LA SFIDA
"La speranza è la decisione militante di vivere con la certezza che noi non abbiamo esplorato tutti i possibili se non tentiamo l'impossibile" (R. Garaudy)
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Festa della donna a breve, io direi festa della creazione. Al di là delle origini importanti di questo momento celebrativo, oggi peraltro dimenticate dai più, a me non è mai piaciuto. Così preferisco celebrare la creazione, l'uomo e la donna insieme. Rendo omaggio da appassionata di arte al genere umano, prendendo spunto in maniera del tutto personale dalla poesia che troverete in originale nel link in fondo. Parla di un artista molto creativo. Che conosce la valenza della luce così come quella delle ombre per dar forma agli oggetti. Dipinge i cieli di stelle brillanti, pennella la terra di acqua cristallina. Inverdisce la tela di germogli, la ravviva con belati di animale. Poi decide che la pittura non è abbastanza e prova con la scultura. Con un po' di polvere impasta un uomo come fosse un vaso di creta. Non lo inventa da zero ma, memore dei suoi passati di pittore, lo fa come un autoritratto, a immagine e somiglianza. Anima la sua opera che, come per ogni artista che si rispetti, è parte di sé. Non si accontenta della pietra inerte, prova a soffiarci dentro, quasi come un vetraio. Come la sabbia prende forma con aria e fuoco e muovendosi in punta alla canna pare aver vita propria, così l'uomo di fango diventa di carne e anima. Ora l'artista ha a sua disposizione uno splendido scenario e una statua vivente. Fa interagire la sua opera tridimensionale con i suoi dipinti. Scrive la trama: pone l'uomo nel giardino a Oriente, dove sorge il sole. Un giardino rigoglioso perfetto da coltivare, da irrigare, da cui trarre frutti. Un mondo da custodire gelosamente come un gioiello prezioso e da non deturpare. Un posto stupendo in cui però manca qualcosa. Ci sono la bellezza dei tramonti e delle albe, l'operosità e il sudore delle mani, ogni creatura utile ma nessuna simile. Al centro del mondo due alberi: quello della vita e l'altro della conoscenza del bene e del male. Come potrà mai l'attore godere del potere del primo albero e rendersi eterno? Manca davvero qualcosa. L'artista ha un'idea. Prende una costola, una parte dell'opera, quella migliore, la più vicina al cuore, e ne plasma un altro essere. Nella ricerca di migliorarsi, in un continuo crescendo come accade sempre nella maturità delle opere, l'artista rende più completa la scena. E perchè sia tutto davvero perfetto chiede all'attore di scegliere un nome per la nuova statua vivente, in modo che egli ne riconosca la presenza e l'importanza nella scena: la si chiamerà donna perché dall'uomo è stata tolta. E' l'anello mancante, il dono d'amore, la realizzazione del sogno. L'uomo è impastato di polvere e aria, la donna viene fuori da carne vivente, porta in sé il mistero della vita. I due sono una cosa sola, l'uno è niente senza l'altra. Ma lo spettacolo ha un finale tragico. Interviene la curiosità. Perché siamo qui? Cosa avrà in serbo ancora il regista per noi? Chi siamo e dove andremo? E' giusto continuare a far quello che ci è stato chiesto? Cos'è la vita, cosa il bene, cosa il male? Si accorgono dell'altro albero, proprio lì al centro del palco, la curiosità cambia d'improvviso le prospettive. Non accettano più di recitare, vogliono entrare di prepotenza nella mente dell'artista, cercando di capire fino in fondo il mistero della sua arte. E lo sapete no? Nessuna opera d'arte è mai comprensibile appieno, ci si possono