LA SFIDA
"La speranza è la decisione militante di vivere con la certezza che noi non abbiamo esplorato tutti i possibili se non tentiamo l'impossibile" (R. Garaudy)
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L'immagine del pellerossa mi ha subito attratto. Nonostante fosse un po' sbiadita dalla continua pioggia che imperversava nei giorni scorsi e il cartello pubblicitario fosse collocato in un angolo nascosto in fondo al marciapiede. Già tornavo con la mente al mio allegro periodo hippy, quando ero innamorata di un tipo dai lunghi capelli biondi che mi dedicava canzoni country con una chitarra stonata. L'epoca dei primi anni universitari, quella delle minigonne inguinali e delle decine di collanine colorate. E delle storie di indiani, il loro rispetto per la natura, il parco di Yosemite un sogno da visitare in giorni futuri e lontani. Amico lupo e fratello rosso. Disegnato a carboncino su un diario nel quale amavo riportare le riflessioni di quel tempo. Mi sono girata verso quel cartello colorato e ho cominciato a leggere: "Anche loro hanno subito l'immigrazione. Ora vivono nelle riserve. Pensaci." Inutile sottolineare da quale partito è stato commissionato lo slogan politico. E forse è stato modificato rispetto ad una versione precedente considerato che, facendo una ricerca per immagini in Google alla voce pellerossa, compare un cartello simile recitante: "Loro non hanno potuto mettere regole all'immigrazione, ora vivono nelle riserve!" L'ultimo spot deve essere stato considerato più incisivo, più terrorista tutto sommato. Arrivarono prima i meridionali, seguiti a ruota dai rumeni, i cinesi, gli africani, gli albanesi. A conquistare certe zone del Nord? A sfruttare la ricchezza, imporre usi e costumi, prendere e distruggere, colonizzare, portare malattie sconosciute e infine costringere i pochi sopravvissuti a vivere confinati in zone riservate dove poter mantenere "intatta" la loro cultura? Non è per caso che tanti sono fuggiti alla povertà, alla fame, alla miseria, alle guerre, alle discriminazioni, sognando il nord come l'America, un paese civile e ricco ove poter costruire un futuro dignitoso? Non è forse che hanno sperato di poter essere accolti come uomini e non sfruttati come braccia o peggio ancora come corpi utili solo a soddisfare i desideri di qualche passante "perbene"? Non è vero che molta della presunta ricchezza ormai sfumata è stata costruita anche grazie al loro lavoro? Tutto sommato l'idea di una riserva padana, per quanto del tutto assurda e addirittura immorale, la trovo molto divertente. Immaginate, il Senatur che fuma il calumet della pace e intrattiene i visitatori con le storielle sull'origine celtica dei nativi. In fondo la riserva è quello che vorrebbero creare loro da sé, quelli del partito in questione, anche senza il nostro mirabile aiuto di conquistadores. Tatanka, capo tribù degli Hunkpapa Sioux, meglio noto come Toro Seduto, tra l'altro sosteneva: "Per noi i guerrieri non sono quello che intendete. Il guerriero non è chi combatte, perché nessuno ha il diritto di prendersi la vita di un altro. Il guerriero per noi è chi sacrifica sé stesso per il bene degli altri. E' suo compito occuparsi degli anziani, degli indifesi, di chi non può provvedere a sé stesso e soprattutto dei bambini, futuro dell'umanità." Mi pare un meraviglioso concetto di politico militante e di Stato democratico. Voi dello slogan, non spaventate i bambini che ancora credono alle favole, difendeteli. W l'Italia e gli italiani! Rhymes and reasons - J. Denver |
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