LA SFIDA

DOMENICA DI AMICIZIA

Per una volta una visita gradita.

Nessun ispettore ma la mia, vostra, amica di blog Marion.

Giro a Noale: "Certo che qui non è meglio che da noi."

E no, non è meglio, una desolazione.

Noale offre almeno la possibilità di un caffè in un bar storico e lo spettacolo di un antico castello diroccato immerso nel silenzio del parco.

A casa.
Scambio di regali.
F. viene a domandarmi in un orecchio: "Ma davvero li ha portati Babbo Natale a casa sua?"

Mio marito non resiste alla tentazione della Putizza triestina, nonostante sia già vicina l'ora di pranzo.

Pranzo pugliese of course!

Ho dimenticato il lievito, niente focaccia e la mamma ha portato solo le rape, niente latticini, né dolci tipici.

Finiamo presto.

Così presto che decido in dieci minuti che si va a Venezia.

Io e lei, mio marito recalcitra come sempre quando si tratta di improvvisazioni.

A piedi fino a San Marco, le vetrine scintillano di vetri colorati e maschere d'oro.
Abbiamo il tempo contato: "Non importa dai, la prossima settimana vuol dire che potrai risparmiarti la palestra!"

Non c'è tanta gente, al centro delle strade ancora le passerelle per l'acqua alta, tutto bagnato attorno.

Scorci di canale attraggono il mio sguardo, il ferro di prua di una gondola compare silenzioso all'improvviso.

Prendiamo una cioccolata e uno spritz.

Lucine blu di Natale su un vicolo.

Le uniche decorazioni.
Il collega veneziano ricorda oggi i suoi Natali di bambino, in giro per campi e campielli al suono delle zampogne, correndo sulle passatoie rosse con in bocca un pezzetto di "pinza" da masticare.

Dice che Venezia non è più la stessa di allora, una città abbandonata al suo destino di sabbia mobile e di acqua.

In stazione un abbraccio, gli auguri e la promessa di rivederci a Milano la prossima volta.

E la vita va in questa luce particolare di acqua, freddo e amicizia.

Grazie cara!