spendere parole, la si può apprezzare o disprezzare, ma il mistero della sua origine resta. Fanno ciò che non è loro richiesto e poi si scaricano entrambi della responsabilità delle proprie azioni. "E' colpa tua regista, non mi hai spiegato bene il copione. E' colpa tua e di quest'attricetta di secondo ordine che mi hai messo accanto." Ma come? Non era carne della tua carne, non era parte importante di te, non ne hai forse deciso tu stesso il nome rendendola così reale? Uomo, figlio, non deludermi così. "No, no, è colpa della curiosità. Che ci posso fare se ho avuto pretesa di comprendere l'amore, il dolore, ho voluto andare in fondo al mistero che sento così presente dentro di me? Sono nata da carne viva, dalla parte vicina al cuore." Vuoi comprendere l'amore, il dolore? Vuoi comprenderli fino in fondo? Allora partorirai donna, figlia mia. E avrai sempre dentro di te un senso di incompiuto e di tragico, come quest'opera che avete voluto cambiare. "Questa volta essa è carne della mia carne e osso dalle mie ossa. La si chiamerà donna perché dall'uomo è stata tolta." Ecco era perfetta così la scena. E così voglio pensare che potrà essere in futuro. Oggi siamo ancora lontani. Troppe le situazioni di donne sole, usate, mercificate, violentate, con diritti uguali di fatto ma non di sostanza. Uomo e donna, creature meravigliose, simili ma non uguali, l'una nulla senza l'altro, l'altro non completo senza l'una. Che si impegnano al rispetto reciproco, a riconoscere il valore della diversità che è complementarietà, che ricordino di essere "aiuto simile", che non abdichino ancora alle loro responsabilità in ogni ambito del nuovo Eden. E che cerchino di mantenerlo più possibile simile al giardino dipinto in origine. Magari ogni tanto fermandosi a riflettere senza pretesa di comprendere davvero fino in fondo l'origine di quest'opera meravigliosa. |
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In ogni caso, giustissimo ricordare le lotte di chi ci ha portato fino a questo punto. La chiamerei allora giornata dei diritti. Ma una festa universale del genere femminile, beh è questo che non mi piace...credo che sia proprio la contrapposizione che genera tanti problemi oltre alla cultura che non vuole avanzare. Per quanto riguarda la celebrazione, ma noi non ci celebriamo ed esaltiamo già da sole ogni giorno? :-))) Un abbraccio.
Mi dispiace deluderti, in realtà io il tuo post l'ho letto e perfino avevo letto questo commento fatto a Volpe. Intendevo tuttavia approfondire meglio la lettura. Devo dirti in tutta sincerità che non ho molto apprezzato il tuo post, ecco perchè non ho commentato subito, intendevo rileggere per assicurarmi di avere ben compreso. La prima impressione è stata quella di un suono stonato, troppo zuccheroso per degli esseri complessi come noi siamo, non fate, nè angeli, o almeno non sempre e non soltanto. Come ho detto leggerò di nuovo.
Passando al mio post, certo quella citata è la Bibbia. Siamo ancora all'inizio della conoscenza quindi forse di me non sai tanto per cominciare che sono pugliese come te :-) e in secondo luogo che sono cristiana e cerco di evitare di dire cattolica, termine al quale sono associate le tante valenze negative che tu citi nel tuo commento. Spesso uso, solo come scusa o punto di partenza, citazioni bibliche per i miei post. Esclusivamente perchè sono parte di me e dei miei valori, non certo mai per catechizzare qualcuno. Ritengo che il rispetto delle idee di tutti sia essenziale per instaurare un dialogo. Quindi non vendo verità a nessuno.
