LA SFIDA
"La speranza è la decisione militante di vivere con la certezza che noi non abbiamo esplorato tutti i possibili se non tentiamo l'impossibile" (R. Garaudy)
« PAR CONDICIO . . . UOMINI! | UNA STORIA » |
La tecnologia, sempre più a favore (?) dell'uomo, permette in Portogallo di divorziare dalla propria/o gentil consorte in non più di venti minuti. Ci si collega al sito divorcionahora, si compilano i moduli on line e gratuitamente e molto semplicemente non si è più, da quel click in poi, marito e moglie. Questo per ora è possibile per le coppie senza figli e quando non ci sono contenziosi di nessun genere in corso. In appena un mese i divorzi realizzati in questo modo sono stati circa 7000. I dati Istat riportano in Italia una diminuzione delle separazioni e un netto aumento dei divorzi, con percentuali differenti secondo le diverse regioni. In aumento anche le unioni civili o di fatto rispetto al matrimonio cattolico. Per i dati ed i rapporti statistici relativi ad Italia ed Europa, vi riporto qui e qui. Le coppie scoppiano. Una prima considerazione voglio farla sulle unioni civili o di fatto. L'interpretazione ottimistica che voglio dare di questo trend è di una nuova consapevolezza che celebrare un matrimonio in chiesa non può essere soltanto ricercare una migliore scenografia per il giorno più felice della vita, ma decidere di assumersi un impegno ancora più gravoso di quello che è richiesto ad una coppia laica. Il matrimonio per un cristiano è un sacramento, cioè un segno esterno e visibile di una grazia interna e spirituale. Non è un rito, è (o dovrebbe essere) la manifestazione visibile al resto dei credenti dell'Amore di Dio per la chiesa, per il suo popolo. I coniugi attraverso il loro amore, santificato con il sacramento del matrimonio, mostrano concretamente come Dio ci ama. "Quello che dunque Dio ha congiunto, l'uomo non lo separi." Mt.19,8 Certo ci si può domandare come si fa a distinguere ciò che Dio ha unito da ciò che è soltanto il risultato di un capriccio umano: probabilmente dai frutti e dalle opere, ma questo è un altro argomento che esula dalle mie riflessioni di oggi. Per un cristiano rompere un sacramento significa rompere l'amicizia con Dio, non poter più avvicinarsi ad altri sacramenti vitali, come l'Eucarestia. Per un cristiano è ancora più difficile prendere soltanto in considerazione la parola separazione, anche in presenza di indubbi problemi oggettivi che vanno ben oltre la semplice incompatibilità di carattere o le liti che avvengono in ogni normale coppia che si rispetti. Se per un cristiano non è facile, ritengo non debba esserlo neanche per un laico. Non penso che le quasi 7000 coppie portoghesi che si sono affidate a internet, numero destinato ben presto ad aumentare, fossero tutte ubriache al momento fatidico del si. Cosa porta tanti di noi a scegliere di rifarsi una vita, cancellando con un colpo di spugna anni trascorsi insieme, battaglie affrontate, incomprensioni risolte? Perché è tanto difficile raggiungere un equilibrio, andando oltre l'evidenza che la passione è destinata ad esaurirsi prima o poi in cenere, ma sotto quella cenere rimane un sentimento, spesso razionale più che emozionale, fatto di traguardi raggiunti insieme? Perché è tanto difficile ascoltarsi e comprendersi, riuscire a capire che con gli anni si cambia, porsi l'obiettivo giornaliero di scoprire sé stessi e l'altro come un dono? Non ho risposte. Rimango tuttavia sconcertata davanti a frasi come "Mi sposo, tanto al massimo se va male divorzio" o a giudizi sbrigativi "Ma come fa a stare ancora con lui sapendo di essere stata tradita? Andasse da un avvocato subito." Una separazione non può essere processo facile, né rapido, né indolore. Forse la legge italiana va rivista, forse tre anni prima della sentenza definitiva sono troppi, forse bisognerebbe ripensare a tutto l'iter non sottovalutando gli aspetti economici, per impedire che coppie davvero problematiche continuino a riversare i loro gravi problemi sui figli soltanto perché non hanno le possibilità di ricorrere ad avvocati e mantenere famiglie divise. Una vita però non può distruggersi con un semplice mouse.
|
http://blog.libero.it/nnsmettodsognare/trackback.php?msg=4718779
I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
GRAZIE TAM!
SOLIDARIETA'
AREA PERSONALE
MENU
ULTIMI COMMENTI
Inviato da: akhenaton49
il 17/03/2009 alle 16:05
Inviato da: svitol5
il 17/03/2009 alle 15:31
Inviato da: Erasmo69
il 17/03/2009 alle 13:02
Inviato da: mati33
il 17/03/2009 alle 12:01
Inviato da: quotidiana_mente
il 17/03/2009 alle 10:00
Mi sono separata e non avevo (e non ho) figli, non avevamo proprietà in comune, il nostro era, in fondo, una procedura molto semplice.
Non voglio difendere il divorzio, ma vivere male in due è quanto di peggio ci possa essere. Certo, ripeto, nel mio caso non c'erano figli. Non so cosa avrei fatto in presenza di bambini. Ti posso assicurare che non è stata una scelta facile quella di separarmi e nemmeno presa in una serata: ci sono voluti mesi e mesi, ricerche di ricucire il rapporto e questo da entrambe le parti. Poi... Non rimpiango di essermi sposata, non rimpiango nemmeno di essermi separata (e in seguito divorziata).
Ti aspetto, bacione anche a te.