. Lo ricordo fino a qualche anno fa molto simile al San Paolo che conoscevo io, quindicimila abitanti e non un solo negozio. Non c'era neppure il nome delle strade. So che tre anni fa, le madri vestirono in maschera i bambini ed inscenarono una protesta contro i boss del quartiere. Il giorno dopo la protesta furono minacciate, loro e i bambini, e il cronista della Gazzetta del Mezzogiorno, che raccolse le interviste, venne picchiato a sangue nella sede del giornale da un commando. Ma le madri di Enziteto non mollarono, denunciarono tutti. Oggi le strade hanno un nome. Si chiamano via della Libertà, viale della Giustizia, via dell'Uguaglianza....chissà se sarà di buon augurio.
 
     
ilike06
ilike06 il 07/06/08 alle 09:12 via WEB
spero di si...
 
Tesi89
Tesi89 il 06/06/08 alle 19:00 via WEB
Cioa Sogno,è vero,ci sono città che sono divise in due,e il tuo destino è segnato a seconda della parte in cui nasci.E'terribile dirlo,e anche peggio è vedere che sembra non esserci via d'uscita,anche se ci sono tanti volontari pieni d'iniziativa che tentano ogni giorno di abbattere questo muro ideale.Credo che sia dai bambini che si deve cominciare,per cambiare qualcosa,dar loro una possibilità fino a che sono ancora piccoli e incorrotti,ma è vergognosa la continua latitanza dello stato,che dovrebbe essere il primo a muoversi e garantire a tutti gli stessi diritti.Un abbraccio!
 
 
nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 07/06/08 alle 08:17 via WEB
Non è vero, che non c'è via d'uscita, è questa convinzione che bisogna abbattere. Il San Paolo è davvero migliorato un sacco ma per questo ci sono stati numerosi interventi del Comune. I volontari servono, a portare speranza, a dare aiuto, a mostrare che c'è un mondo diverso al quale bisogna aspirare di far assomigliare il tuo, a cambiare la mentalità. Ma senza interventi consistenti da parte dello stato nella lotta alla criminalità e nel fornire servizi concreti ai cittadini non si va da nessuna parte. I Capriati e gli Strisciuglio a Bari non sono più nessuno, non che sia finita la delinquenza ma sgominare certi clan è stato fondamentale per la rinascita del quartiere. Un abbraccio anche a te!
 
MARA_MAO
MARA_MAO il 06/06/08 alle 19:24 via WEB
Non conosco questa realtà se non attraverso quello che sento in televisione....Il tuo racconto è bello come tu lo sai rendere anche se parla di una realtà difficile.. Che dire..non so commentare ho paura che sarei banale.. e allora ti lascio solo un semplice saluto e un sorriso che il tuo weekend sia pieno di gioia e sorrisi bacetti ai tuoi piccoli da *MARAMAO*
 
 
nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 07/06/08 alle 08:18 via WEB
Ti ringrazio, un felicissimo we anche a te e a tua figlia :))
 
upmarine
upmarine il 06/06/08 alle 23:32 via WEB
Paolo VI è un quartiere ghetto nato dall'evacuazione della Taranto vecchia. Ti posso assicurare che per noi tarantini è considerato un quartiere far west. Nonostante abbiano deciso di presidiarlo con questure, sezioni varie di tribunali ed altri servizi ricchi di forze dell'ordine. Quel che è peggio è che la maggioranza delle persone per bene che vivono lì subiscono quella minoranza violenta e l'altra maggioranza classista che vive negli altri quartieri. Che tristezza. Sei una gran brava persona. Continua con questi tuoi racconti di vita. Sono importanti per quelli che vogliono capire cosa significa ghetto. Un abbraccio. UP.
 
 
nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 07/06/08 alle 08:20 via WEB
San Paolo è nato per lo stesso motivo. E ora a Bari vecchia ci abitano anche professionisti. Al contrario di Taranto, in cui credo purtroppo l'amministrazione comunale sia ancora terribilmente latitante, la città vecchia di Bari è stata rivalutata tantissimo. Che peccato Up! Taranto è una città così bella! Grazie, quella è l'intenzione, cercare di mostrare secondo la mia esperienza quello che gli occhi di noi cittadini distratti non riescono a vedere. Un abbraccio.
 
 
ilike06
ilike06 il 07/06/08 alle 09:14 via WEB
ogni volta che vado a taranto mi chiedo come dovesse essere il golfo quando era vergine.... un luogo da sogno....
 
   
nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 07/06/08 alle 10:54 via WEB
Mia madre ha ricordi dei lidi sul lungomare, si entrava nelle casette di legno da cui si scendeva direttamente nell'acqua, praticamente mezzi vestiti, con i costumi da bagno dell'epoca. Questo molto prima dell'Ilva e delle diverse amministrazioni dissennate. Guarda questo video . Ce ne sarebbero di cose da rivalutare ed evidenziare, se solo qualcuno volesse investire...
 
     
ilike06
ilike06 il 08/06/08 alle 14:52 via WEB
io avrei voluto vederla non un secolo fa, molti secoli fa.... diciamo... prima di qualunque insediamento umano....
 
     
nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 08/06/08 alle 15:04 via WEB
mi metti in difficoltà, video di quell'epoca non ce ne sono :)) Sicuramente quel golfo doveva essere un sogno come dici tu. Dicevo ad un mio amico emiliano che aveva trascorso le vacanze da noi che siamo stupidi, dovremmo utilizzare meglio le risorse naturali che abbiamo per aumentare il turismo. Potremmo campare solo di quello. Lui giustamente mi ha fatto notare invece che il bello della Puglia sono quei paesaggi ancora così poco toccati dall'uomo, quelle meravigliose spiagge del Salento e che sarebbe un peccato rovinarle. Ecco ce li abbiamo ancora posti meravigliosi...
 