Vedo che tu ed io siamo soggetti alla stessa sindrome: manchiamo di sintesi e forse questo ci porta a perdere in chiarezza. In questo senso è probabile che il mio post non sia del tutto chiaro nel suo significato. Tutto quello che scrivi è ciò che realmente è successo nella storia per via degli uomini che hanno usato la parola scritta (per me da Dio, ma solo per me ovvio) a proprio uso e consumo. L'interpretazione del testo biblico è stata rivista negli anni. Perchè a voler prendere tutto alla lettera si dovrebbe pensare che quello scritto è un testo ebraico di più di duemila anni fa, nato in un contesto storico ben preciso. Dopo l'Antico Testamento è successo altro. La venuta di Gesù, per chi ci crede. Ecco perchè tante cose devono essere rilette in ottica cristiana, recuperando i valori portati da Cristo. Vorrei ricordarti che in tutti i Vangeli la donna ha un ruolo primario e non è affatto l'oppressa e la sottomessa. O meglio lo è per ragioni storiche ma la sua figura viene riabilitata proprio da quel Dio fattosi uomo. E riportata all'intenzione iniziale di quello che io ho chiamato artista. Maria, le prostitute, le vedove, le concubine, le divorziate...ci sono tutte e per ognuna di loro c'è una parola tesa a riportarle al posto che meritano nel mondo, che non è certo quello delle oppresse. Dire che la donna viene da una costola dell'uomo, non significa affatto che essa da lui discende, come in ordine gerarchico. Significa solo che sono fatti della stessa carne. Che la donna è quella parte diversa e mancante dell'uomo e viceversa. Ci sono tanti passi interpretati a vantaggio solo di qualcuno. San Paolo ad esempio nella lettera ai Corinzi scrive: "La moglie non è arbitra del proprio corpo ma lo è il marito"....peccato che la frase non termini qui, come qualcuno ha voluto far credere...ma continui affermando "allo stesso modo anche il marito non è arbitro del proprio corpo ma lo è la moglie." Il valore trasmesso è quello dell rispetto reciproco e anche della condivisione delle scelte. E ancora per rispondere alla tua considerazione sulle donne "buone", di cui io conosco tanti esempi incontrati soprattutto in certi quartieri popolari, (questione purtroppo ancora di una cultura arcaica anche nel 2009), ancora San Paolo nella lettera ai Colossesi dice: "Voi, mogli, siate sottomesse ai mariti, come si conviene nel Signore." E vai! Libera interpretazione. Anche questa continua e guarda come: "Voi mariti, amate le vostre mogli e non inaspritevi con esse." La parole sottomissione come quella sopportazione sono state utilizzate a sproposito. Si intende sempre e soltanto, come si conviene nel Signore, cioè in atteggiamento RECIPROCO di rispetto e in particolare di AIUTO ....sopportare significa esattamente supportare, aiutare l'altro. E questo voleva essere lo spirito del mio post. Fintanto che vedremo contrapposizioni nette tra uomo e donna non andremo da nessuna parte. Nessuno dei due è essere inferiore all'altro. Sono stessa carne e complemento l'uno dell'altra. Quindi come ho detto a Marion mi sta benissimo che si istituisca una giornata per ricordare le donne che nei secoli hanno lottato per la parità di diritti ma non mi sta bene celebrare l'essere femminile in quanto tale. Recuperiamo il senso vero del nostro essere umani e forse certe parità ci verranno molto più naturali. E non confondiamo mai la parità con l'uguaglianza.
Per quanto riguarda i commenti ai post, Tramp, non te la prendere, ma io credo di essere in uno stato libero ancora e quindi di avere pieno potere di decidere quando e quanto commentare. Il tuo blog mi è piaciuto, molto ho apprezzato il post sull'amicizia tra uomo e donna. Io scrivo qui, tra mille difficoltà dovute agli impegni familiari e di lavoro, non per fare audience e commenti. Questo è un posto di relax e di piacevole scambio di opinioni. Oltrechè una valvola di sfogo a volte fin troppo personale. Se mi hai aggiunto ai tuoi amici nel tentativo di far diventare più alte le colonne nell'istogramma dei passaggi e dei commenti, mi dispiace, hai sbagliato persona. Passerò volentieri da te ma senza obblighi di sorta, come è giusto che sia tra amici. Ciao.
San Giuseppe è l'uomo ideale, dopo di lui solo pochi, sarebbe bello se fosse davvero un modello. Ciao.