Mi scuso preventivamente con i tanti frequentatori del mio blog che non amano certe citazioni.
Ritengo che l'unico modo per parlare da cristiani, sia far parlare le scritture.
Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna. E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla. E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova. La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della verità.
Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.
(Prima lettera di San Paolo ai Corinzi)
E potrei riportare anche Matteo, la sua parabola della vigna.
Da sempre un brano considerato come severo ammonimento per tutti quei cristiani che si dichiarano sinceri figli di Dio e fratelli di Gesù, ma si limitano a far dottrina e non opera.
La Chiesa ha difeso il diritto alla vita ma ha davvero portato frutti agendo come ha fatto, senza carità?
Per quello che mi è stato insegnato, io credo che Gesù sarebbe stato in silenzio al capezzale di Eluana, avrebbe abbracciato suo padre e avrebbe pregato per loro.
Nessuna fiaccolata, nessun canto. Queste cose sono da pagani.
E nessuna rissa in Parlamento. Queste cose sono da farisei.
La grande amarezza che mi rimane è per l'uso che si è fatto delle persone.
Nessun nobile fine, che sia quello di uno Stato laico che vuol difendere la libera scelta o che sia quello di chi crede e vuol difendere la vita, può spingerci ad agire come si è fatto.
Credo sia ora di far calare il sipario e starsene un po' tutti in silenzio.
Ognuno a suo modo.
In silenzio, ognuno a suo modo