akhenaton49
akhenaton49 il 07/06/08 alle 13:07 via WEB
Vado al mare tre giorni, ritorno, e trovo un romanzo a puntate e un intermezzo quasi "a luci rosse". Dopodomani riparto. Dovrò stamparmi tutto e leggerlo con calma durante il viaggio. Ciao. Ak
 
 
nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 07/06/08 alle 13:34 via WEB
Senza saperlo ho fatto un'opera buona allora, ti ho procurato utili letture di viaggio :) Divertiti!
Certo che è faticoso fare il faraone eh, prima Berlino, poi il mare, ora di nuovo un viaggio :))
 
ilmondodiAle
ilmondodiAle il 08/06/08 alle 18:51 via WEB
E' un racconto di vita molto bello. Adoperarsi per gli altri e in condizioni così difficili fa di te una gran bella persona. Esistono molti quartieri simili nelle nostre città, i cosiddetti quartieri 'dormitorio', dove il degrado e la delinquenza la fanno da padroni,dove i soprusi sembra siano l'unico modo per andare avanti. Ai bambini sono negati i più elementari diritti, mi hanno colpito molto le parole di Catia. La sua esistenza è già segnata, le hanno negato e violato l'infanzia...Magari sarà lei stessa diventata madre a 20 anni...I volontari compiono un atto di grande generosità nell'occuparsi, con impegno e coraggio, di storie come la tua. Ma anche se oggi le condizioni del quartiere sono molto migliorate è necessario un intervento più marcato delle autorità perchè nessuno debba vergognarsi di provenire da zone 'a rischio', di mentire addirittura. Dico questo perchè ho ricordato un episodio di alcuni anni fa. Al mio arrivo a Cosenza non conoscevo la città, le zone 'in', nè quelle 'out'... erano per me tutte uguali. Un giorno in classe chiesi agli alunni la loro provenienza, ebbene tutti risposero tranquillamente tranne uno...sembrò quasi che stesse a pensare prima di rispondere...Buttò lì una zona, ma un compagno lo smentì...Il ragazzo proveniva da 'Via Popilia'...avrei saputo tempo dopo e sulla mia pelle, che si trattava di uno dei quartieri più malfamati della città, ma quel ragazzo è stato uno dei miei migliori alunni. Buono, diligente, educato con l'unica colpa di abitare in via Popilia...Ciao Sogno, ti abbraccio, Ale:-))
 
 
nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 08/06/08 alle 18:55 via WEB
E' proprio così, la "fama" ti rovina la vita a prescindere. Ne stavo scrivendo nella terza parte. Potrei continuare fino a scrivere un romanzo intero, ma vi risparmio :)) Mi interessava sottolineare certi aspetti che spesso dimentichiamo. La cosa che mi colpiva moltissimo quando parlavo dei bambini ad esempio ai colleghi di università era la loro totale indifferenza per quello che dicevo. E il loro parlare senza aver visto. Un abbraccio anche a te :)
 
MareMatta
MareMatta il 09/06/08 alle 10:03 via WEB
buongiorno dolcezza! ehm...leggo con karma eh? quando non ci sono pazzi in giro....intanto ti lascio un bacio. smack!
 
 
nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 09/06/08 alle 10:22 via WEB
si, si fai con Karma e sangue freddo e non mi ammazzare il capo pazzo per favore :)) Carini i proverbi salentini da te; nella terza parte del romanzo qui, sto scrivendo tutto un dialogo in barese, ma io il barese l'ho imparato in quegli anni lì dai bambini, per la scrittura mi ci vorrebbe un master :) bacio!
 
   
MareMatta
MareMatta il 09/06/08 alle 20:23 via WEB
non ci posso credere :(((( arrivo qui con karma e arriva mio fratello :((((((
 
     
nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 10/06/08 alle 07:06 via WEB
Ma non è che tuo fratello si è innamorato di karma? :)))
 
MARA_MAO
MARA_MAO il 09/06/08 alle 20:44 via WEB
Ciao felice serata.....bacetti da *MARAMAO*
 
 
nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 10/06/08 alle 07:06 via WEB
Buona giornata anche a te. Baci :)
 
carpediem56maestral0
carpediem56maestral0 il 09/06/08 alle 21:26 via WEB
Bello spaccato di realtà...La cosa triste è che quello che hai descritto così bene, può essere perfetto anche per lo Zen di Palermo e per chissà quanti altri quartieri marginali, dove per prima l'edilizia è inumana, dove il degrado e l'abbandono delle istituzioni è massimo, dove i bambini sono la sola speranza che ci resta...Un bacio
 
 
nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 10/06/08 alle 07:11 via WEB
Proprio così Carpe, è la situazione di tanti quartieri italiani, a Palermo come a Napoli e a Roma (dove è nata la Comunità di Sant'Egidio, quei ragazzi di Bari appartenevano a quel gruppo lì). I bambini sono innocenti e puri ancora, almeno a loro bisogna trasmetterla la speranza perchè le cose possano cambiare un po' alla volta. Oggi è più difficile credo. Allora succedeva che molti di loro non avessero neanche mai visto il centro di Bari, non conoscevano che la vita povera del loro quartiere. Adesso è probabile che se vai allo Zen trovi pure i cellulari di ultima generazione, magari rubati, e le stesse aspirazioni degli adolescenti "bene", cioè fare la velina e il calciatore. E allora trasmettere dei valori diventa davvero complicato. Bacio.
 
   
quotidiana_mente
quotidiana_mente il 10/06/08 alle 12:43 via WEB
Già. Perfetto anche questo tuo commento.
 
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