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Creato da nnsmettodsognare il 17/03/2008

LA SFIDA

"La speranza è la decisione militante di vivere con la certezza che noi non abbiamo esplorato tutti i possibili se non tentiamo l'impossibile" (R. Garaudy)

 

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QUEL GIORNO DI NATALE

Post n°164 pubblicato il 10 Dicembre 2008 da nnsmettodsognare
 

C'era una gran confusione in quella sala.

Gente andava, gente arrivava.

Nomadi, barboni, cristiani, musulmani, ebrei, vecchi e bambini.

Sul fondo il banco della cucina, l'odore delle pietanze calde si diffondeva simile a quello degli ospedali.

"Anche tu quest'anno qui?", le chiese Rosaria.

Sorrise, finalmente un viso conosciuto.

Rosaria l'aveva ospitata a casa sua durante le precedenti vacanze pasquali.
Intimidita cercò di prendere coraggio: "Quest'anno sono potuta venire anche a Natale. L'esperienza della mensa dei poveri non l'avevo ancora fatta."
Rosaria l'abbracciò: "Stai tranquilla. E' una casa questa. La casa di tutti."
"Si ma se parlano straniero io che faccio?"
"Sorridi e poi chiedi solo se non gradiscono maiale, digli no pig, vedrai che capiranno."
"So parlare francese. L'inglese non l'ho mai studiato."
"Allora ti capiranno benissimo. Sorridi, solo quello. Un sorriso a volte vale più di tante parole."
Guardò il grande salone.

I tavoli erano attaccati l'uno all'altro, difficile passare con i vassoi in mano.

Sembrava una tranquilla pizzeria, di quelle nelle quali era abituata a trascorrere i sabato sera con gli amici.

L'aria era serena, tutti ridevano, qualcuno di tanto in tanto si alzava per augurare buon Natale agli angeli di Sant'Egidio.

Un angelo? Gli altri forse. Lei no davvero. Non si sentiva affatto così.

Spaesata piuttosto. Indecisa su come approcciare quella gente.

Così fuori posto, lei, la sua casa calda, i suoi vestiti, l'università.

I bambini erano un'altra cosa.
Con loro era facile, una favola, un abbraccio e si faceva presto a diventare amici.
La mensa invece, adulti con cui confrontarsi, stranieri, non ne aveva mai visti così tanti.

D'altronde Roma non era certo la sua piccola città.

Ogni volta che arrivava a Termini, tutta quella gente, tutti quei visi, quegli abiti diversi, colorati e multiformi.

Una voce dalla cucina la distolse dai suoi pensieri: "Al tavolo quattro non hanno avuto ancora nulla. Vai a chiedere cosa possiamo servirgli."
Si avvicinò lentamente.

Provò a sorridere come le aveva suggerito Rosaria.

Si rivolse a un uomo dimesso con la barba lunga: "Cosa posso portarvi da mangiare? Se non gradite maiale abbiamo altra carne."
L'uomo sorrise a sua volta: "Buonasera a te. Deve essere la tua prima volta. Prima di tutto ci fa piacere salutarti con un buonasera."
Avrebbe voluto sparire. 

L'imbarazzo e la timidezza avevano sotterrato perfino qualunque regola di buona educazione imparata fino a quel momento.

L'uomo continuò: "E poi vorremmo presentarci. Io sono il rabbino capo di questa città. Sono venuto a fare festa con gli amici cristiani. A condividere il pane con loro. Perché Natale è questo soprattutto, è condivisione, è amicizia, è dono."
Presentò gli altri commensali: "Lui è Paolo, ha cinquantanni. Non ha nessuno. Ha perso il lavoro e non ne ha ancora trovato uno. Non ha potuto più pagare l'affitto. Dorme su una panchina nella sala d'aspetto della stazione. Mangia e si lava qui al centro di accoglienza."
"Lei è Aisha. E' stata venduta dalla sua famiglia a quattordici anni. Le avevano detto che sarebbe venuta in Italia a fare la donna di servizio. E' su una strada tutte le notti. Sta frequentando la scuola di italiano e sta imparando a cucire. Presto sarà una brava sarta."
Sorridendo ancora aggiunse: "Lui è Diego. Vive al campo sulla Casilina. Ha dieci anni, il padre ha stabilito che si sposerà il prossimo anno con sua cugina. Ha un grande sogno: vuole diventare dottore."

