LA SFIDA

E ANCHE QUESTA E' ANDATA

E anche quest'anno è andata.

E' il primo anno che facciamo una festa con bambini, pochi e selezionati.

Non ho un giardino, neanche una casa grande e a dirla tutta ero preoccupata per quello che cinque bambinetti di cinque anni e due pazzerelle di due e mezzo potessero combinare.

Altri due piccoli ospiti me li sono risparmiati, in viaggio per il ponte.

Per primo arriva F. , l'unico maschietto invitato.

F. è il suo amico, anzi Amico con la A maiuscola; si sono scelti loro due, scartando G. e M. che fanno il gioco della lotta, mentre loro sono più per le corse, i puzzle, i disegni, al massimo per qualche simulazione di guerre interstellari tra Gormiti.

Sono inseparabili.

Il papà di F. dice che è dalla mattina che il bimbo non fa che chiedere se è l'ora del compleanno.

Poi è la volta delle femminucce: lo riempiono di regali e baci, perfino una canna da pesca "Perché così la prossima volta ti porto a pescare al canale con me" e lo tirano di qui e di lì.

G. la biondina, ha preparato addirittura un biglietto d'auguri, con le prime lettere stentate che stanno imparando alla materna.

E' un bel fiore, ma mio figlio, precisino, non apprezza: "Mamma ma non lo vedi che la G. ha fatto un petalo nero? Il nero è un brutto colore."

Lui si lascia coccolare, inventa giochi, accetta di vedere un cartone, ci tiene a portare gli altri al piano superiore per mostrare la sua stanza, precisando che non è proprio tutta sua: "Mi raccomando però, in silenzio, che c'è la mia sorellina che dorme ancora."

Lui è un bambino dolce, protettivo, sembra insicuro eppure così determinato e testardo, molto sensibile ed attento al mondo che lo circonda, alle emozioni e agli sguardi di tutti, sembra capace di leggerti i pensieri e il cuore.

Mi commuove ogni volta quando, allargando completamente le braccia e inclinandosi all'indietro, mi dice: "Mamma ma lo sai che tu sei dolce come una caramella e io ti voglio bene come dal cielo al mare?"

Lascio gli adulti a mia madre, che da sola è capace di parlare con cinquanta persone di cinquecentomila argomenti differenti, per cinque milioni di ore senza fermarsi.

Viene interrotta solo dal commento di una mamma sull'unico papà presente: "Ma lo sai che tu assomigli un sacco a quell'attore di Notting Hill?"

A dire la verità, il papà di F. non assomiglia per niente a Hugh Grant, ma ormai si sono scatenate; è tutto un commentare di quanto gli occhi azzurrissimi di F. siano simili a quelli del suo papà.

Foto di rito per la torta, con M. che ha fatto di tutto per accaparrarsi il posto vicino mio figlio e poter fare tutte le foto abbracciata con lui e poi, finalmente, silenzio, tutti a casa.

All'anno prossimo, auguri tesoro mio dolce.

E a voi regalo una favola del nuovo libro che ha avuto:

Il barcaiolo zingaro (storia della tradizione Rom)

Una volta un sapiente decise di attraversare un grande fiume sulla barca di uno zingaro, che per mestiere portava la gente da una riva all'altra.

E mentre navigavano chiese al barcaiolo: "Sai qualcosa di letteratura e grammatica?"

Lo zingaro rispose: "No. Ho sempre lavorato duramente per dare da mangiare alla mia famiglia e non ho mai imparato a leggere. Però conosco bene il fiume e so tutto quello che c'è da sapere sulle barche."

E il sapiente: "Che peccato! Hai sprecato metà della tua vita fra le barche e non hai imparato nulla!"

Tutto ad un tratto, però, scoppiò un temporale e il fiume si ingrossò pericolosamente.

"Sai nuotare?" chiese il barcaiolo al sapiente.

"No", rispose lui.

"Che peccato! Hai passato metà della tua vita fra i libri e non hai imparato a nuotare! Be', meglio che impari subito, o non ti resterà l'altra metà per farlo!"

Tratto da

"Mille anni di storie divertenti"

 a cura di F. Lazzarato - Ediz. EL