LA SFIDA
"La speranza è la decisione militante di vivere con la certezza che noi non abbiamo esplorato tutti i possibili se non tentiamo l'impossibile" (R. Garaudy)
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Il prossimo sistema di comunicazione sarà virtuale, come sembra lo debba diventare la protesta. Condivido in pieno il vostro punto di vista: questa cosa dello sciopero mentre si lavora mi pare una grande sciocchezza, soprattutto non ne vedo l'efficacia. Volevo tuttavia che qualcuno di voi, più addentro alla politica di me, più vicino ai sindacati, di tutti quelli tra voi che tanto ammiro per la coerenza, la capacità di crederci e di lottare, mi spiegasse: - cosa è stato ottenuto in anni di lotte? - come mai i vostri slogan si ripetono tal quali ad ogni governo? - possibile che non ci sia nulla di più originale del semplice più lavoro, più salario?Magari i problemi sono altri anche, che so le reali politiche a sostegno della famiglia, l'efficacia e l'efficienza della scuola piuttosto che la sua facile classificazione in laica e clericale, la corruzione della classe politica e la sua assoluta incapacità ad aver piani di lungo respiro.
Sapreste proporre un'alternativa davvero valida per una forma di protesta che porti a risultati programmati e non estemporanei per tutti, magari non soltanto per specifiche categorie di lavoratori, ed eviti i disagi, ammettetelo eccessivamente pesanti di recente, ai semplici cittadini qualunquisti e superficiali come me? Post scriptum delle 14:33: dai primi commenti mi pare che nella foga che mi è propria, devo aver espresso male un concetto primario. Ritengo che il diritto di sciopero sia inviolabile; soltanto mi pare che ad oggi la forma in cui è stato applicato o i suoi contenuti non abbiano portato a risultati visto il punto in cui ci troviamo. Oltre la facile e assolutamente condivisa non approvazione dello sciopero virtuale, sapete ripensarvi, come sindacato soprattutto, in ottica più moderna con proposte diverse che tengano conto di tutti i cittadini? |
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Troppo facile questa soluzione, pare quella della pubblicità di non ricordo cosa: "Ti piace vincere facile?".
Prima domanda: cosa è stato ottenuto in anni di lotte? Ha risposto Ak: in pratica 103 anni di storia di CGIL sono serviti a far conoscere a noi che non abbiamo scritto la Costituzione che è riconosciuto il diritto di sciopero. Ah no, ci hanno anche dato le macchinette del caffè e la pausa pranzo. Nulla hanno potuto contro il precariato, le differenze tra lavoro (e paga) maschile e femminile, il lavoro nero, la difesa di alcune categorie di lavoratori cui non frega nulla a nessuno ... Seconda e terza domanda: gli slogan sono il sunto del programma, pagatemi due centesimi di più e vi solleverò il mondo. Che poi in certe situazioni due centesimi facciano molto è indubbio, ma io non credo proprio che siano solo queste le questioni da affrontare. E comunque sempre a favore di alcuni, non dell'azienda nel suo complesso. Che se va bene l'azienda è un bene per tutti, non solo per il "padrone". Molti hanno perso la vita e quelli, insieme a tanti che sono venuti negli anni a seguire, sono persone cui dobbiamo molto e da ammirare. Ma oggi credo che le situazioni di un sindacato che fa solo i propri interessi piccoli siano troppo diffuse per non avere il coraggio di affrontarle con un minimo di spirito critico. Mettersi in discussione ogni tanto? Ciao cara :-)
Lungi da me negare, come ho detto a Marion, che il sindacato sia e soprattutto sia stato in passato un'istituzione di importanza fondamentale. Non chiedo né l'abolizione del sindacato, e tanto meno quella dello sciopero. Ho semplicemente fatto delle domande esplicite alle quali nessuno finora, tranne Ak, ha seriamente risposto. Ma conto molto su di te :-)
Ho assistito alle assemblee diverse volte. E, girando in altre aziende per via del mio lavoro, ho avuto la possibilità di vedere altri mondi.
Sarò stata sfortunata? Avrò avuto interlocutori non sufficientemente preparati? Non so.
Sta di fatto che le lotte nelle aziende si riducono al buono pasto in più, al diritto di avere la saletta fumatori e altre banalità di questo tipo. E si usano facilmente toni polemici che non portano da nessuna parte, se non a banalizzare il lavoro di chi non usa le mani ma solo il cervello e ad esaltare esclusivamente la realizzazione del prodotto (quando un corpo senza testa fa cose casuali e una testa senza braccia non serve a nulla). Se vuoi aggiungo la sterile polemica che, non tutti com'è ovvio, ma parecchi tra i rappresentanti approfittano della loro condizione privilegiata per non fare nulla, non sono certo loro a spaccarsi le mani in azienda. Lo vogliamo negare? No problem, resta il fatto che ritengo l'istituzione di per sé fondamentale. Solo da profana e ignorante, mi augurerei in azienda di trovare sindacalisti competenti e preparati, che sappiano di economia e gestione aziendale anche, fossero perfino consulenti esterni.
Gente che abbia una visione più ampia dei problemi, che non guardi al piccolo orticello da salvaguardare, al numero di iscritti da conteggiare e che non parli soltanto per slogan preconfezionati ma guardi alla specifica realtà in cui si trova. In alcune forse ha ancora senso lo spirito di rivoluzione e di contrapposizione con il padrone non illuminato ma in altre (oh siamo nel 2009 qualcuno se ne è accorto?) si potrebbe anche cominciare a lavorare in ottica di miglioramento e collaborazione per il beneficio di tutti. Io sono deformata dalla qualità :-) cerco decisioni concrete basate su dati di fatto, e non ne vedo a nessun livello né politico (soprattutto), né altrove. PS: dimmi come si fa a rinunciare all'aumento triennale di 50 euro mensili che lo faccio senza problemi, anzi lo faccio volentieri a favore di qualcuno tra i colleghi che può averne più necessità
C'è speranza allora, anche per chi come me ha praticamente quasi sempre votato a sinistra e non sa più dove appigliarsi. Grazie Tam, hai espresso con parole competenti il mio pensiero. Bacio.