"Ora tocca a te con le presentazioni" continuò, "tu chi sei?"

Era certa che la voce non sarebbe uscita.
Si sentiva in colpa per essere stata così brusca.
Talmente inadatta.

"Io sono Francesca. Ho ventuno anni. Studio all'università e lavoro con i bambini della scuola popolare. La conoscete voi la scuola popolare? Sono bambini di un quartiere periferico. Sono venuta a Trastevere anche a Pasqua, ad ascoltare Andrea. Sono contenta di essere qui."

Doveva essere stata l'atmosfera, lo spirito del Natale, o forse quel Gesù in cui ancora non credeva ad aver provocato quel suono.

Le parole erano uscite dalla sua bocca, o almeno così le era parso, e tuttavia avevano un non so che di sconosciuto.

"Siamo felici anche noi che tu sia qui. E abbiamo molta fame! Cosa c'è di buono stasera?"
"Stasera cena speciale. Vi porto subito qualcosa. Aisha immagino che tu non voglia il maiale. C'è del vitello e lenticchie."
"Va bene" rispose il rabbino per tutti, "porta quello che c'è e del vitello per Aisha e prometti di fermarti ancora a parlare con noi."
Era Natale, ora si lo era, non solo per un giorno.


In ricordo di Federico Aldrovandi

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Commenti al Post:
quotidiana_mente
quotidiana_mente il 10/12/08 alle 10:30 via WEB
Mi hai fatto venire la pelle d'oca. Molto bello...
 
 
nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 11/12/08 alle 19:04 via WEB
Grazie Quoti...
 
koradgl1
koradgl1 il 10/12/08 alle 14:29 via WEB
Ecco il Natale, grazie di aver scritto queste parole. A volte si cerca l'impossibile, le luci. le feste e ciò che ci fa felici sta nella semplice meravigliosa condivisione.
 
 
nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 11/12/08 alle 19:05 via WEB
E' vero la felicità è fatta di piccole cose e la vita di persone non di oggetti. Un abbraccio.
 
Tesi89
Tesi89 il 10/12/08 alle 15:14 via WEB
Grazie di aver scritto qualcosa per cui valga la pena di festeggiare davvero il Natale...Ub abbraccio!
 
 
nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 11/12/08 alle 19:07 via WEB
Il Natale è il giorno della nascita di Gesù. Credenti o laici, Gesù lo puoi vedere come vuoi, in una sola parola è il nostro prossimo. Quindi questo dovrebbe essere l'unico modo per festeggiare Natale, a prescindere poi dalle tradizioni e dallo stare insieme in famiglia. Ricambio l'abbraccio!
 
MareMatta
MareMatta il 10/12/08 alle 18:32 via WEB
Non so perchè, ma Francesca ha un che di familiare...
:)
 
 
nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 11/12/08 alle 19:05 via WEB
Francesca è il mio secondo nome. Fai tu :-)
 
unica_perla
unica_perla il 10/12/08 alle 18:40 via WEB
Grazie per questo racconto,e per la dedica.Mi spiace per il povero Federico.Non ricordavo la storia- risalente al 2005- purtroppo esiste anche la malapolizia,in questo paese,come la malasanità.:*,S.
 
 
nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 11/12/08 alle 19:08 via WEB
Grazie a te di averlo letto. Neanche io ricordavo di Federico, l'ho rivisto in quel video su Sant'Egidio e mi è venuto spontaneo dedicare tutto questo a lui e alla sua morte ingiusta e triste. Un abbraccio.
 
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 10/12/08 alle 21:55 via WEB
Finalmente ci sono! Non ti sto dietro! Oggi l'ho letto e ora ti dico cosa ho pensato.. penso che esperienze come questa molto banalmente, arricchiscano chi le fa, oltre che chi le riceve, e che il volontariato (non solo a natale) è un cardine di questa nostra società... sei stata coraggiosa... Grazie anche di avermi ricordato la triste fine di questo povero ragazzo.. quante storie tristi.. un abbraccio, e sogni d'oro.
 
 
nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 11/12/08 alle 19:18 via WEB
Ho un periodo prolifico, non è colpa tua! Vedrai che presto mi torna la crisi creativa :-) Offrirsi agli altri dedicando più o meno tempo dovrebbe essere desiderio di tutti, una società è fondata sulle persone, non ha senso vivere ognuno per sè. Per quanto riguarda quello che ha dato l'esperienza di Sant'Egidio a me, oltre la fede, posso riassumerlo in una sola importante parola: prospettiva. Vedi tutto in un modo diverso quando ti rendi conto con i tuoi occhi di ciò che accade intorno e impari a essere molto meno drastica nel giudicare le azioni altrui. Quante storie tristi.... un abbraccio.
 
   
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 12/12/08 alle 16:59 via WEB
è proprio vero... è tutta questione di prospettiva.. bella cosa, da ricordare..
 
mon1974
mon1974 il 11/12/08 alle 09:18 via WEB
Molto bello e vorrei dire tante cose, ma ora sembraqno inutili...un abbraccio:-)
 
 
nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 11/12/08 alle 19:19 via WEB
Grazie. Le parole a volte sono inutili, conta di più sorridere :-) Un abbraccio!
 
Williams_Sindrome
Williams_Sindrome il 11/12/08 alle 11:11 via WEB
Buongiorno 'ngegniè, certo è, che sei micidiale... mi hai fatto lacrimare gli occhi (non succedeva da molto tempo) quando non avevo fazzolettini per asciugarli.
 
 
nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 11/12/08 alle 19:20 via WEB
Oh santa pazienza...ora mi fai sentire in colpa. Scrivo quello che mi dice il cuore sull'onda dei ricordi. Un abbraccio.
 
goldkampa
goldkampa il 11/12/08 alle 21:30 via WEB
Ti ringrazio per aver condiviso con noi questa bellissima esperienza..Questo è il Natale che mi piace,io che sono un credente "molto protestante",non posso che starmene zitto e pensarci sù.... Buona Serata..
 
 
nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 12/12/08 alle 10:54 via WEB
I tre anni di Sant'Egidio hanno molto cambiato il mio rapporto con la fede e la chiesa. Ho ritrovato lo spirito dei primi cristiani e cerco di mantenerlo ogni giorno con tutti i miei limiti di essere umano che sbaglia. Mi fa piacere che hai apprezzato.
 
altro_che_mela
altro_che_mela il 11/12/08 alle 22:01 via WEB
c'è un mondo là fuori che trasforma in natale ogni giorno dell'anno. Ben venga il Natale allora se ha la forza di ispirare per tutto l'anno e non solo per una notte. E poi ha ispirato il tuo bel racconto di vita vissuta.Ciao bella :-)
 
 
nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 12/12/08 alle 10:56 via WEB
Per fortuna è così. Ci sono tante persone, credenti o no, che riescono a fare di ogni giorno un'opportunità di dono e condivisione e uno spunto di riflessione. Io ho dovuto abbandonare quell'esperienza dopo soli tre anni, ma quello che mi ha lasciato credo lo conserverò per tutta la vita. Ciao cara :-)
 
bimbayoko
bimbayoko il 12/12/08 alle 06:20 via WEB
Io ho una visione della fede molto particolare e ho letto con piacere.
 
 
nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 12/12/08 alle 11:05 via WEB
Devo riconoscere che i principali artefici della visione personale della fede in molta gente sono la Chiesa stessa e un pessimo catechismo che tende a trasmettere solo il senso terroristico del peccato. E' un'occasione persa. Questo scritto voleva trasmettere il senso più autentico dei valori cristiani, quello che è più comprensibile e condivisibile da tutte le persone di buon senso. Un abbraccio.
 
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